News

Noi non siamo volontari! Il lavoro deve essere retribuito!

4 November 2015 |  Clap Roma

Oggi, 4 Novembre 2015, lavoratrici e lavoratori della Cooperativa “Un Sorriso” si ritrovano presso gli uffici dell’Osservatorio sul Mercato e le Condizioni di Lavoro del Comune di Roma, per denunciare le proprie condizioni lavorative, segnate dal mancato pagamento di diverse mensilità da parte del datore. Questa situazione drammatica è stata ampiamente documentata nei mesi scorsi.

Già in data 24 Settembre i lavoratori, sostenuti dalle CLAP – Camere del Lavoro Autonomo e Precario, hanno organizzato un presidio sotto l’Assessorato delle Politiche Sociali di viale Manzoni a Roma e hanno avviato una campagna di denuncia rispetto alle condizioni dei servizi appaltati alla Cooperativa “Un Sorriso” e alla gravissima mancanza delle retribuzioni, che ammontava in quel momento, per alcuni servizi, anche a sei mesi di arretrato. A seguito di quella iniziativa, si è aperto un tavolo di confronto in cui i lavoratori e l’associazione sindacale CLAP hanno chiesto al Dipartimento di procedere alle verifiche delle gravi violazioni denunciate e al pagamento diretto ai lavoratori delle retribuzioni mancanti attraverso l’utilizzo dei fondi dal Comune dovuti alla Cooperativa.

In data 1 Ottobre 2015, l’Assessora Francesca Danese, in un comunicato stampa, ha dichiarato: “Dopo aver accertato che sono state pagate tutte le liquidazioni richieste dalla cooperativa Il Sorriso, quelle sulle quali non sono state rilevate irregolarità amministrative, abbiamo chiesto all’Osservatorio sul Mercato e le Condizioni di Lavoro del Comune di Roma di effettuare tutte le verifiche sulla condizione dei lavoratori di quella cooperativa e sulle spettanze contrattuali relative al servizio Sprar e al progetto Casa delle mamme a loro affidati”.

Purtroppo oggi, alla vigilia dell’apertura del processo “Mafia Capitale”, che ha esibito la collusione tra amministrazione pubblica e cooperative corrotte, permettendo il c.d. business dell’accoglienza, ci chiediamo ancora quali siano i reali meccanismi di verifica che il Comune di Roma mette in atto per tutelare chi lavora nell’ambito del terzo settore e dell’accoglienza.

Eppure la stessa Danese ci aveva indicato che il suo assessorato “sta dalla parte di chi lavora, degli utenti dei servizi e della cooperazione sana. L’Osservatorio sul Mercato e le Condizioni di Lavoro è nato nel 2002 proprio per contrastare il dilagante fenomeno del lavoro irregolare attraverso un’attività di osservazione ed autocontrollo svolta nell’ambito dei settori produttivi affidati dall’Amministrazione Comunale a terzi (il Comune di Roma è tra le amministrazioni locali la stazione appaltante più grande al livello nazionale)”.

Tuttavia le parole dell’ex assessora Danese non sono state seguite da fatti concreti. In data 26 ottobre 2015, dopo diverse sollecitazioni e richieste ufficialmente protocollate, una delegazione di lavoratori ha nuovamente incontrato il Direttore della Direzione Accoglienza e Inclusione Antonio De Cinti. Quest’ultimo, alla presenza di un membro dello staff dell’assessora Danese, dopo aver inizialmente manifestato la volontà di verificare la proposta da noi avanzata in merito al pagamento diretto delle retribuzioni mancanti, ha invece individuato come unica strada quella di liquidare tutto il dovuto alla Cooperativa “Un Sorriso”, declinando ogni responsabilità inerente l’accertamento dei pagamenti. Il Dott. De Cinti ha esplicitamente dichiarato che, anche in presenza del mancato pagamento delle retribuzioni di chi lavora, non è competenza del Dipartimento verificare la gestione delle somme che il Comune di Roma versa agli enti gestori di servizi pubblici, quali i servizi di accoglienza. Insomma, una volta che il Comune ha pagato la cooperativa che gestisce un servizio, non è affar suo monitorare come i soldi vengono utilizzati. Diretta conseguenza di questo meccanismo è stato il fatto che la cooperativa “Un Sorriso” ha ottenuto a oggi tutti i fondi che le spettavano dal Comune di Roma, mentre i lavoratori continuano ad aspettare il pagamento delle numerose mensilità arretrate.

