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SOGESID | Un’altra occasione persa, ora la parola alle lavoratrici e ai lavoratori

19 November 2021
Sogesid lavoratori in sciopero

Lo scorso 9 novembre la Società ha convocato la RSU esclusivamente per presentare le nuove disposizioni per lo svolgimento del lavoro agile, senza la possibilità di apportare modifiche al testo che è stato inviato tale e quale a tutte/i le/i lavoratrici/lavoratori.

Sostanzialmente i cambiamenti rispetto al precedente regolamento riguardano il numero delle giornate da svolgere in modalità di lavoro agile (che dal 15 novembre sono di massimo 2 giorni settimanali, con un massimo di 8 al mese) fino al 31 dicembre 2021, termine in cui dovrebbe scadere l’emergenza sanitaria. Il resto rimane invariato, ovvero tutto a carico delle lavoratrici e dei lavoratori, a partire dalla dotazione strumentale, le spese sostenute e la responsabilità di assicurare la sicurezza dei dati informatici. Le sole indicazioni sul numero massimo di giorni di lavoro da remoto lasciano, di fatto, alle singole DG del MiTE la possibilità di specificare ulteriormente le modalità del rientro (quanti giorni e quali), con comunicazioni ai singoli che, da un lato non favoriscono adeguata trasparenza, dall’altro, e di conseguenza, rendono difficile il mantenimento di un giusto spirito di solidarietà tra lavoratrici e lavoratori.

Vi è poi il problema della capienza delle stanze nella sede del MiTE, occupabili da un maggior numero di lavoratrici/lavoratori senza che siano cambiate le linee guida nazionali in merito al distanziamento fisico, punto su cui la Società continua a non dare risposte.

È dunque un’occasione persa per uscire dallo Smart Working emergenziale, per farne un’opportunità che non leda diritti e tutele. Transizione che invece sta avvenendo in altre aziende italiane, come anche presso il MiTE (Ministero presso il quale lavorano gran parte dei dipendenti SOGESID), e che sta  prendendo in considerazione vari aspetti: economici (indennità forfettarie, contributi per rimborsare le spese sostenute per trasformare la casa in luogo di lavoro, buoni pasto, ecc.) e di modalità di lavoro (definizione dei vincoli orari, diritto alla disconnessione, rischi derivati da postazioni non del tutto adatte alla sedentarietà prolungata).

È un’occasione persa anche per dialogare con la RSU, al fine di preparare il terreno per un’organizzazione del lavoro al passo con i tempi, efficace, efficiente e sempre più a misura di lavoratore e ambiente.

Incredibilmente, non è stata aggiornata la RSU nemmeno sugli eventuali progressi fatti rispetto all’accordo di luglio 2020 (da noi non sottoscritto) che vede gran parte degli impegni fino a oggi non rispettati, tra i quali quello di sanare le incongruenze tra i livelli di inquadramento e le mansioni effettivamente svolte, l’istituzione della piattaforma welfare e l’accordo (per l’appunto) sullo Smart Working. Forse perché progressi non ce ne sono affatto?

A questo riguardo, durante l’incontro del 9 novembre la RSU ha chiesto informazioni sulle tempistiche dell’incontro con i rappresentanti territoriali, al fine di dirimere le questioni in sospeso relative all’Accordo, e la società ha ipotizzato un incontro entro le prossime due settimane (di cui una è già trascorsa).

Alla luce di questa ennesima occasione persa, e di tutti gli impegni non ancora mantenuti, riteniamo necessario un confronto tra di noi e pertanto le RSU CLAP ritengono opportuno convocare in tempi celeri l’assemblea di tutte/i le lavoratrici e i lavoratori.

 

CLAP – Camere del Lavoro Autonomo e Precario

Coordinamento delle lavoratrici e dei lavoratori SOGESID

RSU – CLAP SOGESID