Primo marzo: giornata europea – promossa dal Transnational Social Strike – di sciopero e mobilitazione del lavoro migrante; giornata di mobilitazione contro l’Europa fortezza, le deportazioni, il razzismo. Da Berlino a Parigi, da Londra a Stoccolma, da Varsavia a Edimburgo, e poi in Italia, da Milano a Bologna, da Roma a Foggia: decine le città dove prenderanno forma azioni di protesta, blocchi, picchetti, presidi. Di fronte a chi (vedi il Regno Unito) impedisce l’accesso al welfare per i lavoratori migranti o a chi (il caso dell’Ungheria) alza muri in risposta all’emergenza profughi, l’Europa solidale alza la testa e, il Primo marzo, con forza farà sentire la sua voce.
Oggi, 4 Novembre 2015, lavoratrici e lavoratori della Cooperativa “Un Sorriso” si ritrovano presso gli uffici dell’Osservatorio sul Mercato e le Condizioni di Lavoro del Comune di Roma, per denunciare le proprie condizioni lavorative, segnate dal mancato pagamento di diverse mensilità da parte del datore. Questa situazione drammatica è stata ampiamente documentata nei mesi scorsi.
Già in data 24 Settembre i lavoratori, sostenuti dalle CLAP – Camere del Lavoro Autonomo e Precario, hanno organizzato un presidio sotto l’Assessorato delle Politiche Sociali di viale Manzoni a Roma e hanno avviato una campagna di denuncia rispetto alle condizioni dei servizi appaltati alla Cooperativa “Un Sorriso” e alla gravissima mancanza delle retribuzioni, che ammontava in quel momento, per alcuni servizi, anche a sei mesi di arretrato. A seguito di quella iniziativa, si è aperto un tavolo di confronto in cui i lavoratori e l’associazione sindacale CLAP hanno chiesto al Dipartimento di procedere alle verifiche delle gravi violazioni denunciate e al pagamento diretto ai lavoratori delle retribuzioni mancanti attraverso l’utilizzo dei fondi dal Comune dovuti alla Cooperativa.
Una prima importante mobilitazione, quella che ci ha visto protagonisti questa mattina. Dopo mesi di prestazioni lavorative non retribuite, abbiamo deciso di rompere il silenzio e di pretendere con forza i nostri diritti. Mentre il presidio si è svolto a partire dalle 10 e fino alle 13, una nostra delegazione è stata accolta dal Capo segreteria dell’Assessorato alle Politiche sociali, Mario De Luca, e da Ruggero Ferreri, dello staff dell’Assessora Francesca Danese.
Da quasi un anno sentiamo parlare del malaffare svelato dall’inchiesta di Mafia Capitale. Tuttavia l’amministrazione capitolina, dopo essere stata coinvolta dalla stessa inchiesta ed aver dichiarato di voler prendere le distanze dai meccanismi clientelari finora emersi, non sembra voler affrontare seriamente il tema delle conseguenze che la corruttela ha sia sui destinatari dell’accoglienza, sia su chi ci lavora.
É passato un anno e mezzo da quando ci siamo mobilitati contro la chiusura del Ce.Fi., centro di riabilitazione neuromotoria e logopedica di Ciampino. Una lotta ostinata, generosa e tenace, per salvare il centro con i suoi 143 posti in convenzione, i tanti pazienti, soprattutto bambini, che non potevano e non possono fare a meno delle sue cure. E per far rispettare i diritti di chi lavora, il diritto alla retribuzione per il lavoro svolto in primo luogo. Una lotta estenuante, fatta di avanzamenti e battute d’arresto, continui colpi di scena.
Martedì 18, dopo 8 mesi di lotta, lavoratrici e lavoratori Ce.Fi., centro fisioterapico e di riabilitazione di Ciampino, sono tornati a mobilitarsi sotto la Regione Lazio. Una mattinata di presidio per gridare a gran voce che la pazienza è finita e pretendere il saldo del lavoro svolto e non pagato (l’intero anno 2013 e i primi mesi del 2014). Alle ore 12, assessorato al Lavoro e Cabina di Regia della Sanità hanno ricevuto una delegazione di lavoratrici/lavoratori e delle Camere del Lavoro Autonomo e Precario, e un nuovo incontro, ci auguriamo positivo, ci sarà venerdì 21. In assenza di soluzioni, la lotta non si fermerà. Chi pensava di poterla fiaccare con continui differimenti, si è sbagliato di grosso: non si lavora gratis, il lavoro deve essere pagato!
Stay tuned!
Leggi il commento di Roberto Ciccarelli uscito quest’oggi su il manifesto
Sembrava fossimo a un passo dal traguardo e invece, come in un perfido gioco da tavola, siamo tornati alla casella iniziale. Fin dai primi passi della mobilitazione, infatti, abbiamo chiarito i nostri obiettivi irrinunciabili: la retribuzione per il lavoro svolto e mai pagato nell’ultimo anno e mezzo; il salvataggio di un servizio sanitario essenziale, come quello garantito da Ce.Fi. (centro di riabilitazione neuromotoria e logopedica) nel territorio di Ciampino e non solo; la continuità del lavoro e delle collaborazioni. Dopo diversi colpi di scena, siamo costretti a riprendere la lotta, perché i nostri diritti rischiano di essere calpestati.
Le lavoratrici e i lavoratori Ce.Fi., Centro fisioterapico (in convenzione) di Ciampino, hanno rotto il silenzio e sono tornate/i in piazza. Dopo il presidio sotto la Regione Lazio del 14 aprile scorso, la mobilitazione ha raggiunto stamani il Comune di Ciampino. Un presidio comunicativo e determinato, al quale, oltre alle lavoratrici e i lavoratori, hanno partecipato (ex) pazienti e cittadine/i.
Ancora una mobilitazione per conquistare i diritti fin qui negati: alla retribuzione (per il lavoro svolto, da dipendenti e collaboratori, nell’anno 2013 e non ancora pagato), al lavoro e, più in generale, a un servizio sanitario pubblico, accessibile, di qualità.
Roma 20.06.2014 – Comunicato stampa
Sono passati due mesi da quando le lavoratrici e i lavoratori Ce.Fi., Centro fisioterapico (in convenzione) di Ciampino, hanno portato in piazza per la prima volta la loro drammatica situazione: un anno (2013) di lavoro svolto e non pagato; il rischio di perdere il lavoro. Ma per loro ancora nulla è cambiato. Senza soldi, senza lavoro, senza prospettive, dipendenti e collaboratori (con partita Iva) pretendono ora risposte certe dalle istituzioni.
Roma 14.04.2013 – Comunicato stampa
:: Lavoratrici e lavoratori Ce.Fi.: mobilitazione riuscita e tavolo con Regione promettente, un primo passo per riconquistare i diritti violati
Mattinata importante quella appena trascorsa: la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori del Ce.Fi. (Centro fisioterapico di Ciampino) ha raggiunto la sede della Giunta regionale. Non era scontato, viste le difficoltà a tenere assieme figure del lavoro divise dalle forme contrattuali. Lavoratori dipendenti, ma soprattutto partite Iva, operatori sanitari che per 12 mesi hanno lavorato senza stipendi e compensi pur di garantire le cure riabilitative e fisoterapiche ai pazienti, ai tanti bambini disabili. Mentre il Ce.Fi. affonda, vittima di tagli e malagestione, lavoratrici e lavoratori hanno deciso di alzare la voce e di chiedere ciò che gli spetta: le retribuzioni passate; una prospettiva lavorativa futura.