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Lettera aperta al ministro Poletti: cambiare rotta in 9 punti

17 June 2015

Camera, informativa urgente dell presidente del ConsiglioAl Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti,

Siamo lavoratori, professionisti autonomi, atipici e ordinisti, parasubordinati, precari della ricerca, studenti, iscritti al programma ‘Garanzia giovani’; Le scriviamo perché mercoledì 24 giugno saremo sotto il suo ufficio, con un’intenzione chiara: poterLa incontrare, presentarLe le nostre istanze.

A più riprese, tanto Lei quanto il Presidente del Consiglio Renzi, avete dichiarato di voler estendere tutele e diritti al mondo del lavoro autonomo, ai precari, alle giovani generazioni. Di più: è a nome di questo mondo, di cui noi siamo parte, che avete cancellato diritti fondamentali come lo Statuto dei lavoratori. Il Jobs Act è diventato legge, due decreti attuativi sono entrati in vigore lo scorso 7 marzo, ma ancora nulla è stato fatto per chi – e stiamo parlando di milioni di persone – è senza tutele: il decreto Milleproroghe, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 2 marzo, si è limitato a rinviare al 2016 l’aumento dell’aliquota della Gestione separata INPS e la cancellazione del regime dei minimi; la NASpI non è stata estesa, così come promesso, alle partite Iva; la DIS-COLL, che a causa dei ritardi dell’INPS ancora non è stata erogata, esclude ricercatori non strutturati e dottorandi. Ciliegina avvelenata sulla torta, il Presidente del Consiglio ha tacciato di «incostituzionalità» e «assistenzialismo» il reddito minimo garantito, proposta ormai sostenuta da settori molto ampi della società e della politica. Ancora: mentre fisco e previdenza sfiancano i lavoratori autonomi, le imprese che assumono accedono a sgravi di 8.060 euro l’anno, per tre anni, per ogni nuovo contratto.

Non c’è dubbio, qualcosa è cambiato: il licenziamento è diventato facile e le imprese hanno ottenuto maggiori incentivi a carico delle risorse pubbliche e delle tasche dei contribuenti. Tutto il resto, invece, è rimasto come prima: il lavoro professionale e della conoscenza perde sempre più il suo valore, con incessante svalutazione delle competenze, tariffe scandalose, gare al ribasso, appelli al volontariato per attività che generano profitto; il welfare continua a essere un privilegio di pochi; la precarietà si estende. Un paese come l’Italia, che dovrebbe far leva su lavoratori altamente qualificati per risalire la china, non investe su di loro, anzi li aggrava e lascia che la mancanza di tutele abbatta la spinta di innovazione di cui sono portatori.

Il 24 aprile, al seguito della mobilitazione, abbiamo incontrato il Presidente dell’INPS Tito Boeri, e sottoposto a lui le nostre proposte in materia previdenziale. Il 24 giugno saremo da Lei, ministro Poletti, per chiedere conto di quanto fin qui non è stato fatto, per illustrare le linee guida di una trasformazione necessaria, non più rinviabile. Le nostre richieste, che con questa ci limitiamo a presentarLe, sono esito di un confronto serrato che procede da settimane, da Nord a Sud, e che coinvolge una parte del paese e del mondo del lavoro che non ha voce:

* Un’aliquota della Gestione Separata effettivamente sostenibile: non solo il blocco degli aumenti previsto dalla riforma Fornero, ma l’avvio di un piano di riduzione sui parametri europei;

* Diritto all’indennità di malattia per il lavoro autonomo;

* Estensione della DIS-COLL per ricercatori non strutturati e dottorandi;

* Introduzione di correttivi solidaristici all’attuale sistema contributivo;

* Una ‘pensione minima di cittadinanza’ indipendente dal montante contributivo accumulato e superiore all’attuale assegno sociale;

* Tutela del lavoro negli studi professionali e introduzione di un contratto di apprendistato per i praticanti delle professioni ordinistiche;

* Introduzione di un reddito minimo garantito;

* Estensione della NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego) – con risorse provenienti dalla fiscalità generale – ai lavoratori autonomi;

* Un monitoraggio effettivo nei confronti delle casse previdenziali ordinistiche.

Riteniamo queste le premesse fondamentali per ripensare i diritti e le protezioni sociali di un paese ‒ il nostro, lo ricordiamo ‒ affossato dalla crisi, dalla disoccupazione di massa, dall’impoverimento, dalla svalorizzazione del lavoro. Pretendiamo di essere ricevuto e ascoltati, confermandoLe che la nostra mobilitazione non si fermerà fino a quando non otterremo risposte concrete.

Distinti saluti,

Coalizione 27 febbraio (ACTA, ADU – Associazione degli avvocati Difensori d’Ufficio, ANAI – Associazione Nazionale Archivistica Italiana, Archivisti in Movimento, Assoarching, Associazione delle guide turistiche, Camere del Lavoro Autonomo e Precario – CLAP, Comitato per l’Equita Fiscale, Comitato Professioni Tecniche – Ingegneri e Architetti, F.N.P.I. – Federazione Nazionale Parafarmacie Italiane, Geomobilitati – Geometri, IVA sei Partita, Inarcassa Insostenibile, Intermittenti della Ricerca – Roma, MGA – Mobilitazione Generale degli Avvocati, Rete della Conoscenza, Sciopero Sociale – Roma, Stampa Romana)