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ANPAL Servizi | Il lavoro delle donne. Equilibriste del tempo

3 March 2023 |  Clap

Il 6 marzo, dalle 18:00 alle 19:30, si svolgerà in modalità telematica il seminario “Il lavoro delle donne. Equilibriste del tempo”, organizzato dalle lavoratrici e dai lavoratori CLAP – Anpal Servizi verso lo sciopero globale transfemminista dell’8 marzo.  All’incontro parteciperanno Cristina Morini e Emanuele Leonardi. 

Per la conquista di nuovi diritti!

L’Italia è attualmente in 14° posizione tra i Paesi dell’Unione Europea in tema di parità di genere, con un punteggio pari a 64 su 100 dell’indice calcolato dall’EIGE (European Institute for Gender Equality). Le dimensioni di maggiore criticità riguardano la gestione del tempo e l’approccio alla conoscenza. Ma anche rispetto alle condizioni di lavoro il punteggio è posizionato tra i più bassi d’Europa.

Nonostante le agende strategiche a livello globale (parliamo di uno dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 ONU) e gli atti programmatici degli Stati membri dell’Unione Europea perseguano la pari opportunità tra donne e uomini nello sviluppo economico, l’eliminazione di tutte le forme di violenza e di discriminazione e l’uguaglianza dei diritti a tutti i livelli di partecipazione (Gender Equality Strategy 2020-2025), il divario di genere persiste in numerosi ambiti della vita, a livello di accesso e posizionamento nel mercato del lavoro, di retribuzioni e pensioni, di welfare e assistenza, nonché nella partecipazione alla vita politica e istituzionale.

Anche il PNRR è formalmente orientato all’inclusione di genere, dove l’empowerment economico e sociale femminile e il contrasto alle discriminazioni di genere costituiscono obiettivi trasversali delle Missioni.

La strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026 è articolata su 5 priorità: Lavoro, Reddito, Competenze, Tempo e Potere. L’asse del Tempo ci indica che in Italia il tempo dedicato a famiglia e casa è sbilanciato in modo decisivo verso le donne (l’81% contro il 20% degli uomini); fenomeno che si è cronicizzato durante il periodo pandemico e le misure di contenimento adottate.

La categoria del Tempo per interpretare le dimensioni critiche ma anche per aprire campi di tensione e di negoziazione sindacale ci appare particolarmente significativa. Se la stessa distinzione tra vita-lavoro è stata superata da modelli di riferimento in cui il lavoro è considerato un ambito della vita non separato né spazialmente, né temporalmente, né socialmente, l’armonizzazione e l’equilibrio vita/lavoro si giocano nella conquista di nuove tutele e nuovi diritti orientati alla ricostruzione di un tempo generativo per la cura di sé, del benessere organizzativo, dei legami familiari e sociali, delle relazioni con l’ambiente. Conquiste tanto più urgenti da perseguire perché inserite in uno squilibrio strutturale che vede le donne, in particolare, costrette a un lavoro incessante di cura che rende anche le carriere lavorative e formative segregate, bloccate e poco lineari.

Se già la pandemia ci ha mostrato la fragilità delle strutture che permettono la nostra riproduzione sociale, la fase politica, economica e sociale che stiamo attraversando, segnata da un conflitto ai confini dello spazio europeo di portata mondiale, ci pone ulteriori sfide, ma anche nuovi spazi e terreni di attivazione.

Per questo riteniamo importante, così come la stessa strategia nazionale ci indica, promuovere una prospettiva intersezionale che guardi a tutte le dimensioni e le sfide poste dalle transizioni in atto, dal cambiamento climatico alle trasformazioni digitali, alla qualità della vita per tutte e tutti.

Quest’anno il movimento femminista e transfemminista Non una di meno lancia lo sciopero dell’8 marzo in stretta connessione con lo sciopero globale per la giustizia climatica del 3 marzo, per mettere in luce gli effetti concreti e materiali che la crisi climatica ha sulle nostre vite, sui nostri corpi, sul benessere fisico e mentale, aggravando le linee di frattura del genere, della classe, della razza, dell’abilità, della specie e dei contesti di vita.

In ANPAL Servizi, dopo le nostre continue sollecitazioni, consideriamo un primo risultato l’impegno da parte della Responsabile Capitale Umano e Relazioni Sindacali di convocare il Gruppo di Lavoro Paritetico, previsto dall’art. 44 del CCAL vigente.

Pensiamo che questi temi debbano essere centrali anche nella riflessione collettiva della nostra comunità professionale, diventando concretamente temi di negoziazione sindacale, a partire da:

  • la finalizzazione dell’Accordo definitivo sul Lavoro Agile (già oggetto dell’assemblea-laboratorio promossa da CLAP e FABI il 14 febbraio). La pandemia, infatti, ci ha consegnato alcune riflessioni imprescindibili legate al nesso tra nuove le modalità di organizzazione del lavoro, la condivisione dei carichi di cura, l’accesso a forme diversificate di welfare, che, come chiediamo da mesi, è necessario siano recepite nella direzione di un generale benessere organizzativo;

  • il superamento del gender gap, che mostra le contraddizioni dovute all’inadeguatezza delle misure di welfare e di conciliazione, all’opacità delle forme di articolazione delle progressioni di carriera e alla difficoltà per le donne di ricoprire posizioni apicali in ANPAL Servizi. Peraltro, in un contesto segnato da una crisi inflattiva che ha ridotto il potere di acquisto dei salari già fermi da decenni. Riteniamo preoccupante che nell’agenzia delle politiche attive, con una composizione in prevalenza femminile della forza lavoro, vi sia una cronica difficoltà sui temi della parità di genere, soprattutto per ciò che attiene al cosiddetto “tetto di cristallo” (raggiungimento delle posizioni apicali) e all’accesso agli istituti di conciliazione che vede un massiccio utilizzo da parte delle lavoratrici delle forme di lavoro più flessibile (part-time: 85%, orario differenziato: 77%) e da remoto (telelavoro: 83%);

  • l’introduzione di istituti avanzati ed innovativi di riequilibrio vita-lavoro per le lavoratrici e i lavoratori, di sostegno alla genitorialità e alla condivisione dei carichi di cura, nell’ambito dell’aggiornamento della parte normativa ed economica del CCAL. Soprattutto con l’introduzione del Lavoro Agile, come nuova modalità di organizzazione del lavoro, ci sembra urgente riconsiderare gli istituti di conciliazione previsti in azienda e promuovere un recepimento serio e tempestivo delle indicazioni contenute nella Direttiva europea sul work-life balance e di alcune esperienze consolidate in numerose aziende europee e italiane;

  • l’adeguamento del welfare aziendale alle specifiche esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori.