ANPAL Servizi

ANPAL Servizi | Stabilizzazioni, contrattazione, democrazia: cambio di passo subito!

9 April 2021

Comunicato stampa – Roma 9 aprile 2021

È opinione largamente condivisa che assisteremo, nei prossimi mesi, a una nuova contrazione del mercato del lavoro, in un contesto già pesantemente segnato dagli effetti economici e sociali generati dalla pandemia. L’annuncio del graduale affievolimento delle misure di blocco dei licenziamenti, insieme ai processi di ristrutturazione tecnologica e degli organici delle imprese, rendono ancora più urgente una piena iniziativa sul terreno dell’universalizzazione degli ammortizzatori sociali, connessa a una riforma organica delle politiche attive del lavoro.

Da lungo tempo, ormai, si susseguono dichiarazioni e iniziative parlamentari e governative, dalla Ministra Catalfo prima al Ministro Orlando ora, che segnalano l’imminente riforma della governance delle politiche attive, che lasciano intendere un possibile ritorno delle competenze al Ministero del Lavoro e un ripensamento del ruolo di ANPAL. Negli ultimi giorni, poi, abbiamo appreso dalla stampa del prossimo commissariamento di ANPAL, della pronuncia dell’Avvocatura di Stato, del proseguimento indagini della Corte dei Conti. Un rincorrersi di notizie che creano preoccupazione e disorientamento tra le lavoratrici e i lavoratori di ANPAL Servizi, i quali, da due anni a questa parte, hanno già dovuto assistere a decine di interrogazioni parlamentari con oggetto il presidente Mimmo Parisi. Un dibattito politico e mediatico – per quanto riguarda il ruolo dell’Agenzia – che continua a concentrarsi sulla mancanza di trasparenza e sull’incompatibilità del Presidente di ANPAL e A.U. di ANPAL Servizi, provocando una gravissima lesione di immagine e di dignità della comunità professionale tutta. Da diverso tempo, auspichiamo un deciso cambio di passo alla guida dell’agenzia e della sua in house, paralizzate dalla carenza di visione e indirizzo strategico dell’attuale management, che si è dimostrato inadeguato in una fase drammatica per il Paese, considerando per altro il vicino avvio del Piano strategico per le politiche attive previsto dal Recovery Plan.

A maggio si concluderanno le procedure interne di selezione rivolte ai precari “storici”, come previste dalla Legge 128/2019; intanto è appena partita la seconda prova per centinaia di collaboratori. Si tratta complessivamente di un importante risultato, destinato a cambiare radicalmente l’organizzazione interna di ANPAL Servizi, oltre che evidentemente le prospettive professionali e di vita per circa 600 operatori. Frutto esclusivo dell’intensa e inedita lotta durata tre anni a cui abbiamo pienamente contribuito, senza la quale non si sarebbe neppure potuto sfiorare tale esito. Si tratta, tuttavia, come più volte denunciato, di una lunga e farraginosa procedura di selezione assolutamente inopportuna, perché si sarebbe potuto avanzare con una selezione semplificata, assicurando maggiore operatività ad ANPAL Servizi in questa difficile congiuntura, così come si sta facendo in altri comparti della Pubblica Amministrazione. Com’era facilmente prevedibile, le procedure di selezione hanno per il momento già prodotto esclusioni dalla stabilizzazione, a causa della mancata ammissione all’orale di dieci nostri colleghi. Si tratta di operatori precari di lunga esperienza, da tempo impegnati nelle attività alla base degli argomenti del concorso, più volte già valutati dall’azienda in precedenti selezioni. Una situazione che rende evidente l’inadeguatezza della procedura selettiva adottata, prevista dall’Accordo sottoscritto il 13 febbraio 2019 dalle Organizzazioni Sindacali Confederali e dall’azienda. Un’intesa peggiorativa della Legge 128/2019, che oltretutto ha escluso le CLAP, prima Organizzazione Sindacale per numero di iscritti, e che ha dimostrato tutta la sua debolezza. La nostra O.S. supporterà gli esclusi dalle stabilizzazioni, mettendo in campo qualsiasi azione necessaria, rendendo disponibile la propria assistenza legale a tutte/i le/i lavoratrici/lavoratori coinvolti e auspicando un’iniziativa sindacale unitaria, al fine di assicurare la più adeguata pressione sull’azienda e sollecitando una risoluzione positiva della vicenda.

Considerata la previsione di fabbisogno professionale a tempo indeterminato contenuta nel Piano Industriale 2020-2022, peraltro non completamente soddisfatta dalla selezione in corso (oltre 100 posizioni ancora da ricoprire), riteniamo sia necessario e opportuno reintegrare nel processo di stabilizzazione i lavoratori esclusi dalla selezione, i precari non inclusi nel piano a causa dei vincoli disposti nell’Accordo sindacale del 13 febbraio, tra cui risultano diversi esuberi, ovvero competenze e professionalità a cui l’azienda non ha assicurato nell’ultimo anno alcuna continuità occupazionale.

