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ANPAL Servizi | La legge c’è, basta ambiguità: stabilizzazione per tutti subito!

17 January 2020

Ieri (16 gennaio) si è svolta un’assemblea dei lavoratori e delle lavoratrici di ANPAL Servizi, convocata dalle Organizzazioni Sindacali Confederali soltanto poche ore prima del tavolo negoziale con l’azienda, che si prevedeva decisivo. Una convocazione assolutamente tardiva quindi, malgrado il momento tanto delicato per il futuro dei lavoratori precari che da anni lottano per le stabilizzazioni.

L’assemblea avrebbe dovuto infatti discutere la piattaforma da presentare all’azienda: è quanto meno irrituale che un documento così importante venga condiviso e discusso con i lavoratori e le lavoratrici solo dopo mesi di tavoli negoziali con la controparte. Un’assemblea, per giunta, organizzata in modo tale da non consentire la reale partecipazione di tutti i nodi territoriali, lasciando fuori dalla discussione centinaia di lavoratori.

Nonostante le CLAP siano attualmente escluse dal tavolo di trattativa aziendale, pur essendo la prima Organizzazione Sindacale per numero di iscritti, abbiamo deciso di partecipare costruttivamente all’assemblea per provare a migliorare la piattaforma proposta dai sindacati confederali, con la speranza di trovare una concreta apertura al dialogo. Nei diversi interventi non abbiamo potuto evitare di sottolineare uno dei limiti strutturali della piattaforma, relativo alla sua sostanziale inesigibilità, soprattutto per quanto riguarda la stabilizzazione dei collaboratori: nel breve e superficiale documento presentato, si è scelto infatti di non menzionare né la platea dei lavoratori da stabilizzare né la garanzia della copertura delle risorse necessarie per le stabilizzazioni. Diversi interventi hanno disvelato l’irrilevanza del ricorso a un astratto principio di “voler stabilizzare tutti i precari”, dal momento che questa pretesa non risulta supportata né da elementi concreti e verificabili, né dalla conoscenza del Piano industriale dell’azienda da parte dei sindacati. Altri elementi di dettaglio sono stati segnalati: l’esclusione dalle stabilizzazioni di alcuni lavoratori con contratto a temine, la proposta riferita alla procedura riservata per i collaboratori. Altri ancora hanno fatto emergere che le proposte contenute nella piattaforma se, da un lato, presentano il limite di muoversi al di sotto del volere del Legislatore stabilito dall’art. 4 della L. 128/2019, dall’altro – soprattutto nel caso dei collaboratori -, ricorrono alla costruzione di un “bacino di prelazione” che più che risolvere la precarietà e l’emergenza occupazionale in ANPAL Servizi (espressione usata nella norma), rischia di “cristallizzare” la loro condizione di vulnerabilità almeno fino alla fine della nuova programmazione comunitaria (2027).

Nessuna delle proposte di sostanza ha avuto modo di essere accolta dalle Organizzazioni Sindacali Confederali, che hanno di fatto presentato e gestito il loro documento come un testo chiuso e, sostanzialmente, inemendabile, svilendo la funzione stessa del passaggio assembleare.

È stata tuttavia la gestione del voto sulla piattaforma a risultare particolarmente aspra, e persino dolorosa dal punto di vista dell’etica delle relazioni interne a una comunità professionale, relazioni che dovrebbero essere sempre preservate in qualsiasi situazione. Una gestione francamente poco responsabile, a cui non avremmo voluto assistere. Diversi interventi hanno chiesto una conduzione ordinata del voto, ricorrendo, semmai, anche a una idonea procedura referendaria, adeguata alla delicatezza della decisione, valorizzando così la partecipazione dei precari al voto. Al contrario, si è adottata una procedura di voto particolarmente disordinata, veloce, confusa, molti lavoratori non vi hanno potuto prendere parte, in spregio a qualsiasi elementare prassi democratica e rendendo di fatto non verificabili i risultati, comunicati soltanto pochi minuti dopo dalle suddette organizzazioni. Una brutta pagina della prassi sindacale; una condotta molto grave, soprattutto per organizzazioni che prevedono formalmente nel loro statuto il ricorso alla decisione collettiva democratica.

