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Blocco delle consegne: i riders di Deliveroo chiedono dignità

27 September 2019

Stop alle consegne per due ore. I riders di Deliveroo, la multinazionale del food delivery, hanno incrociato le braccia martedì 24 settembre sera a Roma, dalle 20 alle 22. Un segno di protesta contro la precarietà delle condizioni di lavoro e le paghe sempre più basse per ogni consegna effettuata, a fronte di un aumento delle distanze tra il ristorante e la casa del cliente.

Visto il muro alzato in passato alla multinazionale nei confronti di chi chiedeva spiegazioni (il sistema di comunicazione con l’azienda è gradualmente passato da uno sportello fisico aperto due volte al mese, poi chiuso, all’invio di mail, regredendo infine alla compilazione di un form sul sito web), i riders hanno deciso di colpire il sistema dall’interno.
Appuntamento alle 20 nei principali punti di ritrovo, log in al sistema e rifiuto sistematico di ogni ordine passato dall’applicazione, giacché, essendo inquadrati come “liberi professionisti”, i fattorini hanno facoltà di accettare o meno gli ordini proposti senza nessuna conseguenza, se non quella di non essere pagati. I riders in sciopero hanno bloccato per due ore le zone nevralgiche in cui è suddivisa la mappa delle consegne di Roma: Salario/Parioli, Ponte Milvio e Cassia, Trastevere ed Eur. Centinaia gli ordini rifiutati fino alle 22, con un evidente danno economico creato all’azienda.
Alla protesta, nata spontaneamente per la strada e coordinata solo attraverso una chat di gruppo, ha aderito, per il momento, una cinquantina di riders, ma l’intenzione è quella di renderla un appuntamento fisso settimanale, allargando la base dei partecipanti fino a paralizzare il sistema di consegne. Al termine del turno, infine, la rivendicazione dell’azione di protesta e l’invio di una mail con le richieste da mettere sul tavolo della discussione, se mai se ne aprirà uno. Una maggiore chiarezza sulla composizione della tariffa di pagamento di ogni consegna e il reinserimento di un limite minimo di retribuzione di almeno quattro euro a ordine.
I punti su cui il movimento batte più forte sono però il diritto a ferie e malattia (che, di fatto, influiscono negativamente sulle statistiche di ogni singolo rider penalizzandolo nell’accesso alla prenotazione dei turni) e l’introduzione di un’assicurazione sugli infortuni non affidata a una compagnia privata. Richieste che provengono dai lavoratori Deliveroo segnati da precarietà e sfruttamento: altro che lavori “per stare all’aperto”, come sostiene spudoratamente l’azienda. Dalla quale, dopo i ripetuti silenzi del passato, si attende una risposta ora che è stata toccata nel vivo.
AG