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NASCE PopUP!

6 October 2015

Common_Work_Space del LAB! Puzzle (via Monte Meta 21, Montesacro, Roma)

POPupPopUp! è uno spazio di common work per lavoratori autonomi, freelance, partite Iva, intermittenti e precari nelle varie tipologie. Un nuovo modo di lavorare in sinergia. Vessati dal fisco e isolati nella palude della flessibilità, costruiamo uno spazio comune dove intraprendere progetti di cooperazione, mettere assieme intelligenze, far diventare la singolarità una voce plurale rompendo la solitudine della precarietà.

PopUp! non vuole solo offrire un servizio, un desk o una sala riunioni. Vogliamo dare vita ad un hub del lavoro frammentato e precario, un posto dove capirsi e riconoscere le stesse condizioni di vita. Un nuovo mutualismo per il lavoro del Terzo Millennio: di chi versa contributi alla gestione separata e forse non vedrà mai una pensione, di chi non può accedere ad un mutuo a causa della precarietà, di chi naviga a vista di contratto in contratto, o di assegno di ricerca in assegno di ricerca, di chi sa che questo mese lavorerà e il prossimo chissà senza nessuna garanzia di una continuità di reddito.

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A voi “Un sorriso”… a Operatori e Utenti non resta che piangere?

22 September 2015 |  Clap Roma

Giovedì 24 settembre mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori della Coop. “Un Sorriso”, sostenuti dalle Camere del Lavoro Autonomo e Precario fuori l’assessorato alle Politiche Sociali di Roma Capitale.

Da quasi un anno sentiamo parlare del malaffare svelato dall’inchiesta di Mafia Capitale. Tuttavia l’amministrazione capitolina, dopo essere stata coinvolta dalla stessa inchiesta ed aver dichiarato di voler prendere le distanze dai meccanismi clientelari finora emersi, non sembra voler affrontare seriamente il tema delle conseguenze che la corruttela ha sia sui destinatari dell’accoglienza, sia su chi ci lavora.

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È TEMPO DI OSARE, È TEMPO DI SCIOPERO SOCIALE

14 September 2015

Sciopero socialeRimettere in cammino la sfida dello Sciopero sociale: questa la discussione che si è svolta lo scorso 5 luglio presso l’iFest; questo lo sviluppo messo in campo ad Acrobax, lo scorso giovedì 10 settembre. Un’assemblea partecipata e ricca, dedicata quasi per intero alla definizione dell’agenda politica, locale ed europea. Un momento di convergenza importante per prendere le misure e rilanciare la sperimentazione pratica sul terreno programmatico già delineato lo scorso anno: salario, reddito e welfare, fisco, governo della mobilità. A maggior ragione dopo il completamento del Jobs Act, con l’approvazione degli ultimi decreti attuativi, l’introduzione del piano Scuola, l’emergenza migranti. E mentre il governo Renzi, con la prossima legge di stabilità, si appresta a imporre nuovi e pesantissimi tagli al welfare, in particolare alla Sanità.

Restituiamo in modo sintetico le proposte condivise durante la discussione:

* 17 ottobre: giornata mondiale contro la povertà, mobilitazione europea contro l’austerità, giornata nazionale di mobilitazione per il reddito e il welfare universali. Come affermato già il 5 luglio, e dopo le verifiche fatte nei mesi estivi, il 17 ottobre ci pare una grande occasione per estendere e rafforzare la battaglia per il reddito garantito. Pretesa da sempre propria dei movimenti radicali, oggi posta all’attenzione della scena pubblica anche dal cattolicesimo di base e da Libera, dalla FIOM e dalla Coalizione sociale, dalle proposte di legge di diverse forze politiche. Pretesa, non ci stanchiamo di ripetere, decisiva per rompere il ricatto della disoccupazione giovanile di massa, della precarietà, della sotto-occupazione. Pretesa, chiaramente, che non possiamo disgiungere da quella del salario minimo europeo e del permesso minimo di soggiorno, soprattutto in questo momento epocale in cui il fenomeno migratorio pone l’urgenza di ridefinire anche il sistema di accoglienza. Senza dubbi, riteniamo oggi più che mai necessaria una mobilitazione che vada oltre i perimetri di ciascuno, con uno sguardo alle mareas spagnole in difesa delwelfare. Ancor di più perché proprio ora Renzi, dopo aver tacciato la proposta del reddito garantito di incostituzionalità e assistenzialismo, sta progettando misure caritatevoli per la famiglie che vivono in condizioni di povertà assoluta (Reddito di Inclusione Sociale). Fondamentale la giornata del 17 ottobre, che dovrà essere, a nostro avviso, corteo nazionale a Roma. Altrettanto fondamentale costruire una campagna comunicativa e di conflitto degli strikers, verso e oltre il 17 ottobre, che sappia attraversare con forza il piano territoriale, dimensione cruciale per l’organizzazione delle coalizioni sociali.

