La pandemia da COVID-19 ha generato la più grave crisi economica dal secondo dopoguerra. L’impatto sui livelli occupazionali, sull’aumento delle disuguaglianze e la crescita della povertà sarà drammatico e destinato ad aumentare. Si tratta di una crisi pervasiva, che interessa trasversalmente diversi ambiti dell’economia. In questa fase difficile, l’Agenzia delle Politiche Attive e la sua Società in house appaiono paralizzate a causa del proprio management, incapaci di mettere in campo azioni adeguate alla congiuntura, dunque alla gestione dell’emergenza e per la ripresa del Paese. Le politiche attive e il welfare dovrebbero, al contrario, svolgere una funzione strategica.
2 luglio ore 11 presidio sotto la sede ANPAL Servizi | Le CLAP proclamano Sciopero dell’intera giornata (del 2.07.2020).
La scorsa settimana, abbiamo incontrato le forze politiche della maggioranza che più si sono impegnate, in questi mesi, per superare una volta per tutte la piaga del precariato in ANPAL Servizi: abbiamo condiviso con loro la frustrazione e la rabbia di chi non può più aspettare. Domani, giovedì 25 giugno ore 17, ci ritroveremo in assemblea nazionale telematica, la terza da quando è esplosa la pandemia, la prima dopo la mobilitazione dello scorso 3 giugno. La parola d’ordine è inequivocabile: ora basta, stabilizzazioni subito!
Questa mattina abbiamo incontrato Marco Miccoli, Responsabile lavoro del Partito Democratico. Un confronto molto positivo che ci ha dato modo di affrontare questioni decisive, per noi e per il Paese: da una parte la stabilizzazione di tutti i precari “storici” di ANPAL Servizi, come disposto ben 8 mesi fa dalla Legge 128/2019; dall’altra il futuro delle politiche attive, alla luce dello shock economico e (presto anche) occupazionale generato dalla pandemia.
Dopo il confronto dello scorso 17 aprile, in pieno lockdown, quello di ieri si è svolto poco dopo il Consiglio di Amministrazione ANPAL, che ancora non ha approvato il Piano industriale. Come dimostra la conversione dei tempi determinati (CTD), la Legge 128/2019 non pretende l’approvazione del Piano industriale per stabilizzare l’intera platea dei precari “storici”.