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ANPAL Servizi | Incontro sul Lavoro Agile

27 July 2023

Ieri pomeriggio, 27 luglio 2023,  si è svolto l’incontro con l’azienda nel corso del quale è stata presentata una prima ipotesi di modello di assegnazione delle attività e degli obiettivi che sarà attuato nell’ambito della sperimentazione prevista all’art. 1, comma 7 dell’Accordo sul Lavoro Agile.

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Lo sportello del lunedì si ferma ad agosto

27 July 2023

Sappiamo bene che purtroppo lo sfruttamento non va mai in vacanza. Ancor meno in questa torrida estate.
Per questo motivo se aveste bisogno di contattarci potete farlo alla mail info@clap-info.net oppure sulla nostra pagina Facebook.

Un torto fatto a unə è un torto fatto a tuttə!

Primo maggio | Basta salari da fame nella ristorazione!

1 May 2022

Mentre Confindustria e Bonomi aggrediscono le timide aperture del Ministro del Lavoro Orlando sulla questione salariale, chiedendo la riduzione del cuneo fiscale, continua la crociata contro i giovani scansafatiche a opera degli chef cosiddetti “stellati”, che in un Paese dove non si investe in innovazione e ricerca da quasi trenta anni sono d’improvviso la punta più avanzata del modello di sviluppo. Ieri sera, in vista dei festeggiamenti del Primo maggio, l’azione di denuncia delle CLAP, nel centro di Roma.

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ANPAL Servizi | V-I-T-T-O-R-I-A!

21 September 2021

Dopo quella dei tempi determinati, comincia oggi la stabilizzazione dei collaboratori della in house delle politiche attive. Tre anni di lotte, di scioperi, di presidi, di negoziazione: finalmente, abbiamo vinto! E non ci fermeremo…

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Pisa-Valdera | Successo dello sciopero, incontro col Sindaco di Pontedera!

10 January 2019

Altissima adesione allo sciopero delle/degli Assistenti Sociali dipendenti di AGAPE Cooperativa Sociale Onlus, ampia partecipazione ai presidi che si sono svolti sotto la sede di AGAPE e del Comune di Pontedera. Ottenuto l’incontro col Sindaco di Pontedera Simone Millozzi.

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“Reddito subito”: azione di precari e disoccupati all’INPS di Roma

20 April 2018 |  Clap

Ieri (19 aprile) un gruppo di precari e disoccupati si è recato all’INPS di Roma per richiedere il reddito. I requisiti richiesti dal ReI (Reddito di Inclusione) – come più volte abbiamo segnalato – sono molto restrittivi; una misura di welfare inaccessibile ai più, tra l’altro sotto-finanziata. E intanto, mentre gli esponenti dei vari partiti continuano a discutere tra loro per formare il nuovo governo, donne e uomini non riescono ad arrivare a fine mese. Il mercato del lavoro è sempre più sbilanciato a favore delle aziende, e lavoratrici e lavoratori versano in condizioni peggiori di quelle di dieci anni fa.

La campagna “Reddito subito”, promossa da precari e disoccupati (a Roma e in diverse città italiane), vuole spezzare questa ruota, che gira ormai da troppo tempo. Qui di seguito, il testo del volantino che lancia la mobilitazione.

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Foodora: la mobilitazione dei riders arriva in Tribunale

3 April 2018

La Sciopero torinese, punto d’avvio e simbolo importante del conflitto nella Gig Economy, raggiunge anche il Tribunale: l’11 aprile prossimo :: 

Le mobilitazioni dei fattorini di Foodora, esplose a Torino nell’autunno del 2016, segnarono l’alba di un ciclo transazionale di lotte nel settore del food-delivery, capaci di denunciare le profonde contraddizioni dell’intero sistema della Gig Economy, sospeso tra tecnologie avanzate di organizzazione del lavoro attraverso le piattaforme digitali e condizioni neo-feudali dei lavoratori (paghe a cottimo, assenza delle garanzie minime, arroganza dell’azienda). Quelle lotte hanno saputo catturare l’attenzione mediatica e sviluppare un’indignazione diffusa rispetto allo sfruttamento esasperato a cui i riders sono sottoposti.

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#24A | E tu cosa chiedi a Boeri?

14 April 2015

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È ora di alzare la testa, è giunto il momento di agire!

Il 24 aprile dalle ore 9:30 ci incontreremo sotto la sede centrale dell’INPS, all’Eur, per raccontare le nostre storie ed incrociare le nostre lotte. Sarà lo Speakers’ Corner di tutt* coloro che si battono per una previdenza equa, una fiscalità sostenibile, un welfare universale.