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L’affondo

19 August 2015

Riduzione del salario, fisco, carità: l’agenda neoliberale del governo Renzi

di Francesco Raparelli

Leggi anche Andatevene! di F. Raparelli

L'affondoIl rapporto 2015 dell’Ocsel, l’osservatorio sulla contrattazione di secondo livello della CISL, ha censito 4.100 accordi siglati tra il 2009 e il 2014. Tanti. La lezione è semplice: non è vero che con la crisi si è fermata la contrattazione; è vero che si contratta diversamente. La contrattazione di secondo livello, neanche a dirlo, ha come obiettivo principale il contenimento o la riduzione del salario. Nel 2009, infatti, la contrattazione sugli aumenti salariali ricorreva nel 53% degli accordi, nel 2014 nel 13%. La CISL, lo stesso sindacato che paga ai suoi funzionari compensi superiori ai 300 mila euro l’anno (circa 25 mila euro al mese, poco meno di 1.000 euro al giorno), si compiace per il lavoro fatto. La CISL, esperimento riuscito di sindacato neoliberale, dalla parte dei più forti.

Tra i target autunnali delle imprese, conseguentemente di Renzi, c’è proprio la contrattazione. Ridurre al minimo quella nazionale, liberandola dai contenuti redistributivi; estendere al massimo quella aziendale. Spostando interamente – salvo i minimi (?) – la contrattazione salariale sul piano aziendale, il salario si trasforma in variabile dipendente dai risultati. Di più, si scambia salario con welfare aziendale: meno soldi ma il nido per i bimbi, tanto quello pubblico, distrutto dalla spending review, non sarà mai disponibile. Tutto torna.

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Andatevene!

13 August 2015

La bolla occupazionale e il messaggio per le giovani generazioni

di Francesco Raparelli

Andatevene Immagine

Era in attesa Renzi, ma il momento è arrivato. I dati INPS, in contrasto con le ultime rilevazioni mensili dell’ISTAT, ratificano il successo del Jobs Act: nel primo semestre del 2015, in rapporto al primo del 2014, sono cresciute del 36% (+252.177) le assunzioni con contratti a tempo indeterminato. L’Italia «cambia verso», anche l’OCSE conferma, i giovani possono finalmente prendere in mano il loro futuro. Scrive Renzi su Fb: «I dati diffusi dall’INPS dicono che siamo sulla strada giusta contro il precariato e che il Jobs Act è un occasione da non perdere, soprattutto per la nostra generazione». Grazie Renzi, i giovani ti amano.

Soltanto pochi giorni fa, il presidente dell’ISTAT, Giorgio Alleva, intervistato dal Fatto Quotidiano aveva detto: «Valutare il saldo tra attivazioni e cessazioni dei contratti come se fosse un aumento di teste, cioè di occupati, è una approssimazione non accettabile. Il governo fa il suo mestiere, ma a me preoccupa molto quando si sbandierano dati positivi dello 0,1%, anche perché poi – come si è visto – portano a fare dietrofront il mese dopo». Basterebbero queste precisazioni, relative al metodo, per mettere all’angolo il “ganzo” fiorentino. Così come sarebbe opportuno insistere sull’aumento del 30% (+331.917) delle trasformazioni dei contratti a tempo determinato o di apprendistato in contratti a tutele crescenti. Ma vogliamo essere generosi, e andare – o tornare – al punto.

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Ciampino: salvo il centro di riabilitazione, salvi il lavoro e i diritti

20 July 2015 |  Clap Roma

Dopo un anno e mezzo di lotte sindacali e politiche, vincono le lavoratrici e i lavoratori, i pazienti, i cittadini

É passato un anno e mezzo da quando ci siamo mobilitati contro la chiusura del Ce.Fi., centro di riabilitazione neuromotoria e logopedica di Ciampino. Una lotta ostinata, generosa e tenace, per salvare il centro con i suoi 143 posti in convenzione, i tanti pazienti, soprattutto bambini, che non potevano e non possono fare a meno delle sue cure. E per far rispettare i diritti di chi lavora, il diritto alla retribuzione per il lavoro svolto in primo luogo. Una lotta estenuante, fatta di avanzamenti e battute d’arresto, continui colpi di scena.

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Un Asado per le lotte

8 July 2015

clapasado

Domenica 12.07, ore 20 presso Officine Zero

Cena a sostegno delle lotte del lavoro

CLAP e Officine Zero vi rivolgono un invito speciale per una serata importante: una cena per costituire una cassa di mutuo soccorso a sostegno della vertenza delle lavoratrici e dei lavoratori dell’accoglienza. Un’occasione utile per dare un contributo a chi, da mesi, non percepisce lo stipendio. Di più, un momento di incontro con la cultura materiale argentina, la sua cucina e i suoi sapori. E saranno proprio i lavoratori della ristorazione in lotta, anche loro senza stipendio da mesi, a offrirci questa opportunità. Una serata in cui lotte, cibo e socialità si incrociano, all’insegna della solidarietà.

