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Operatori precari ricollocano disoccupati?

4 December 2016

Riceviamo e rilanciamo la Lettera aperta dei precari di Italia Lavoro rivolta al Ministro del Lavoro Giuliano Poletti e al Presidente dell’ANPAL Maurizio Del Conte. La verità sulle politiche attive, raccontata da chi ci lavora, da anni, senza stabilità né garanzie. ||

Roma, 2 dicembre 2016

All’attenzione

Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali

Dott. Giuliano Poletti

Al Presidente dell’Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro

All’Amministratore unico di Italia Lavoro

Prof. Maurizio Del Conte

Oggetto: “Politiche attive in Italia: operatori precari ricollocano disoccupati?”

Egr. Ministro ed egregio Presidente, dopo avervi inoltrato il 7 novembre la lettera aperta “Il fattore umano e il futuro delle politiche attive del lavoro in Italia” – sottoscritta da decine di operatori impegnati in diverse regioni italiane – ci troviamo di nuovo a scrivere e rendere pubblica la nostra forte preoccupazione per la salvaguardia dell’intera comunità professionale di Italia Lavoro, agenzia in house dell’ANPAL che ne ha acquisto le azioni dal 12 settembre 2016.

L’incontro svoltosi il 15 novembre presso il Ministero del Lavoro tra il Presidente dell’Anpal, il Segretario Generale e il Capo della segreteria tecnica dell’MLPS, le OOSS Confederali, di categoria e RSA di Italia Lavoro, ha reso ancor più evidente la provvisorietà e l’incertezza con cui si sta affrontando la delicata fase di transizione in atto.

La radicale trasformazione della governance dei servizi pubblici per il lavoro, con l’istituzione dell’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro si sta attuando in un quadro a dir poco opaco. Ma per attuare il D.Lgs. 14 settembre 2015, n. 150 e rendere esigibile il diritto alla ricollocazione per milioni di disoccupati è necessario dare risposte chiare ed immediate. Ad oggi sembra che il futuro di breve e medio periodo di 8 mila addetti dei Centri per l’impiego e di circa 760 operatori di Italia Lavoro sia legato all’esito del referendum del 4 dicembre e alla costituzionalizzazione delle politiche attive.

La conferma degli stanziamenti per i Centri per l’Impiego si limita solo al 2017, i rinnovi degli oltre 2 mila contratti a termine dei lavoratori precari con cui collaboriamo ogni giorno è legata all’inserimento in Legge di bilancio di un emendamento che ne potrà permettere la proroga per un anno. L’accordo sul rinnovo del contratto del pubblico impiego siglato il 30/11/2016 tra governo e sindacati annuncia la volontà di rinnovare i contratti dei lavoratori precari assunti dalle pubbliche amministrazioni e l’impegno a superare con apposite norme il precariato.

A questi elementi di strutturale instabilità si unisce la mancanza di chiarezza nelle modalità di intervento sulla salvaguardia della continuità occupazionale dei lavoratori di Italia Lavoro. Come abbiamo più volte ricordato l’intesa quadro del 22 luglio 2015 sottolineava che il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con Italia Lavoro, avrebbe salvaguardato, nel processo di “convergenza funzionale” con l’ANPAL, la continuità occupazionale delle risorse impegnate in Italia Lavoro. In realtà ad oggi sappiamo che verranno prorogati tutti i progetti in capo a Italia Lavoro per “almeno un trimestre”, con la conseguente proroga di tutti i contratti attivi (CTD e Co.co.co.).

La proposta di una proroga di tre mesi, di circa 760 contratti in scadenza, non risolve la questione, bensì ne rimanda la risoluzione. Il brevissimo orizzonte temporale determinato dalla scadenza contrattuale pone ancor più incertezza su quello che succederà alla fine del periodo di proroga. Inoltre ci teniamo a precisare che riteniamo incomprensibile la necessità di dare vita ad ulteriori prove di selezione visto che abbiamo già effettuato (lo scorso maggio-giugno 2015) vacancies relative alla Programmazione 2014-2020. A cosa serve dimostrare nuovamente competenze già accertate?

Ministro Poletti e Presidente Del Conte il 29 novembre avete presentato presso il Ministero del Lavoro, in una partecipata conferenza stampa, il nuovo portale di ANPAL e l’assegno di ricollocazione, sperimentazione della prima politica attiva nazionale dedicata ai disoccupati in regime di Naspi da almeno quattro mesi.

Le diverse dichiarazioni nella conferenza stampa hanno ribadito la funzione strategica delle politiche attive in Italia. Presidente Del Conte lei stesso ha scritto: “Proprio sul versante del trasferimento ai CPI di competenze avanzate in linea con le migliori esperienze internazionali, avrà un ruolo strategico Italia Lavoro, agenzia in house di ANPAL, che possiede un patrimonio tecnico e di conoscenza del mercato del lavoro sviluppato in anni di attività su progetti specifici di aiuto all’occupazione, che potrà essere messo a disposizione degli operatori e delle imprese su tutto il territorio” (A. Di Maio, A. R. Marmo, Vent’anni e un giorno di riforme del lavoro, Rubbettino, 2016, p. 111)

Ma se le politiche attive sono un intervento centrale e strutturale, come accade in Germania, Francia, Danimarca (per citare solo alcuni esempi) perché le risorse umane che lavorano all’attuazione e all’implementazione dei servizi dovrebbero avere scadenze trimestrali?

Risulta quantomeno paradossale che le risorse impegnate in progetti di politica attiva garantiscano servizi a disoccupati, lavoratori e cittadini vivendo sulla propria pelle una forte incertezza sul proprio futuro professionale e lavorativo. Che tipo di sistema stiamo immaginando?

È sempre più evidente, negli ultimi anni di grave crisi occupazionale, l’importanza e la necessità di fornire servizi competenti e qualificati per chi è alla ricerca di lavoro. Il fattore umano fa la differenza nella riuscita dell’erogazione di tali servizi.

Per i motivi suddetti chiediamo l’immediato avvio di un reale processo di stabilizzazione del personale precario di Italia Lavoro.