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Si può lavorare senza stipendio?

25 May 2016

Operatori sociali in mobilitazione scrivono una Lettera aperta ai candidati Sindaco

Gentile candidata, gentile candidato Sindaco,

conoscete, sicuramente, le tormentate vicende che hanno segnato il sistema dell’accoglienza a Roma. Le conoscete per le cronache giudiziarie dello scorso anno, l’inchiesta “Mafia Capitale”, la scoperta del malaffare nelle istituzioni capitoline e nelle grandi Cooperative che di accoglienza si occupavano e ora, commissariate dall’intervento prefettizio, continuano a farlo. Conoscete i nomi, le complicità, la corruttela.

Sicuramente, però, conoscete meno un’altra storia. Una storia che raccontiamo da più di un anno, con fatica e tenacia, attraverso le nostre mobilitazioni. La storia di chi, nel sistema dell’accoglienza, lavora. Lavoro pagato poco, soprattutto pagato in ritardo o non pagato, per mesi e mesi. In buona sostanza, lavoro gratuito per conto della Pubblica Amministrazione. Chiaro, noi siamo dipendenti delle Cooperative sociali, sono loro gli appaltatori del servizio e dunque i responsabili delle nostre retribuzioni. Senza sosta, da tempo stiamo denunciando questa gravissima responsabilità. Peccato, però, che spesso e volentieri Roma Capitale paga i servizi da noi resi, per conto delle Cooperative, con enormi ritardi, inaccettabili per una grande città moderna ed europea. Di più: secondo le Deliberazioni 135/2000 e 259/2005, l’Amministrazione dovrebbe tutelare il pieno rispetto dei diritti di chi lavora nei propri appalti, cosa che, con eccessiva frequenza, non succede.

Vittime di questo sistema, tra l’altro, siamo noi lavoratori come i migranti ospiti, profughi e richiedenti asilo. Anche loro, troppo spesso, si trovano a vivere senza Pocket Money, Metro Card o tirocini formativi. Stessi i problemi: le risorse mancano, “incagliate” nelle procedure burocratiche dell’Amministrazione o nelle inadempienze delle Cooperative.

La nostra è una storia di cui nessuno vuole parlare, quasi fosse diventato normale, in Italia, procedere con appalti definiti secondo l’offerta economicamente più vantaggiosa, formula cieca alla qualità dei servizi, nei fatti equivalente al massimo ribasso, che scarica su lavoratrici e lavoratori i rischi di impresa. Quasi fosse diventato normale lavorare senza esser pagati. Per noi, però, tutto ciò continua a non essere normale, e non ci stancheremo di pretendere i nostri diritti: alla retribuzione, al rispetto degli inquadramenti contrattuali, all’assistenza sanitaria e psicologica, ecc.

Gentile candidata, gentile candidato, ti rivolgiamo domande semplici: lavoreresti per mesi e mesi senza stipendio? È possibile che l’Amministrazione di Roma Capitale, per far funzionare i suoi servizi essenziali, approfitti di lavoro mal pagato o non pagato?

Domani mattina, 26 maggio, noi saremo nuovamente sotto il Dipartimento Politiche sociali, per essere ricevuti in delegazione e chiedere risposte immediate. Sarebbe bello sapere – trovate voi la forma comunicativa più adeguata – che siete solidali con la nostra battaglia.

Cordialmente,

Lavoratrici e lavoratori dei Centri SPRAR “Eta Beta”

CLAP – Camere del Lavoro Autonomo e Precario