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ANPAL Servizi | Smart Working: condizioni di lavoro e nuovi diritti

13 February 2023

Lo stato di emergenza pandemica ha mutato l’ordinaria modalità di svolgimento delle prestazioni, determinando un inedito fenomeno di riorganizzazione del lavoro subordinato. La formula coatta del “lavoro da casa” nella crisi sanitaria, però, ha poco a che vedere con il Lavoro Agile, che si realizza sulla base di un presupposto fondamentale: la libera scelta della lavoratrice e del lavoratore. A seguire, la presentazione e il programma del seminario organizzato da CLAP e FABI ANPAL Servizi.

Lo stato di emergenza pandemica ha mutato l’ordinaria modalità di svolgimento delle prestazioni, determinando un inedito fenomeno di riorganizzazione del lavoro subordinato. L’Italia, come nel resto dell’Europa, si è trovata di fronte ad un importante esperimento di remotizzazione delle attività lavorative. Pur con caratteristiche differenti, in funzione dei diversi settori produttivi e della natura pubblica o privata del lavoro, l’esperienza dello Smart Working emergenziale ha evidenziato l’ampio grado di “telelavorabilità” delle mansioni e dato avvio ad un vero e proprio esperimento organizzativo e sociale. Ma la formula coatta del “lavoro da casa” durante la crisi sanitaria ha poco a che vedere con il Lavoro Agile, che si realizza sulla base di un presupposto fondamentale: la libera scelta della lavoratrice e del lavoratore.

Seppur in misura inferiore rispetto alla fase più acuta della pandemia, con il termine dello stato di emergenza, in alcuni settori il Lavoro Agile continua ad interessare una platea di lavoratrici e lavoratori ben superiore rispetto all’esiguo utilizzo determinato dalla legge n. 81/2017, il cui un impianto regolatorio è tuttora incompleto e rimesso in gran parte all’accordo individuale tra datore e dipendente, con il rischio di una grave frammentazione delle tutele. Diverse ricerche evidenziano che il rallentamento nell’utilizzo del Lavoro Agile è attribuibile sostanzialmente all’incapacità manageriale di introdurre innovazioni nell’organizzazione del lavoro, prevedendo un lavoro per fasi, cicli ed obiettivi, realizzato in modalità ibrida. Un limite che in questi mesi stiamo fortemente riscontrando anche in ANPAL Servizi.

Superata la fase della soluzione di imposizione unilaterale dello strumento, la contrattazione collettiva ha assunto comunque una funzione propulsiva di regolazione del Lavoro Agile, nel solco del Protocollo Nazionale sul lavoro in modalità agile per il settore privato e dello Schema di linee guida in materia di lavoro agile nelle amministrazioni pubbliche per il pubblico impiego. In Italia e in Europa, sulla scorta dell’esperienza francese, è nata l’esigenza di definire e riconoscere diritti di nuova concezione come quello alla disconnessione dalle strumentazioni tecnologiche e dalle piattaforme informatiche. Il lavoratore agile, infatti, è particolarmente esposto ai rischi derivanti dall’eccesso di lavoro (stress, burn out), dall’isolamento sociale, e dalla connotazione labile dei confini tra spazi/tempi lavorativi e non lavorativi. Inoltre, come evidenziato in indagini europee, il Lavoro Agile pone inediti problemi alla tutela della salute e della sicurezza, poiché crea nuovi rischi relativamente alle sedi di lavoro (ufficio, casa, co-working) così come amplifica i rischi psicosociali collegati al lavoro cognitivo, quali l’ansia e l’esaurimento psico-fisico fino alla depressione. Accanto a questo, non va trascurato l’impatto che il Lavoro Agile, in assenza di istituzioni welfaristiche di conciliazione vita-lavoro, sta producendo sulle lavoratrici, su cui viene fatto ricadere il peso del lavoro di cura.

Così come è fondamentale tener conto delle conseguenze redistributive dell’utilizzo del Lavoro Agile. Alcune analisi hanno evidenziato la consistente riduzione dei costi registrata dalle aziende in questi anni. Economie che devono necessariamente esser redistribuite tra aziende e dipendenti, soprattutto in un contesto segnato da alta inflazione e perdita del potere di acquisto delle retribuzioni.

Nell’attuale scenario il Lavoro Agile, soprattutto nell’ambito del terziario avanzato, ha acquisito una rilevante importanza nella contrattazione collettiva aziendale, che potrebbe aprire a nuovi diritti e tutele in grado di incidere sia sulla contrattazione collettiva nazionale che sul piano normativo. La regolazione di un istituto come il Lavoro Agile, apportando numerosi cambiamenti nell’organizzazione del lavoro e nei rapporti di lavoro individuali e collettivi, richiederebbe la realizzazione di modelli partecipativi dei dipendenti al fine di conseguire un efficace impiego dell’istituto. Tutto ciò al fine di valorizzare pienamente quanto sperimentato durante l’emergenza sanitaria, innovare i processi di lavoro, investire sulla formazione, sugli strumenti e i servizi digitali, accelerando il passaggio da modelli organizzativi di tipo piramidali improntati sulla presenza fisica, a sistemi di lavoro che privilegiano la fiducia e l’autonomia organizzativa e decisionale delle lavoratrici e dei lavoratori. Purtroppo, registriamo che tutto ciò non sta avvenendo in ANPAL Servizi, dove il management in maniera unilaterale ha persino bloccato le relazioni industriali, causando un grave danno all’avanzamento dei diritti delle/dei dipendenti.

Per indagare le profonde trasformazioni in atto siamo convinti sia necessario aprire cantieri di ricerca interdisciplinari in grado di osservare il fenomeno da diverse angolazioni  – quella giuridica, economica, sociologica, psicologica, statistica e ecologica  – stimolando l’elaborazione collettiva di una nuova grammatica di diritti, che potrebbero agire nei processi di transizione produttiva e tecnologica in atto. In questo senso intendiamo sperimentare l’avvio di laboratori sindacali aperti a tutta la comunità professionale di ANPAL Servizi, poiché pensiamo che i diritti si conquistino sia attraverso esplicite azioni di lotta che con la condivisione di saperi critici e la valorizzazione dell’intelligenza collettiva.

Martedì 14 febbraio dalle 14:00 alle 15:30 si svolgerà in modalità ibrida l’assemblea-laboratorio sindacale Smart Working: condizioni di lavoro e nuovi diritti.

Parteciperanno:  

Dott.ssa Lidia Baratta (giornalista Linkiesta);

Dott.ssa Tiziana Canal (ricercatrice Univesidad Carlo III, Madrid);

Prof. Federico Martelloni (Università di Bologna);

Prof. Devi Sacchetto (Università di Padova).

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RSA CLAP e RSA FABI