ANPAL Servizi

ANPAL Servizi | «La lotta per le stabilizzazioni non si ferma»

3 October 2020

Impazza la polemica – inaccettabile – sul Reddito di Cittadinanza e nessuno ricorda che lavoratrici e lavoratori dell’Agenzia Nazionale delle politiche attive sono precari da anni, a volte da decenni. La parola a Cristian Sica, precario “storico” e delegato delle Camere del Lavoro Autonomo e Precario, nell’intervista a cura di DINAMOpress.

Continua la bufera sul Reddito di Cittadinanza. A partire da Confindustria, la stampa mainstream e la politica in modo trasversale condannano la misura voluta dai 5 Stelle che, fin qui, ha raggiunto 3 milioni di beneficiari. Pur con i suoi pesanti limiti, che abbiamo più volta rimarcato, il Reddito di Cittadinanza ha senz’altro salvato il Paese dal collasso sociale. Andrebbe sì rivisto, ma aumentando le risorse e la platea. Nella polemica, intanto, passa in secondo piano lo scandalo di ANPAL Servizi: Società in house che gestisce le politiche attive con oltre quattro quinti del personale precario. Ne parliamo con Cristian Sica, delegato delle CLAP e animatore della battaglia per la stabilizzazione che va avanti da due anni e più.

 

Mercoledì 30 settembre, scadevano i contratti di 253 collaboratori, dopo quelli scaduti lo scorso 31 luglio. L’azienda ha proceduto con le proroghe, fin troppo lunghe. Cosa ne è delle stabilizzazioni da effettuare entro l’anno?

La decisione, presa da ANPAL Servizi, di procedere con proroghe lunghe dei contratti di collaborazione è in netta contraddizione con quanto più volte dichiarato dall’Amministratore Unico Domenico Parisi nel corso delle audizioni parlamentari, nelle Commissioni Lavoro di Camera e Senato. Dopo l’approvazione del Piano Industriale di ANPAL Servizi, Parisi affermava infatti che il processo di stabilizzazione dei precari “storici” si sarebbe dovuto concludere entro dicembre 2020.

La continuità occupazionale garantita dalle proroghe non è altro che l’ennesimo prolungamento del limbo della precarietà nel quale gli operatori delle politiche attive vivono da oltre un decennio, in alcuni casi anche da venti anni. Si tratta di un destino comune ai lavoratori di molte Società in house in Italia, i cui tratti distintivi sono: la temporaneità, la vulnerabilità e il costante ricatto del rinnovo contrattuale, la percezione dell’assenza di diritti, l’insicurezza economica e l’impossibilità di progettare il futuro. Su tutti questi elementi, si inseriscono i processi di fidelizzazione che le Società utilizzano con la promessa di una collaborazione duratura nel tempo. Una trappola che ha permesso il diffondersi di decine di migliaia di “lavoratori parasubordinati stabilmente precari” che rappresentano un patrimonio di professionalità essenziale per garantire la continuità delle funzioni e dei servizi di Ministeri, enti pubblici, Regioni ed enti locali. Questa contraddizione diventa un paradosso inaccettabile – e tutto italiano – nel caso dei “lavoratori precari che devono ricollocare i disoccupati”.

Le CLAP ANPAL Servizi, attraverso due anni di determinata mobilitazione e con una serrata interlocuzione con le forze parlamentari di maggioranza, hanno conquistato la Legge n. 128/2019, che per la prima volta ha aperto la strada alla stabilizzazione di tutto il bacino dei 654 precari storici.

Un dispositivo normativo che ha aperto dei varchi importanti e che per questo può e deve diventare riproducibile per superare la precarietà anche nelle altre Società in house. A undici mesi dall’approvazione della norma, ANPAL Servizi non ha ancora chiarito i tempi di avvio delle procedure di stabilizzazione e la natura della selezione. È urgente e necessaria la piena e rapida applicazione della Legge n. 128/2019, ovvero la stabilizzazione di tutto il bacino dei precari “storici”, senza nessuno degli esuberi dichiarati nel Piano Industriale.

