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Diaconia valdese: il rinnovo del CCNL preoccupa lavoratrici e lavoratori

13 February 2024 |  Clap

Dopo il rinnovo del CCNL Cooperative sociali i sindacati confederali si apprestano a trattare anche per il rinnovo del contratto per il personale dipendente da Enti, Opere e Istituti Valdesi, solitamente mutuato dal primo. Viste le criticità dell’accordo appena firmato, lavoratori e lavoratrici della commissione sinodale per la diaconia hanno elaborato una lettera indirizzata alle parti trattanti, sottoscritta da 80 colleghi e colleghe e promossa dalle nostre iscrittə, che qui pubblichiamo.

Scriviamo per esprimere la nostra opinione in merito alla recente approvazione del contratto delle Coop sociali che costituirà probabilmente la base per il rinnovo anche del CCNL per il personale dipendente da Enti, Opere e Istituti Valdesi.

Letto l’accordo raggiunto, emergono da parte nostra le seguenti osservazioni.

Il rinnovo ci è stato presentato da parte di CGIL come un grande risultato ottenuto per noi lavoratori e lavoratrici ma, analizzando meglio i numeri, possiamo essere certi che non si tratta di un accordo che per noi può definirsi minimamente soddisfacente e dignitoso.

L’aumento della retribuzione non è nemmeno sufficiente a recuperare quanto già perso con l’inflazione degli ultimi anni. Inoltre, prevedendo incrementi scaglionati, tale aumento complessivo arriverà a pieno regime tra il 2025 e il 2026.

L’aumento previsto è così definito: l’8,5% di aumento tabellare a cui si aggiunge il 3,5 % corrispondente alla quota della 14esima mensilità. (e retribuita solamente al 50% dello stipendio mensile).

Per quanto riguarda l’aumento tabellare, si parla di 120 euro lordi (parametrato sul livello C1 full time) e dilazionato in tre tranches nei prossimi 2 anni: la prima di 60 euro con la mensilità di febbraio 2024, la seconda di 30 euro ad ottobre 2024 e la terza di 30 euro ad ottobre 2025.

Riguardo alla 14esima, viene istituita al 50% e non al 100% come avviene nella maggior parte dei CCNL. Ciò appare come un’ulteriore svalutazione del lavoro sociale.

Per avere un’idea chiara di quanto è stato perso fino ad oggi e di quanto si continuerà a perdere in termini di potere d’acquisto, basta osservare l’andamento dell’inflazione in questi ultimi anni.

Ecco le medie dell’inflazione secondo i dati ISTAT

  • Media 2023, 5,7% (Gennaio 2023 – Dicembre 2023)

  • Media 2022, 8,1%

  • Media 2021, 1,9%

  • Media 2020, -0,2% (deflazione, quando i prezzi scendono, sono casi molto rari, verificatosi per via del Covid)

Il totale di quanto è cresciuta l’inflazione in questi anni è quindi del 15,5%. Di conseguenza, l’adeguamento al 12% (8,5+3,5 della 14esima) risulta già di per sé inferiore all’aumento dei prezzi nel periodo considerato. A ciò va aggiunto che l’inflazione continuerà a salire, comportando un ulteriore deperimento del potere d’acquisto dei lavoratori e delle lavoratrici del settore.

Inoltre, il mancato riconoscimento dell’indennità di vacanza contrattuale, aggrava ulteriormente la perdita del potere d’acquisto già subita in quanto non sono previsti né arretrati né una tantum, in grado di assorbire il divario già accumulato tra salari e costo della vita.

Date le considerazioni di cui sopra, di seguito si elencano alcune proposte sulla parte economica volte a costruire un CCNL che, anche solo le accogliesse parzialmente, potrebbe rispondere effettivamente alle esigenze sempre più impellenti e urgenti dei lavoratori e delle lavoratrici del settore.

  1. Dal momento in cui si è saltato un triennio, Aumento tabellare da subito del 15%, in linea con l’inflazione;

  2. Una tantum per recuperare la vacanza contrattuale che ammonta a 4 anni (dal 2020 al 2024).

  3. Erogazione della quattordicesima mensilità piena a decorrere dall’annualità del nuovo contratto.

  4. Garanzia del corretto inquadramento professionale sulla base delle mansioni e delle responsabilità effettivamente svolte dai lavoratori e lavoratrici.

Le richieste economiche sopra riportate sono tutte volte al recupero del potere di acquisto perso in questi anni dalle lavoratrici e dai lavoratori. la capacità del datore di lavoro di mantenere una competitività nel mercato non può essere scaricata sulle spalle di chi ha salari in larga parte sotto la media nazionale

Nel nostro specifico e al netto della parte economica, a questo dovrebbe aggiungersi il consolidamento dell’orario di lavoro per riconoscere un monte ore che è per molti già a tempo pieno, nonché la stabilizzazione per i dipendenti già in organico.

Alla luce di quanto emerso come lavoratrici e lavoratori, colleghi e colleghe del CSD esprimiamo una posizione fortemente critica dell’attuale rinnovo del CCNL Coop Sociali e esprimiamo forte preoccupazione per le trattative prossime sul rinnovo del nostro CCNL, che conseguiranno da quanto firmato a livello nazionale. Desideriamo inoltre esprimere la nostra solidarietà e la volontà di partecipare alle mobilitazioni nazionali in essere, per ribadire la nostra necessità di un riconoscimento che tuteli la nostra professionalità e un corretto adeguamento dei livelli retributivi.