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Report dell’assemblea delle iscritte verso lo sciopero dell’8 marzo

21 February 2024 |  Clap
sciopero 8 marzo

Pubblichiamo il report dell’assemblea delle iscritte, svoltasi lo scorso 9 febbraio, che si è interrogata su numerosi temi e problematiche riscontrati sui luoghi di lavoro: gender pay gap, molestie, sottoinquadramento, precarietà, gerarchie di potere, genitorialità, ecc. A partire da questo primo incontro si proverà a costruire la partecipazione allo sciopero transfemminista dell’8 marzo. Secondo incontro giovedì 29 febbraio, online. [immagine di copertina di Federica Raparelli]

Il 9 febbraio come iscritte alle Clap ci siamo incontrate con l’occasione di condividere un percorso comune che ci portasse, come primo obiettivo, alla partecipazione alla giornata di sciopero lanciata per l’8 marzo dal movimento femminista e transfemminista Non Una Di Meno. Una chiamata che arriva dopo la potenza della giornata del 25 novembre scorso, che sicuramente ha agito in modo straordinario sulla necessità di riconoscere e nominare il permanere di un’organizzazione prevalentemente patriarcale, all’interno dei luoghi di lavoro, delle scuole, della società tutta e di lottare insieme.

Quello del 9 febbraio è stato un primo incontro, denso e a tratti timido, durante il quale ci siamo ri-conosciute attraverso un primo scambio di esperienze. Abbiamo indagato e dato voce e corpi all’intersezione tra violenza di genere e violenza economica che viviamo nelle realtà lavorative.

In diverse abbiamo condiviso esperienze di sfruttamento, precarietà, discriminazione, sottoinquadramento e sottoretribuzione, la richiesta esplicita di svolgere funzioni “di cura” e di maternage non previste né da contratti né da mansionari.

Insieme, ci siamo poste il problema di come rendere collettiva una battaglia sui luoghi di lavoro, contro gli stereotipi di genere, i pregiudizi sessisti, le gerarchie del potere “maschilizzate”, mentre assistiamo alla speculare femminilizzazione del mercato del lavoro, nel quale il binomio precarietà/flessibilità è sempre più vicino a condizioni di lavoro “povero” o, per meglio dire, alla povertà tout court.

Abbiamo ribadito come le molestie, gli abusi, l’utilizzo di posizioni di potere continuano a permeare ambienti di lavoro, nei quali hanno invece libera cittadinanza posizioni politiche retrograde e sessiste, nonché continue discriminazioni nei confronti delle donne lavoratrici-madri, dell’aspetto fisico, dell’orientamento sessuale.

Ci siamo dette, dunque, di proseguire innanzitutto verso l’8 marzo per condividere pratiche e molteplicità di partecipazione possibile alla giornata e di ritrovarci subito dopo per capire come, a partire dalle esperienze, possiamo organizzarci in percorsi di denuncia, di lotta e di pratica sindacale, nelle vertenze che attraversiamo, così come nelle azioni individuali a difesa delle singole.

Abbiamo individuato come nodi principali in cui impegnarci:

  • Interventi contro la precarietà e il sottosalario, rivendicando stabilizzazioni e reinternalizzazioni di attività date in appalto,

  • Contrasto al gender pay gap attraverso la ricostruzione dei sistemi professionali, dei percorsi di carriere, degli istituti retributivi aziendali che penalizzano il lavoro di cura e contro la premialità legata alla presenza,

  • Prevenzione delle molestie, ricatti e mobbing e sostegno e difesa di coloro che li denunciano,

  • Promozione di azioni/campagne di intervento in tutti i luoghi di lavoro contro la sessualizzazione dei ruoli, l’imposizione di dress-code impropri, le richieste umilianti, aggressive e lesive della dignità professionale,

  • Potenziamento degli istituti di condivisione della genitorialità e loro maggiore copertura economica estendendone i criteri e le opportunità di utilizzo,

  • Riduzione degli orari di lavoro sia attraverso la contrattualizzazione dello smart working sia attraverso l’ottenimento della settimana corta, anche per il contrastare il part-time obbligatorio,

  • Sostegno alla valorizzazione sociale e retributiva di tutte le attività sociali, educative e di cura fortemente svalutate sul piano professionale e penalizzate da bassi livelli salariali, in cui “la retorica della gratuità della cura” diventa elemento di supersfruttamento.

Su queste ed altre questioni che vogliamo approfondire in prospettiva dello sciopero transfemminista dell’8 M vi proponiamo di incontrarci nuovamente in un’assemblea on line il 29 febbraio alle ore 18 e di dar vita ad un cantiere permanente all’interno delle CLAP che, in interlocuzione costante con il movimento Non Una Di Meno, costruisca proposte e scenari d’iniziativa dentro e fuori i posti di lavoro.