Egregio Presidente Zingaretti,
siamo lavoratrici e lavoratori della Casa di Cura “Villa delle Querce” di Nemi, una delle tante strutture sanitarie private in convenzione della Regione Lazio. Le scriviamo dopo aver animato, per diversi anni e con coraggio, una importante mobilitazione sindacale nel nostro luogo di lavoro; e aver altresì incontrato e produttivamente dialogato con la Consigliera regionale Marta Bonafoni e con la cabina di Regia Sanità, ora Assessorato.
I punti che più volte abbiamo tentato di sollevare, trovando un vero e proprio muro in azienda, sono schematicamente i seguenti:
Rispetto a questo punto ci teniamo a sottolineare come, nelle ultime settimane, alcune stabilizzazione siano state fatte riguardo alle figure degli infermieri: 20 colleghe/i sono finalmente diventati lavoratori dipendenti, a tempo indeterminato. Siamo enormemente soddisfatti di questo risultato, che riteniamo frutto anche delle nostre mobilitazioni, ma ci chiediamo perché tra i fisioterapisti, figure che maggiormente si sono esposte e mobilitate, nessuna stabilizzazione sia stata fatta e tutto continui a tacere.
Abbiamo sollevato questi problemi perché pensiamo che sia contemporaneamente un diritto e una responsabilità delle lavoratrici e dei lavoratori occuparsi delle condizioni del proprio lavoro, affinché i compiti che loro spettano possano essere assolti serenamente, garantendo nello stesso tempo un servizio professionale, di qualità e attento agli aspetti medici e alla relazione con i pazienti.
Il clima che si è andato sviluppando in azienda, invece, ha fatto sì che da 3 anni a questa parte 6 tra colleghe e colleghi siano stati allontanati e 5 colleghe siano state costrette a dimettersi, per l’impossibilità di proseguire, conciliando adeguatamente i propri tempi di vita e i tempi di lavoro. Numerosissime lavoratrici e lavoratori che insieme a noi hanno condotto questa battaglia sono stati colpiti da contestazioni disciplinari che ci risultano a dir poco “mirati”, mostrando come l’unica risposta dell’azienda alle nostre pretese sindacali e costituzionalmente presidiate fin qui è stata trincerarsi senza concedere un confronto su aspetti vitali per tutte e tutti noi, preferendo inasprire ancora di più la situazione e spaventare chi, semplicemente, tenta di organizzarsi e richiedere esclusivamente i diritti e la dignità che dovrebbero essere riconosciuti a tutti/e.
Concludiamo, Presidente, dicendoLe che non abbiamo alcuna intenzione di abbandonare questa lotta, perché crediamo sia una lotta, come precedentemente affermato, di democrazia e dignità, e siamo convinti che si tratti di istanze care a Lei e a tutta la sua Giunta.
Non le nascondiamo però, che siamo molto stanche/i e che le condizioni ci sembrano peggiorare giorno dopo giorno. Non vogliamo credere che rivendicare i propri diritti e le garanzie costituzionalmente presidiate, la libertà di organizzarsi sindacalmente, la centralità del confronto tra azienda e lavoratori su elementi cardine per garantire un servizio di qualità e condizioni di lavoro giuste, sia motivo di ritorsioni, isolamento e diffidenza, e non vogliamo pensare che l’istituzione pubblica non intenda intervenire in nessun modo in questo quadro.
La Sanità nel Lazio ha portato avanti un percorso sicuramente virtuoso, siamo consapevoli che molta strada è stata fatta ma tanta, tantissima, bisogna ancora farne: vogliamo accendere i riflettori sugli angoli bui della Sanità privata in convenzione e non solo; vogliamo che tante colleghe e colleghi non perdano la speranza di poter svolgere un ruolo fondamentale senza dover soffrire condizioni inaccettabili, paura e ricatti, e siamo convinti di poter trovare il Suo e il vostro appoggio in questa battaglia.
Non vogliamo rinunciare al lavoro che amiamo e alla possibilità di farlo al meglio, ma non possiamo rinunciare ai nostri diritti, alla nostra vita e alla libertà di poter prendere parola senza avere paura del prezzo da pagare nel farlo, perché siamo da sempre convinti/e che i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori siano la precondizione per erogare un servizio che sia efficiente ed efficace per i nostri pazienti. Noi non molliamo, ma non fateci sentire sole/i.
Siamo a disposizione per raccontare nuovamente, e dal vivo, tutti i punti sinteticamente presentati e la ringraziamo per la Sua attenzione.
Lavoratrici e lavoratori in mobilitazione della Casa di Cura “Villa delle Querce”
CLAP – Camere del Lavoro Autonomo e Precario “Villa delle Querce”