Lavoratrici/lavoratori “Un Sorriso”

CLAP – Camere del Lavoro Autonomo e Precario


 

Roma 4.11.2015 – Comunicato stampa

LA COOP “UN SORRISO” NON PAGA I LAVORATORI
IL COMUNE NON CONTROLLA

 

Dopo aver avviato la mobilitazione il 24 settembre, l’abbiamo ripresa stamane presso gli uffici dell’Osservatorio sul Mercato e le Condizioni di Lavoro del Comune di Roma, dal quale, secondo le indicazioni della ex Assessora Francesca Danese, attendevamo un tempestivo intervento a tutela dei nostri diritti negati, sul piano retributivo ma non solo.

Il Direttore della Direzione Inclusione ed Accoglienza Antonio De Cinti, nell’incontro del 26 ottobre, ha declinato ogni responsabilità di controllo sui mancati pagamenti e sulle altre gravi violazioni dei diritti dei lavoratori, pur dettagliate nei tavoli che si sono svolti nell’ultimo mese presso il Dipartimento Politiche sociali, stazione appaltante di diversi servizi gestiti dalla Cooperativa “Un Sorriso”. Restava lo spiraglio aperto dal comunicato stampa dell’allora Assessora Francesca Danese, che il primo ottobre ha richiesto all’Osservatorio una verifica sulle condizioni di lavoro all’interno della suddetta Cooperativa e sulle spettanze non ancora corrisposte.

In mancanza di riscontri, stamane un presidio ha animato via dei Cerchi a supporto di una delegazione che ha incontrato la Responsabile dell’Osservatorio Maria Maddalena Perna Ruggiero. In primo luogo abbiamo appreso che l’Assessorato non ha mai dato seguito al comunicato del primo ottobre, dunque non ha avanzato una ufficiale richiesta di intervento dell’Osservatorio. Ci siamo quindi fatti carico noi di attivare urgentemente l’intervento dello stesso. Abbiamo inoltre richiesto la convocazione di un tavolo dall’Osservatorio presieduto, in cui confrontarci con la Cooperativa “Un Sorriso” e le figure apicali del Dipartimento Politiche sociali in merito alla gestione della nostra vicenda, incluse le immutate condizioni dell’equipe del progetto Astra e le conseguenze della diffida alla Cooperativa per il servizio Sprar. Dovrebbe essere la giusta occasione per fermare il rimpallo delle responsabilità tra Dipartimento e Cooperativa a discapito dei lavoratori e degli utenti dei servizi. A supporto delle nostre ragioni, sono emersi anche riferimenti normativi importanti, come la Delibera 135 dello stesso Comune di Roma.

L’incontro di oggi è servito anche per ottenere la partecipazione al negoziato in corso sul riassorbimento dei lavoratori del servizio Casa delle Mamme, perso dalla Cooperativa “Un Sorriso” in favore di un altro ente appaltatore.

Lavoratrici e lavoratori Coop. “Un Sorriso”

CLAP – Camere del Lavoro Autonomo e Precario


Roberto Ciccarelli – Da il manifesto del 5/11/2015

Operatori sociali a Roma: «Noi non lavoriamo gratis»

Inchiesta. L’altra faccia di Mafia Capitale/5. Il caso della cooperativa «Il Sorriso»: ritardo degli stipendi da 2 a 7 mesi. I lavoratori si sono auto-organizzati e sono supportati da una nuova esperienza del sindacalismo sociale, le Camere del lavoro autonomo e precario (Clap): “Perché l’amministrazione non tutela utenti dei servizi e i lavoratori?”

Quello che conta è il ser­vi­zio per i rifu­giati, non il paga­mento dei lavo­ra­tori. E’ la con­trad­di­zione lan­ci­nante in cui vivono gli ope­ra­tori della coo­pe­ra­tiva «Il Sor­riso» di Roma, resa nota dagli attac­chi ai rifu­giati ospi­tati in una sua strut­tura a Tor Sapienza nel dicem­bre 2014, men­tre i vec­chi ver­tici sono stati coin­volti nelle inda­gini di Mafia Capi­tale. Impe­gnati in alcuni pro­getti di acco­glienza per migranti e rifu­giati, da mesi molti di que­sti lavo­ra­tori non rice­vono lo sti­pen­dio. Il ritardo oscilla da due a sette mesi per una paga bassa, ormai stan­dard nel lavoro a pro­getto e pre­ca­rio in Ita­lia: in media 7–800 euro netti al mese. La loro mobi­li­ta­zione, soste­nuta dalle camere del lavoro auto­nomo e pre­ca­rio di Roma (Clap), ha otte­nuto dall’ex asses­sore al sociale Fran­ce­sca Danese l’impegno di veri­fi­care le con­di­zioni dei lavo­rati impe­gnati nel ser­vi­zio Sprar e in un pro­getto defi­nito «Casa delle mamme».

[LEGGI TUTTO L’ARTICOLO]