Segnaliamo le più significative: insufficiente distribuzione dei Dispositivi di Prevenzione Individuale; regole inadeguate per l’utilizzo degli spogliatoi del personale; drammatica disattenzione nei confronti delle Partite IVA che, oltre alle condizioni contrattuali illecite, sono costrette alla mobilità da un reparto all’altro, esponendo loro stesse e i reparti tutti al rischio del contagio e della sua estensione.
Nonostante la gravità della situazione, l’azienda non si è mai degnata di risponderci.
Intanto aumentano in tutto il Paese i morti tra medici e infermieri, esplode il caso ignobile delle RSA in Lombardia, crescono i contagi nel Lazio, concentrati in particolare in tre cluster, il più rilevante dei quali è il San Raffaele, RSA di Rocca di Papa compresa, al pari di “Villa delle Querce”, nella ASL Roma 6. Sappiamo con certezza – confermano sia la stampa che le istituzioni locali – che ci sono diversi positivi nella struttura di Nemi (reparti di Medicina e Lungodegenza) che, bene ricordare, ha più di 100 posti in RSA. Ora, più che mai, non si può attendere un minuto in più: chiediamo con forza urgenti interventi a tutela della salute del personale e dei pazienti/degenti. Il disastro lombardo ha evidenziato che la privatizzazione della Sanità pubblica produce danni. Dobbiamo batterci da subito, sollecitando la Regione Lazio, affinché gli stessi errori non si ripetano.