Nel pieno della fase selettiva, a pochi mesi dalla più radicale modifica della composizione interna degli addetti dell’azienda, che produrrà il raddoppio dei dipendenti a tempo indeterminato, ANPAL Servizi ha affidato – senza alcuna trasparenza procedurale – nuovi incarichi dirigenziali, e ha sottoscritto l’8 marzo con le OO.SS. Confederali l’Accordo sul rinnovo della parte economica del CCAL di ANPAL Servizi. Si tratta di un accordo con molte criticità. In primo luogo, perché prevede aumenti salariali sbilanciati verso l’alto, ovvero a favore di un esiguo numero di dipendenti a cui sono attribuite specifiche responsabilità di middle management, mentre per il resto dei dipendenti gli incrementi risultano squilibrati, a eccessivo vantaggio della componente del welfare aziendale rispetto alle altre, e più importanti, componenti salariali. Tuttavia, l’aspetto particolarmente odioso di questa vicenda riguarda la modalità complessivamente opaca con cui è stata condotta la trattativa, nonché la violazione delle più elementari regole di democrazia. Riteniamo la decisione delle OO.SS. Confederali di non convocare alcuna assemblea generale delle lavoratrici e lavoratori, escludendo la possibilità di voto di queste/i ultime/i sull’accordo, una scelta particolarmente grave, un precedente che contribuisce a ridurre i già esigui spazi di democrazia all’interno di ANPAL Servizi, favorendo nei fatti una modalità autoritaria di gestione delle relazioni industriali da parte dell’azienda, che continua a non coinvolgere ai tavoli negoziali tutte le OO.SS. presenti in azienda. Una condotta antisindacale reiterata che ci ha costretti, come noto, a promuovere un’iniziativa parlamentare e un’azione legale presso il Tribunale di Roma, la cui prima udienza si è svolta il 15 marzo, mentre il 5 luglio le parti sono state nuovamente convocate.

Riteniamo inoltre che sia stato un grave errore delle OO.SS. Confederali firmatarie iniziare la trattativa sulla parte economica del CCAL senza avviare, prima, una propedeutica discussione sulla parte normativa, che per sua natura ha, tra le altre cose, il compito di ridefinire e adeguare le famiglie professionali, di stabilire correttamente le declaratorie delle figure professionali, di decidere regole chiare sulle progressioni di carriera, anche in modo da vincolare a criteri trasparenti il contenuto dei Piani di sviluppo. La conseguenza di questo modo di condurre la trattativa sul rinnovo del CCAL è purtroppo la causa principale di quanto accaduto con l’approvazione del Piano di sviluppo, che ha attribuito avanzamenti dei livelli di inquadramento con criteri assolutamente oscuri, arbitrari e fortemente discriminatori, con l’assorbimento dei superminimi negli scatti salariali appena concordati, alimentando un clima particolarmente teso tra le lavoratrici e i lavoratori. Solo negli ultimi giorni si sono registrati centinaia di accessi agli atti, segno evidente di una tensione profonda nella comunità professionale, a cui si è aggiunta un’inedita presa di parola di una delle associazioni di rappresentanza dei dirigenti. Tensioni alimentate anche dai comportamenti iniqui che ANPAL Servizi ha messo in atto sin dalle stabilizzazioni del luglio 2017 nei confronti di lavoratori precari di lunga data con contratto a tempo determinato, trasformati con livelli di inquadramento più bassi di quelli esito delle numerose selezioni superate, a oggi ancora nella quasi totalità esclusi da piani di adeguamento e di sviluppo. Destino che accomuna colleghe e colleghi mai valorizzati nelle loro professionalità in anni di operatività presso la nostra agenzia e gli operatori professional, ora in fase di selezione, che saranno contrattualizzati a tempo indeterminato con il livello di inquadramento più basso del profilo professionale attualmente ricoperto, a differenza di ciò che giustamente è accaduto nelle trasformazioni dei contratti a tempo determinato. Si tratta di comportamenti discriminatori che, uniti alla mancanza di una seria politica di valutazione e di formazione di tutto il personale, alimentano un diffuso malcontento che poco ha a che vedere con la passione e la competenza che contraddistingue quotidianamente questa comunità professionale, che in questo momento così delicato avrebbe bisogno, piuttosto, di essere ancora di più valorizzata.

Per queste ragioni chiediamo di esser immediatamente convocati con tutte le Organizzazioni Sindacali presenti in azienda, per entrare nel merito dell’attuazione del percorso di stabilizzazione dei precari, dell’adeguamento della parte normativa del contratto, della ridefinizione del Piano di sviluppo, nonché dello Smart Working, che riteniamo debba esser necessariamente regolato da un accordo, che tenga conto innanzitutto dell’emersione di esperienze e vissuti delle lavoratrici e dei lavoratori.

È necessario, dunque, ripristinare i diritti fondamentali alla libertà di organizzazione sindacale presidiati dalla Costituzione dentro ANPAL Servizi.

La lotta per la stabilizzazione e la democrazia non si ferma!

 

CLAP ANPAL Servizi