Cosa chiederemo il 24 aprile:

* correttivi solidaristici al sistema contributivo;

* sblocco immediato dei pagamenti della DIS-COLL;

* sblocco immediato per le indennità dei tirocinanti iscritti al programma Garanzia giovani;

* rivalutazione del montante contributivo, realisticamente conveniente, almeno  parametrata al rendimento dei titoli di stato;

* una “pensione minima di cittadinanza” indipendente dal montante contributivo accumulato;

* un’aliquota della gestione separata effettivamente sostenibile; non solo il blocco degli aumenti previsto dalla riforma Fornero, ma l’avvio di un piano di riduzione sui parametri europei;

* estensione universale del welfare (malattia, maternità, ammortizzatori sociali) e reddito di base.

Queste sono solo alcune delle nostre richieste. Le altre le scriverete voi che leggete e che, con tutti noi, darete vita alla mobilitazione del 24 aprile. Scrivete e inviateci (a carovanadeidiritti@gmail.com), entro venerdì 10 aprile, le rivendicazioni da aggiungere: saranno inserite nella lettera aperta che invieremo al presidente Tito Boeri, chiedendogli di essere ricevuti il 24 aprile stesso.

Coalizione 27 febbraio

Piattaforma per il reddito di base

18 November 2013

A Roma diverse reti sociali si stanno confrontando sulla necessità di costruire uno spazio pubblico di movimento che abbia al centro la rivendicazione del reddito di base e incondizionato (RBI) e la riconquista dei diritti dentro ed oltre il lavoro. Negli ultimi anni la crisi e le politiche di austerity adottate dietro “il ricatto del debito” hanno agito come un dispositivo di “livellamento verso il basso” – facendo regredire garanzie sociali e i diritti acquisiti – seppur con un intensità diversificata e stratificata, rendendo la precarietà una condizione sociale generalizzata. Le riforme Monti-Fornero hanno ulteriormente flessibilizzato il mercato del lavoro e tagliato i fondi del nostro sistema previdenziale e welferistico. Questa è una bozza in progress di una carta d’intenti, immaginata come strumento di sensibilizzazione e ricomposizione sociale che si pone come obiettivo praticabile quello di aprire un confronto vero tra le diverse realtà sociali attive da anni su questo terreno: il sindacalismo conflittuale, i movimenti per il diritto all’abitare, le rete associative, i collettivi di precari, le reti studentesche, i lavoratori precarizzati, i centri sociali e tutti coloro che vogliono contribuire ad intensificare, coordinare e generalizzare il conflitto sociale necessario per imporre in forma adeguata il reddito di base e incondizionato come orizzonte di ridefinizione dei nuovi diritti.

· L’Italia resta al di fuori dei parametri europei continuando a disporre di un lacunoso ed iniquo sistema di ammortizzatori sociali che esclude il variegato universo dei precari e dei soggetti non coperti da nessun sistema di protezione sociale.

· L’istituzione di un reddito di base e incondizionato rappresenta un mezzo per lottare contro la precarietà (sociale e) lavorativa e il basso livello di remunerazione (in Italia i salari sono tra i più bassi d’Europa), evitando che una parte crescente della popolazione – com’è avvenuto nei 6 anni di crisi – cada nella “trappola della povertà”. Il reddito di base e incondizionato fornirebbe ai precari e ai precarizzati il potere di non accettare qualsiasi lavoro e di opporsi alla precarizzazione. Quindi il reddito di base e incondizionato è un freno alla politica di ribasso del costo del lavoro.

· Per reddito intendiamo un intervento economico universale ed incondizionato, ovvero l’erogazione di una somma monetaria a scadenza regolare e perenne in grado di garantire la riproduzione delle vite singolari. Oltre al reddito diretto vogliamo garantiti i bisogni comuni (formazione, comunicazione, mobilità, socialità, abitare) attraverso forme di reddito indiretto che possono essere erogate attraverso le competenze degli enti locali (in questo senso la Legge 4/2009 nella regione Lazio dovrebbe garantire questi diritti).

·Il reddito è il riconoscimento della produzione sociale permanente di cui siamo portatori, ricompensa forfettaria dell’appropriazione finanziaria che le forme della cattura e sottomissione producono dentro le leve della nuova valorizzazione capitalistica, della sua continua innovazione produttiva e tecnologica. Quindi non si tratta esclusivamente di redistribuire la ricchezza- il ché non sarebbe poco in questo momento, se avvenisse senza il ricatto dell’impiego precario da accettare – ma si tratta anche di riconoscere – e quindi retribuire – la produzione sociale che avviene ogni giorno.

· Il reddito è un diritto fondamentale della persona (quindi soggettivo) che tutela il diritto ad un’esistenza autonoma, libera e dignitosa, indipendentemente dalla prestazione lavorativa effettuata per questo respingiamo i provvedimenti annunciati dal neo-governo Letta che parlano di reddito minimo esclusivamente per le famiglie bisognose con figli a carico.

· Il reddito è un diritto non discriminante nei confronti di nessuno che deve essere erogato a nativi e migranti a prescindere dalla cittadinanza perché concorre a definire la piena cittadinanza sociale e il pieno godimento delle libertà civili.