 

E intanto, da oggi a dicembre…

Scadranno decine di altri contratti di collaborazione e nel 2021 i contratti in scadenza saranno migliaia. È utile ricordare che al momento dell’assunzione dei collaboratori Navigator nel luglio 2019, ANPAL Servizi è diventata una società per azioni a totale partecipazione pubblica con un organico composto da circa il 90% da tipologie contrattuali a termine: la Società in house con il maggior numero di precari d’Italia. La recente stabilizzazione dei lavoratori con contratti a tempo determinato ha abbassato di pochissimo questa percentuale che continua a superare 85%. Come se non bastasse, il Piano Industriale di ANPAL Servizi approvato il 9 luglio dal Cda di ANPAL, con il voto contrario del rappresentante delle Regioni, stabilisce il reclutamento di 277 nuovi collaboratori. Di conseguenza nei prossimi mesi il problema del precariato si aggraverà ulteriormente.

 

Di poche ore fa la notizia dell’inchiesta sui concorsi presso la Fiera di Roma. Possibile che si debba sperperare denaro pubblico in questo modo? Quale la vostra posizione sulle prove selettive?

L’inchiesta aperta dalla magistratura sulla Fiera di Roma rileva chiaramente il business che esiste dietro i maxi-concorsi pubblici, dove l’aggiudicazione di appalti non “limpidi”, i fenomeni di corruzione e lo spreco di risorse pubbliche sono una consuetudine. Inoltre nel contesto di emergenza sanitaria che stiamo vivendo esiste un serio problema di sicurezza. Tutti ricordiamo le immagini del test di Medicina svoltosi a luglio alla Fiera Roma, dove i candidati erano assembrati e le distanze di sicurezza non sono state in alcun modo rispettate.

È utile chiarire che gli operatori precari di ANPAL Servizi hanno già superato in media cinque prove a evidenza pubblica per ottenere l’accensione dei contratti a tempo determinato o di collaborazione coordinata e continuativa. Il personale precario, nel corso degli anni, prima in Italia Lavoro poi in ANPAL Servizi, non ha mai avuto modo di scegliere la tipologia contrattuale, partecipando alle procedure di selezione a evidenza pubblica secondo le decisioni stabilite dall’azienda, sottoponendosi a prove selettive talvolta per la stessa posizione ricoperta in precedenza. Inoltre, come chiarito dall’avvocato delle CLAP Alessandro Brunetti, in materia di lavoro nelle Società a partecipazione pubblica, sulla base delle vigenti norme, le assunzioni non devono obbligatoriamente passare attraverso un concorso pubblico. Ancora: nel caso di ANPAL Servizi, i concorsi dovrebbero certificare competenze già validate nelle prove selettive svolte dai collaboratori ad ogni rinnovo contrattuale. Per tutti questi motivi non ci sarebbe bisogno di nessuna ulteriore selezione.

Vista l’emergenza sanitaria e l’inevitabile seconda ondata (già imminente), nell’incontro del 7 luglio con la Ministra Catalfo e nelle comunicazioni inviate recentemente all’azienda, abbiamo insistito affinché la stabilizzazione avvenga attraverso procedure concorsuali rapide, semplificate ed in modalità telematica, coerentemente con quanto disposto dall’art. 249 del Decreto Rilancio. Inoltre, riteniamo uno spreco di risorse pubbliche il ricorso ad una società esterna per lo svolgimento delle prove. Accogliamo positivamente la notizia che alcune rappresentanze sindacali confederali presenti in azienda, nonostante il pessimo accordo sottoscritto con l’azienda il 13 febbraio 2020, convergano in questo momento sulle nostre posizioni.

