Alla Direzione e ai Docenti dell’Accademia di Belle Arti di Roma
Alla comunità accademica tutta
Roma, 25/02/2025
Siamo un gruppo di lavoratrici impiegate come Tecniche di Laboratorio nei laboratori di Grafica d’Arte dell’Accademia di Belle Arti di Roma. Da quasi dieci anni il nostro lavoro consiste nel fornire supporto pratico alle operazioni di incisione e stampa (xilografia, calcografia, serigrafia, litografia, tipografia ecc.) e di tecniche di produzione della carta, che si svolgono all’interno dei corsi del nostro dipartimento, presso le sedi di via Ripetta e Campo Boario.
Si tratta di un lavoro fisico ed intellettuale, che richiede manualità e competenze di tipo tecnico, acquisite nel corso dei nostri studi accademici ma soprattutto con anni di pratica all’interno dei laboratori stessi.
Abbiamo sempre prestato il nostro lavoro con serietà, diligenza e passione e, nella speranza di arrivare ad una stabilizzazione che riconoscesse finalmente il nostro ruolo e le nostre professionalità, abbiamo accettato di lavorare in condizioni di estrema precarietà, attraverso di contratti di collaborazione (formalmente) autonomi, rinnovati di anno in anno, per sei, sette, dieci anni.
Non solo; all’incertezza circa i nostri rinnovi (incertezza fondata a quanto pare, dato che alcune di noi non sono state rinnovate per il corrente anno accademico) si aggiunge il fatto che ci viene richiesta una presenza costante – monitorata tramite badge – e in linea con gli orari della didattica, diversamente da quanto dovrebbe avvenire per lavoratori a partita iva.
Tutto ciò si riflette anche sulla mancata tutela della nostra salute: nei “nostri” laboratori (sì, perché li sentiamo anche nostri, nonostante tutto) l’esposizione a sostanze tossiche (acidi, solventi e altre sostanze) e i conseguenti rischi per la salute vengono riconosciuti per i lavoratori in organico, che sono infatti sottoposti a monitoraggio medico, ma totalmente ignorati per noi in quanto lavoratori “autonomi”. Solo quest’anno, inoltre, sono stati introdotti nei laboratori alcuni dispositivi di protezione al fine di ridurre i rischi per la salute.
Questa condizione di estrema precarietà non riguarda solo il nostro laboratorio ma gran parte delle figure tecniche che “collaborano” a vario titolo con l’Accademia. Siamo il perfetto esempio di come la precarietà sia diventata negli anni una condizione strutturale anche nel pubblico impiego, coinvolgendo figure essenziali per il funzionamento degli enti pubblici. Questo porta a un costante sperpero delle professionalità che si formano all’interno degli enti e delle istituzioni pubbliche, come purtroppo avvenuto per alcune di noi, che sono state costrette ad abbandonare questo lavoro, non senza rammarico, sottraendo all’Istituzione un patrimonio di conoscenze maturate grazie anche all’investimento che l’Accademia stessa aveva messo in atto.
Il Decreto Ministeriale 430 del 9 febbraio 2024 ha inserito finalmente la figura del Tecnico di Laboratorio per le Accademie nel Contratto Collettivo Nazionale e si è così concretizzata la possibilità delle assunzioni a tempo indeterminato dei tecnici di laboratorio, tuttavia, proprio in vista di questo passaggio, anziché avviare le tanto attese procedure di stabilizzazione e concorsuali, si sta verificando un paradossale ed incomprensibile peggioramento dell’organizzazione lavorativa: a partire dall’inizio del nuovo Anno Accademico c’è stata una drastica riduzione dei tecnici impiegati, con l’esclusione proprio di alcune figure in possesso dei requisiti per la stabilizzazione.
Sono state rinnovate brevi proroghe dei rapporti di collaborazione prima fino a dicembre e poi fino a giugno, con un conseguente aumento del carico di lavoro per chi ha continuato a svolgere la propria attività e l’improvvisa perdita dell’impiego per quelle di noi che sono state immotivatamente escluse dal novero dei tecnici. In questa circostanza, l’elemento cruciale e più grave, a nostro avviso, è il rinnovo dei rapporti di collaborazione secondo le stesse inaccettabili condizioni precedenti, inaccettabili anche alla luce dei fondi stanziati dal suddetto Decreto che pare al momento essere stato completamente ignorato.
Questa azione subìta ha sollevato il velo sulla fragilità della nostra situazione: invisibile, precaria e senza tutele e ci ha messe di fronte al fatto che, allo stato attuale, gli anni di lavoro prestati a queste condizioni potrebbero non assicurarci una meritata stabilizzazione in Accademia. Inoltre, la scelta di ridurre il numero dei tecnici contraddice le effettive necessità in termini di ore di lavoro da svolgere: il numero dei tecnici è insufficiente al fabbisogno del dipartimento e la sua riduzione compromette il sereno svolgimento delle attività didattiche nei laboratori.
Un altro elemento di preoccupazione è dato dal fatto che i posti di ruolo, così come sono stati concepiti nel C.C.N.L., non tengono conto dell’effettiva specificità del nostro lavoro, in quanto i tecnici di laboratorio sono stati inquadrati al pari del personale amministrativo, pur svolgendo un lavoro che nella fattispecie non può essere assimilato a quello di un amministrativo perché completamente diverso. Il nostro lavoro ha una specificità tecnica ma anche intellettuale, ha che fare con la didattica ma è anche un duro lavoro manuale che comporta un impegno fisico importante. Temiamo che il contratto possa non tenere conto di queste peculiarità ed essere inquadrato in maniera inadeguata anche in termini di monte ore.
Per tutti questi motivi ci stiamo organizzando insieme all’associazione sindacale CLAP – Camere del Lavoro Autonomo e Precario e abbiamo già inviato, a dicembre, una richiesta di incontro alla Direzione dell’Accademia che non ha ancora ricevuto risposta.
In conclusione, questa lettera aperta ha lo scopo di fare luce su una situazione che non riguarda soltanto il dipartimento di Grafica d’Arte, ma anche i tecnici di tutti gli altri dipartimenti e in generale di tutto il territorio nazionale.
Fiduciose continuiamo a caldeggiare l’apertura di un canale di comunicazione con la direzione dell’Accademia. Chiediamo che venga posta l’attenzione su questa vicenda affinché si trovi in breve tempo una soluzione che ponga fine a questo stato di precarietà e mancanza di tutela della nostra professionalità, degli anni passati a svolgere con dedizione un lavoro che amiamo e che, sappiamo, è riconosciuto come indispensabile da docenti e studenti.
Tecniche laboratorio grafica d’arte ABA – CLAP