· Il reddito non è un sussidio di povertà, quindi non è una forma di salarizzazione della miseria e dell’esclusione sociale. Il reddito non è un sussidio di disoccupazione.

· Il reddito non è vincolato all’accettazione di nessuna offerta formativa e/o lavorativa, di conseguenza non ha un regime sanzionatorio, fondamentale strumento di controllo sociale utilizzato nelle attuali politiche attive del lavoro basate sulwelfare to work.

· Partendo dalla rivendicazione di reddito (RBI) chiediamo che venga istituito per tutti e tutte a prescindere dalla cittadinanza un salario minimo orario che stabilisca il principio che un’ora di lavoro non venga pagata meno di un certo valore.

· Nonostante il nostro iniquo ed arbitrario sintema di ammortizzatori sociali ci sembra fondamentale sostenere le lotte per il rifinanziamento delle cassintegrazioni in deroga

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· Per costruire un senso comune che ricomponga la rivendicazione del reddito con quella della liberazione di parte del tempo di vita con la riduzione d’orario a parità di salario per redistribuire intanto il lavoro che c’è, riteniamo fondamentale sostenere e promuovere iniziative di lotta come l’esproprio e l‘autogestione delle aziende che chiudono riappropriandosi di parte della ricchezza socialmente prodotta.

RIFORMA FORNERO

17 November 2013

Riforma Fornero – legge 28 giugno 2012, n.92.

La “legge Fornero” aveva come incipit alla sua creazione le finalità di migliorare la flessibilità in entrata, riducendo le tipologie contrattuali atipiche e temporanee a favore di quelle a tempo indeterminato, e di introdurre nuovi elementi a favore della flessibilità in uscita, sia in materia di licenziamento (modifica dell’art. 18) che di ammortizzatori sociali.

La prima finalità è però contraddetta dalla modifica più importante introdotta in materia di contratti temporanei, con la possibilità di stipulare il primo contratto a termine, o di lavoro somministrato, senza la necessità di specificare la ragione per cui si assume a termine, con un limite massimo di durata che può arrivare fino a dodici mesi.

Questa modifica peggiora gravemente la condizione sociale dei lavoratori precari, destinati a passare da un’impresa all’altra e da un “primo” contratto a termine o somministrato all’altro, senza possibilità di crescita professionale e perdendo la possibilità di far valere i diritti collegati alla carenza di una reale necessità da parte dell’impresa di impiegare solo temporaneamente quel lavoratore.

In merito alla riduzione delle tipologie contrattuali, l’unico contratto eliminato è il contratto di inserimento, del quale peraltro viene meno la necessità per le imprese, libere ora di assumere a termine.

Sulla seconda finalità, la Riforma Fornero è finalizzata a rinnovare la normativa in materia di  licenziamento modificando l’art. 18. Per quanto rigurda i licenziamenti, sono cambiati i tipi di conseguenze in cui il datore di lavoro incorre nel caso di provvedimento illeggittimo, ma non sono cambiati i tipi di licenziamento: i licenziamenti discriminatori e quindi nulli; i licenziamenti per motivi disciplinari, con applicazione, secondo i casi nell’ipotesi di annullamento del licenziamento, della reintegrazione ovvero dell’indennità risarcitoria; i licenziamenti per motivi economici, con applicazione solo eventuale della reintegrazione (nei casi di più manifesta ingiustificatezza) o  del solo indennizzo.

Fino alla riforma, la reintegrazione rappresentava l’unica conseguenza in caso di licenziamento illeggittimo. Adesso il reintegro continua ad applicarsi per il licenziamento orale e per quello discriminatorio, per gli altri casi si prevede un’indennità risarcitoria, il cui ammontare è quantificato dal Giudice a secondo che sia una violazione formale (da sei a dodici mensilità) o un provvedimento insufficentemente motivato (da dodici a ventiquattro mensilità).

Sembra evidente che le conclusioni di molti ricorsi di impugnazione dei licenziamenti economici, che saranno la stragrande maggioranza se non addirittura l’esclusività, dovranno essere finalizzate a rivendicare la discriminazione, il motivo illecito determinante e la sanzione disciplinare simulata, dopo avere smontato (ove possibile) la motivazione economica.

La finalità di rinnovare il sistema di welfare si riducono nella creazione dell‘Aspi una sorta di sussidio di disoccupazione di durata di massimo 12 mesi e di contenuto modesto, privo di un reale carattere di universalità, poiché si attiva solo al versamento preventivo di contributi da parte del disoccupato. Sono esclusi coloro che il posto di lavoro non l’hanno mai avuto o che lo hanno avuto per un periodo contributivo inferiore al minimo stabilito dalla legge  (almeno 13 settimane contributive nel periodo di un anno per poter accedere alla mini Aspi).

[SCARICA Legge 28 giugno 2012, n.92 ]