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Riders | Let’s organize!

23 February 2018 |  Clap

:: Dietro il mantra della “gig economy, o del cosiddetto “capitalismo delle piattaforme”, si celano vecchie e nuove forme di sfruttamento ::

[Foto di copertina di Vittorio Giannitelli]

I nuovi lavoratori della logistica, riders, corrieri e fattorini che lavorano sotto l’effige di Deliveroo, Foodora, JustEat e Amazon (per citare le più importanti) ne sono un esempio.

Il lavoro iper-flessibile dei fattorini viene considerato un “lavoretto”, talvolta un semplice passatempo per giovani sportivi, dove una piattaforma digitale – grazie all’intermediazione di una app – determina l’organizzazione di massacranti turni di lavoro, imponendo folli tempistiche di consegna delle merci e cancellando ogni possibilità di gestione autonoma del lavoro. Molto spesso, i fattorini sono costretti ad accettare i termini di ingaggio senza conoscere in anticipo l’indirizzo o la quantità di merce della consegna che, ovviamente, deve avvenire secondo tempistiche e modalità prestabilite “dall’alto verso il basso”, e che non contemplano le condizioni meteo o di traffico.

I manager della gig economy capitana da Deliveroo, Foodora, JustEat (i cui profitti si fondano sul trattenimento di una percentuale sugli ordini che va dal 20% al 30%) rifiutano ostinatamente di riconoscere lo statuto di lavoratore dipendente ai fattorini, relegandoli a semplici collaboratori autonomi. In questo modo si decanta una fittizia condizione di “auto-imprenditorialità” che permette lo sfruttamento selvaggio di migliaia di lavoratori e lavoratrici in tutta Italia, poiché non vengono applicati i diritti e le tutele previste per il lavoro subordinato fra cui l’indennità di malattia, la disoccupazione e le ferie.

A questo si aggiunga che i fattorini, oltre che alle direttive delle piattaforme, devono piegarsi anche alle stringenti esigenze dei clienti, i quali mediante le valutazioni sul servizio possono incidere in maniera determinante sul loro futuro lavorativo.

Dietro gli slogan delle società di Food delivery e delle piattaforme online si cela un sistema di sfruttamento che non permette di raggiungere un livello di reddito da lavoro autonomo capace di assicurare condizioni di vita dignitose, costringendo spesso riders, corrieri e fattorini a svolgere altri lavori precari e privi delle condizioni di tutela del lavoro subordinato.

In molte città italiane ed europee i cosiddetti corrieri 2.0 impegnati nelle consegne di cibo, pacchi, lettere, corrispondenza hanno iniziato a discutere e organizzarsi per migliorare le loro condizioni di lavoro che, seppur differenziate, si accomunano per una forte instabilità, bassissime retribuzioni e assenza totale di tutele. Alcune delle richieste avanzate riguardano il riconoscimento dei fattorini in quanto lavoratori subordinati, la definizione di una giusta retribuzione e di un salario minimo orario.

Se lavori per una società di Food delivery come Foodora, Deliveroo, Just-eat o sei un corriere o un fattorino e consegni cibo, pacchi o corrispondenza tu hai diritto al riconoscimento del rapporto di lavoro subordinato, a forme di bonus per ogni consegna, e al rispetto della normativa antinfortunistica.

Per conoscere i tuoi diritti e sapere come difenderli, vieni a trovarci presso lo sportello di assistenza sindacale, legale e fiscale delle CAMERE DEL LAVORO AUTONOMO E PRECARIO.

Roma

tutti i lunedì dalle 17:30 alle 20 presso Esc (via dei Volsci 159 – San Lorenzo) | info at clap-info.net – 347 0913692

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