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Tempo scaduto: risorse subito per Università e Ricerca!

6 December 2022

Dopo la presentazione delle linee programmatiche da parte della Ministra Anna Maria Bernini, mentre alla Camera si discute degli emendamenti alla Legge di Bilancio, riparte la mobilitazione delle ricercatrici e dei ricercatori precari del Coordinamento nazionale Re-Strike. A seguire, il testo che lancia il presidio del 15 dicembre prossimo sotto il MUR in Largo Bernardino da Feltre, nel quartiere Trastevere a Roma. Le CLAP ci saranno, per gridare con forza: BASTA precariato all’Università e nella Ricerca pubbliche!

*** Giovedì 15 dicembre dalle 10 saremo di nuovo in PRESIDIO sotto il MUR, in Largo Bernardino da Feltre a Roma*** 
Con l’obiettivo chiaro di ribadire le nostre proposte – risorse per il FFO, reclutamento straordinario e ordinario, stop precarietà contrattuale nella ricerca – e di ottenere un incontro con la Ministra Bernini. Invitiamo a partecipare con noi anche studenti e studentesse e docenti per costruire insieme una università diversa, in cui nessunə resti indietro. Sarà fondamentale essere tante e tanti, perché la partita sul nostro futuro si sta giocando ora e NON possiamo perderla!
LE RAGIONI DEL PRESIDIO: 
A pochi giorni dalla presentazione delle linee programmatiche da parte della Ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, è approdata alla Camera la Legge di Bilancio. Una Legge, sbagliata per molti motivi, che si occupa poco o nulla di ciò che servirebbe al Paese: risorse adeguate per l’istruzione scolastica, la formazione universitaria, la ricerca. L’unica preoccupazione sembra essere, così chiarisce l’articolo 98, la promozione delle discipline STEM (anche questa a costo zero), mentre, salvo un tiepido intervento a sostegno delle borse di studio (articolo 101), niente si fa per rafforzare il Fondo di Finanziamento Ordinario, come noto falcidiato a partire dalla Legge 133 del 2008.
Le modifiche del preruolo introdotte dall’articolo 14 della L. 79/2022, come da luglio ripetiamo a gran voce, avrebbero bisogno di risorse, in assenza delle quali non possono che determinare l’espulsione di 1/3 degli attuali 15.300 assegnisti di ricerca. Tanto è vero che, già in diversi atenei, si prepara la sostituzione degli assegni in scadenza con borse di ricerca, essendo il contratto di ricerca troppo oneroso. Una Legge che, almeno sulla carta, avrebbe dovuto migliorare le condizioni contrattuali e retributive delle/dei ricercatrici/ricercatori, si sta trasformando in occasione per precarizzare e sotto-pagare ulteriormente il lavoro di ricerca. Anche della proroga per il conferimento degli assegni annunciata dalla Ministra (necessaria unicamente in un periodo transitorio il più breve possibile), al momento, non vi è traccia: a ora, dal primo gennaio prossimo le uniche forme contrattuali disponibili (rigorosamente a tempo determinato, naturalmente!) per il personale precario saranno le borse di ricerca, conferibili solo agli under 32 (o 35, a seconda degli atenei) e che non prevedono contributi INPS né sussidio di disoccupazione al termine del contratto.
Come chiarito nell’assemblea del 4 novembre scorso, a seguire con le mobilitazioni del 18 novembre, non assisteremo passivi alla distruzione di 5.000 posti di lavoro e/o alla loro conversione in borse di lavoro e collaborazioni occasionali. Nessuno escluso, per noi, significa continuità di reddito, tutele e diritti nel nostro lavoro, e, soprattutto, un ingente reclutamento straordinario: basta precarietà!
Per raggiungere questo obiettivo è necessario rilanciare subito la battaglia, e farlo mentre in Parlamento, nelle Commissioni preposte, si discute di emendamenti alla Legge di Bilancio – alcuni dei quali, quelli di M5S e Sinistra Italiana, largamente ispirati a quanto proposto nell’assemblea del 4 novembre.
Re-Strike – Coordinamento nazionale delle/dei ricercatrici/ricercatori precari