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SOGESID | Tempo scaduto: è giunta l’ora di avere risposte certe

23 October 2020

Lettera aperta |

Non era difficile prevedere quanto sta avvenendo in queste ore: con la seconda ondata ormai già dispiegata, in Italia e in Europa, il Governo sarà presto chiamato ad aumentare lo Smart Working, nella Pubblica Amministrazione come nel privato. Inutile dire che l’allarme era stato da noi sollevato, mentre, con ormai consueto atto unilaterale, SOGESID si apprestava a introdurre il Protocollo relativo al nostro ritorno in ufficio.

Da mesi, infatti, sosteniamo che lo Smart Working non sarà solo una parentesi: in primo luogo perché lo ha imposto e ce lo imporrà la pandemia; in secondo luogo perché, è sciocco far finta di non capire, la risposta economica ed europea alla pandemia imporrà accelerazioni rilevanti dal punto di vista dell’innovazione tecnologica e, con essa, del lavoro.

Proprio il carattere tendenzialmente strutturale e non semplicemente congiunturale dello Smart Working renderebbe in primo luogo necessaria una norma dedicata, tenendo in conto la debolezza tanto della Legge 81/2017 quanto del Decreto per la PA voluto pochi giorni fa dalla Ministra Fabiana Dadone. In attesa che il legislatore intervenga in maniera adeguata, e ovviamente sollecitandolo affinché lo faccia in modo tempestivo, per far fronte all’emergenza è necessaria una rinnovata contrattazione collettiva, capace di definire regole ove non ce ne sono, e di rifiutare la sovrapposizione illimitata e soffocante di tempo di lavoro e tempo di vita. Senza negoziazione collettiva, tra l’altro, il rischio dietro l’angolo è che lavoratrici e lavoratori, nella loro solitudine, perdano forza e voce, con esse inevitabilmente diritti fondamentali.

Sono mesi, e ciò è stato dimostrato ampiamente dall’ultimo accordo, accordo che le nostre RSU hanno giustamente deciso di non sottoscrivere, che i vertici di SOGESID seguono un’altra via: la rappresentanza sindacale viene consultata solo tardivamente, a giochi fatti; i protocolli, come gli accordi d’altronde, sono ab origine non negoziabili, salvo minuscole revisione per lo più marginali. Tutto ciò, tra l’altro, ha portato con sé un peggioramento sostanziale per le lavoratrici e i lavoratori, sia economico con la riduzione prima e l’eliminazione poi dei buoni pasto, che dal punto vista della sicurezza, essendo la regolamentazione del rientro in ufficio in alcun modo sincronica con lo sviluppo degli eventi.

C’è poi un convitato di pietra, dal quale il management aziendale continua a sfuggire nonostante il tempo passi inesorabile. A partire dal Primo gennaio 2021 inizierà il progressivo taglio delle convenzioni tra il Ministero dell’Ambiente e SOGESID. Taglio che sarebbe dovuto cominciare lo scorso Primo gennaio e che, solo grazie alla nostra pressione e alla disponibilità dei parlamentari di LeU, è stato rinviato di un anno, attraverso un emendamento al Decreto “Milleproroghe”. Tutto ciò mentre l’Europa sta per varare il Recovery Fund, il quale, come noto, garantirà all’Italia 209 miliardi tra prestiti a fondo perduto e prestiti a tassi di interesse molto vantaggiosi. Risorse, preme ricordarlo, che saranno fortemente destinate alla conversione ecologica dell’economia. Un’occasione epocale, che pretenderebbe da subito un potenziamento del Ministero dell’Ambiente, una adeguata valorizzazione delle competenze della lavoratrici e dei lavoratori SOGESID che nel Ministero operano, prestando la propria insostituibile consulenza tecnica. Un problema del Governo, indubbiamente, visto che anche in merito al concorso non ci è dato sapere più nulla. Ma un problema anche di SOGESID, che avrebbe dovuto negli ultimi due anni definire un Piano industriale all’altezza della situazione, senz’altro capace di tutelare i livelli occupazionali, oltre a un corretto inquadramento contrattuale.

Leggiamo con piacere che i nostri rilievi critici siano condivisi anche dalla CGIL; si tratta ora di capire come rispondere al problema. Per noi è in primo luogo fondamentale ridare la parola alle lavoratrici e ai lavoratori. Anche se a distanza e sulle piattaforme, è necessaria e urgente un’assemblea. Così come riteniamo necessario pretendere risposte politiche già nella prossima Legge di Bilancio, riattivando la comunicazione con le forze politiche della maggioranza, affinché risolvano il problema imminente, ovvero il taglio delle convenzioni, quanto quello più strutturale, ovvero l’effettiva conversione ecologica dell’economia. È una sfida epocale, che riguarda il futuro delle lavoratrici e dei lavoratori SOGESID come quello del Paese. Occorre dunque unire le forze, sollecitare il Governo, e pretendere una rinnovata stagione della contrattazione collettiva in azienda, perché con gli atti unilaterali si fanno danni.

 

CLAP – Camere del Lavoro Autonomo e Precario

Coordinamento delle lavoratrici e dei lavoratori SOGESID