 

Confindustria e buona parte della maggioranza attaccano il Reddito di Cittadinanza. Quando invece lo difendono, comunque insistono sulla necessità di rafforzare le condizionalità. Vi pare questo il modo di risolvere il problema dell’incrocio tra domanda e offerta di lavoro? 

La modalità in cui si sta svolgendo l’attacco al Reddito di Cittadinanza (RdC) ha fatto emergere con forza posizioni ideologiche e miseria della politica. Confindustria tenta “l’assalto alla diligenza”, non soddisfatta delle ingenti risorse investite in misure di incentivazione e di sostegno rivolte alle imprese e al mondo produttivo.

La crisi economica connessa alla diffusione della pandemia da COVID-19 ha già generato un impatto drammatico sui livelli occupazionali e sull’aumento delle disuguaglianze. La fine del blocco dei licenziamenti aggreverà drammaticamente la crisi occupazionale. Le crisi aziendali stanno già provocando ripercussioni in termini occupazionali e salariali. Le misure varate dal Governo per contrastare gli effetti economico-sociali del Coronavirus sono state frammentate e insufficienti. Per questo è necessario un ripensamento del ruolo del RdC, attraverso un allargamento dei parametri di accesso, accompagnato da un netto superamento dei vincoli di condizionalità. In una congiuntura così difficile, burocratizzare ulteriormente la gestione della misura e inasprire i dispositivi di workfare significa alimentare il lavoro coatto, malpagato o del tutto gratuito, come nel caso dei Progetti Utili alla Collettività (PUC) che i beneficiari di RdC sono tenuti a svolgere nel comune di residenza. Senza serie politiche di sviluppo e politiche industriali, qualsiasi App per l’incrocio domanda/offerta di lavoro è destinata a produrre risultati deludenti. Il welfare e le politiche del lavoro dovrebbero svolgere una funzione strategica. Il Recovery Plan è una grande opportunità per investire sul welfare universale, rafforzare i servizi pubblici per l’impiego, stabilizzare i precari, potenziare i servizi di tutoraggio, orientamento individuale, formazione e riqualificazione professionale.

 

Pure essendo una Società in house 100% MEF, ed essendo le CLAP primo sindacato in azienda per numero di iscritti, ANPAL Servizi continua a tenervi fuori dai tavoli negoziali. Quali le prossime mosse?

 Quanto sta avvenendo in ANPAL Servizi è una gravissima violazione delle libertà e dei diritti sindacali costituzionalmente presidiati. Le CLAP, nonostante siano la prima organizzazione Sindacale in azienda per numero di iscritti e abbiano a partecipato a tutti gli incontri negoziali sulle stabilizzazioni disposti dal Ministero del Lavoro, sono attualmente escluse dal tavolo di trattativa in azienda. Un condotta discriminatoria e anti-sindacale da parte dell’A.U. Domenico Parisi, che abbiamo più volte segnalato alla Ministra Catalfo e alle forze parlamentari di maggioranza.

Nell’ambito del Festival delle CLAP, l’8 ottobre si svolgerà a Roma (presso Esc) l’incontro Diritti del lavoro e democrazia sindacale nella crisi della globalizzazione. Un momento di confronto sulla democrazia e la reale rappresentanza sindacale tra giuslavoristi, parlamentari e delegati sindacali. Qualora non ci fossero date risposte immediate sulle stabilizzazioni e il riconoscimento delle CLAP, metteremo in campo una nuova mobilitazione sotto il Ministero del Lavoro. Nelle prossime settimane, la nostra battaglia continuerà anche dal punto di vista legale, sia per quanto riguarda l’impugnazione dei contratti sia per ciò che concerne il riconoscimento della nostra rappresentanza sindacale.

 

Leggi le dichiarazioni di Nicola Fratoianni, Deputato di Sinistra Italiana/LeU

Leggi le dichiarazioni di Chiara Gribaudo, Deputata di Partito Democratico (Pd)