Nonostante le forzature svolte in assemblea, l’incontro tra organizzazioni confederali e azienda è stato fallimentare, vista la proposta inaccettabile presentata da Parisi. Un incontro che segna, non solo un arretramento della trattativa, ma un sostanziale azzeramento delle relazioni industriali a opera del manager statunitense; un inedito punto di svolta, pericoloso tanto per ANPAL Servizi, quanto, più in generale, per le società in house dei vari Ministeri. Una sostanziale conferma della sua attitudine fortemente antisindacale, mostrata varie volte in questi ultimi mesi, con l’attacco al diritto di sciopero e col mancato riconoscimento delle CLAP.

L’azienda ha nuovamente riconfermato che saranno solo 400 le stabilizzazioni (150 tempi determinati, 250 collaboratori), ma si riserva persino la possibilità di stabilire discrezionalmente i lavoratori da trasformare a tempo indeterminato, condizionando tale decisione alla «valutazione positiva delle prestazioni lavorative della risorsa». Tale criterio arbitrario viola quanto stabilisce la L. 128/2019, che parla esplicitamente di trasformazione diretta di tutti i lavoratori a tempo determinato. Per quanto riguarda i collaboratori, invece, la proposta aziendale prevede un’attuazione in aperta violazione della norma, limitando la stabilizzazione a soli 250 operatori su oltre 520 in forze, allungando immotivatamente i margini temporali definiti dal Legislatore. Inoltre, nelle modalità e nei termini di assunzione dei collaboratori, prevede la costituzione di una graduatoria di idonei valida 36 mesi, vincolata al superamento delle selezioni e a eventuali futuri fabbisogni professionali. In aggiunta, l’azienda esclude la continuità occupazionale di centinaia di collaboratori che non rientreranno nelle 250 stabilizzazioni, annunciando di fatto centinaia di esuberi. Per giunta, come è stato da noi più volte segnalato in questi mesi e nell’ultima assemblea, l’azienda vincola la procedibilità dell’accordo all’approvazione del Piano Industriale da parte dell’Amministrazione Vigilante, dei Piani operativi e della disponibilità delle risorse finanziarie. Come se non bastasse, l’Amministratore Unico, questa mattina, con una comunicazione aziendale diretta a tutti i lavoratori, ha annunciato che «ANPAL Servizi è pronta a dare seguito alle assunzioni a tempo indeterminato delle prime 400 persone», lasciando intendere che procederà unilateralmente, anche senza accordo sindacale.

In continuità all’OdG alla Legge di Bilancio approvato alla Camera il 23 dicembre – che impegna il Governo ad allocare in tempi stretti nuove risorse per la stabilizzazione di tutto il bacino di precari – e all’emendamento al decreto “Milleproroghe” annunciato da diverse forze di maggioranza, la Ministra del Lavoro, Sen. Nunzia Catalfo, deve necessariamente e urgentemente intervenire per la risoluzione positiva della vertenza.

Come abbiamo ribadito nell’assemblea dei lavoratori chiediamo tempestivamente una convocazione da parte del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, allo scopo di sottoscrivere un Accordo Quadro, in grado di registrare le nostre legittime richieste, nonché la chiara volontà espressa dal Legislatore.

Di fronte alla grave condotta dell’azienda, la mobilitazione permanente dei lavoratori non si arresta, saranno messe in campo tutte le azioni necessarie volte a tutelare i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, annunciando sin da subito uno sciopero e un nuovo presidio nazionale sotto il Ministero del Lavoro. Ci riserviamo di comunicare la data nei prossimi giorni. Invitiamo tutti i lavoratori a momenti unitari di lotta.

Di seguito la proposta di accordo presentata dall’azienda: [scarica pdf]

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