Come lavoratori e lavoratrici del sociale stiamo costruendo una piattaforma discussa e revisionata da assemblee aperte e partecipate, oltre che sottoscritta da più di 2000 operatori e operatrici su Change.org
La campagna, promossa con il sostegno delle organizzazioni sindacali Adl Cobas, Clap, Cobas lavoro privato, Sial Cobas, SGB e CUB educatori Monza/Brianza, vedrà nella giornata odierna altre iniziative a Bologna e a Milano, rivolte sia alla triade della “Confindustria del sociale”, Legacoop Confcooperative e Agci, sia a Cgil Cisl e Uil e alle loro trattative che non miglioreranno affatto la nostre condizioni lavorative.
Vogliamo pari dignità, diritti e salari dei lavoratori e delle lavoratrici del servizio pubblico, nel quale lavoriamo in appalto, in accreditamento o in altre forme di esternalizzazione.
Rivendicare dignità, diritti e salari nei servizi in appalto per noi significa innanzitutto tornare a internalizzare: chiediamo contratti pubblici per lavoratori e lavoratrici esternalizzate, diciamo no al finanziamento dei servizi sulla nostra pelle.
È impossibile erogare servizi di qualità quando si è sottoposti ad un perenne stato di precarietà. Il salario non può essere condizionato dalla presenza o meno dell’utente e deve essere erogato 13 mesi l’anno. La maternità deve essere pagata al 100%. La malattia deve essere pagata al 100%. Deve essere pagato non solo il lavoro in presenza ma anche il lavoro non frontale.
Vogliamo costruire un percorso che proceda anche attraverso il superamento dei numerosi contratti di categoria verso l’unificazione in un unico contratto dei servizi socio-educativi-assistenziali- sanitari che abbia come riferimento il contratto pubblico del settore di intervento.
Vogliamo che i nostri stipendi siano equiparati alle figure presenti nel settore pubblico, che il nostro smetta di essere un lavoro di serie B.
Si apre finalmente uno spazio trasversale dove le operatrici e gli operatori sociali, nelle loro mille configurazioni, possono rivendicare uno stipendio dignitoso, salute e sicurezza sul lavoro. In tutte le iniziative si è ribadito che se il lavoro che svolgiamo è un lavoro pubblico ed essenziale, allora il salario e i diritti devono essere equiparati a quelli dei dipendenti pubblici.
Firma la petizione su Change.org https://chng.it/dfNwgpddqs, rimani aggiornato sulle iniziative di lotta!
#BASTALAVOROPOVERO