Costo della cena (anche per vegetariani): 15 euro (compreso un bicchiere di birra o vino)

Necessaria prenotazione entro giovedì 9.07 ore 20. Per prenotazione, scrivi a: info@clap-info.net; info@ozofficinezero.org

Info: www.clap-info.net; www.ozofficinezero.org

La parola agli operatori sociali

29 June 2015

Quello che non vi raccontano dell’accoglienza

Dovete darci il denaro
CLAP sostiene la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori dell’accoglienza (A.L.A.), e vi invita a partecipare allo Speakers’ Corner del prossimo mercoledì. A seguire lo spot di presentazione e il comunicato di A.L.A. 
ASSEMBLEA PUBBLICA
1.07 ore 10:00 – viale Manzoni 16
Sotto il V Dipartimento – Politiche Sociali

Il sistema d’accoglienza di questo Paese e soprattutto di Roma costringe gli operatori sociali dei centri per migranti, richiedenti asilo e rifugiati a lavorare in condizioni di forte precarietà, sfruttamento e ricatto continuo. Ritardi nei pagamenti, mancanza di chiarezza sulle mansioni da svolgere, non riconoscimento delle competenze individuali, richiesta di estrema flessibilità, assenza di controlli sanitari e sui contratti sono solo alcune delle problematiche che questi lavoratori affrontano ogni giorno.

Di certo non basta “Mafia Capitale” a risolvere simili problemi. Anzi, in molti casi le conseguenze di questa inchiesta rischiano di ricadere proprio sulle spalle degli operatori. Infatti, mentre le cooperative indagate continuano a vincere nuovi appalti per aprire nuovi centri, il pagamento degli stipendi è bloccato da mesi e non sembra, a livello istituzionale, esserci la minima idea di come organizzare l’accoglienza in questa città.

A.L.A. (Assemblea dei Lavoratori e delle Lavoratrici dell’Accoglienza) ragiona da mesi sul sistema d’accoglienza, convinta che lo sfruttamento di operatori e ospiti sia frutto degli stessi meccanismi, funzionali a garantire il profitto delle cooperative.

Nelle ultime settimane, in molti tra media main stream e figure istituzionali hanno preso parola rispetto agli sviluppi dell’inchiesta, che ha coinvolto i principali soggetti che accumulano profitti sull’accoglienza romana. Pensiamo ci sia una voce mancante: quella di chi lavora nei centri, di chi vive sulla propria pelle le storture del sistema d’accoglienza e che non vuole più rimanere in silenzio.

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Lettera aperta al ministro Poletti: cambiare rotta in 9 punti

17 June 2015

Camera, informativa urgente dell presidente del ConsiglioAl Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti,

Siamo lavoratori, professionisti autonomi, atipici e ordinisti, parasubordinati, precari della ricerca, studenti, iscritti al programma ‘Garanzia giovani’; Le scriviamo perché mercoledì 24 giugno saremo sotto il suo ufficio, con un’intenzione chiara: poterLa incontrare, presentarLe le nostre istanze.

A più riprese, tanto Lei quanto il Presidente del Consiglio Renzi, avete dichiarato di voler estendere tutele e diritti al mondo del lavoro autonomo, ai precari, alle giovani generazioni. Di più: è a nome di questo mondo, di cui noi siamo parte, che avete cancellato diritti fondamentali come lo Statuto dei lavoratori. Il Jobs Act è diventato legge, due decreti attuativi sono entrati in vigore lo scorso 7 marzo, ma ancora nulla è stato fatto per chi – e stiamo parlando di milioni di persone – è senza tutele: il decreto Milleproroghe, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 2 marzo, si è limitato a rinviare al 2016 l’aumento dell’aliquota della Gestione separata INPS e la cancellazione del regime dei minimi; la NASpI non è stata estesa, così come promesso, alle partite Iva; la DIS-COLL, che a causa dei ritardi dell’INPS ancora non è stata erogata, esclude ricercatori non strutturati e dottorandi. Ciliegina avvelenata sulla torta, il Presidente del Consiglio ha tacciato di «incostituzionalità» e «assistenzialismo» il reddito minimo garantito, proposta ormai sostenuta da settori molto ampi della società e della politica. Ancora: mentre fisco e previdenza sfiancano i lavoratori autonomi, le imprese che assumono accedono a sgravi di 8.060 euro l’anno, per tre anni, per ogni nuovo contratto.

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100 giorni di Jobs Act: tempo scaduto!

14 June 2015

Verso il 24 giugno e lo Speakers’ Corner sotto il Ministero del Lavoro

Salario minimo europeo, reddito e welfare universali

100 giorni di Jobs ActLa retorica renziana che promuove una fantomatica ripresa del tasso di occupazione e un aumento dei posti di lavoro diventa ogni giorno più ridicola di fronte ai dati che ci consegna la realtà. I (pochi) nuovi contratti di lavoro stipulati negli ultimi mesi sono in realtà fortemente precari e malpagati, e indotti dalla possibilità, fornita alle imprese, di accedere a ingenti incentivi fiscali, decontribuzioni e bonus occupazionali. Questa sì, vera e propria forma di sostegno assistenziale.

Il governo sta provando a costruire un immagine distorta degli effetti del Jobs Act, sia attraverso una fantasiosa interpretazione dei dati sull’occupazione sia tramite un’esaltazione dei nuovi ammortizzatori sociali indicati come «universalizzazione delle tutele». I dati reali, invece, ci consegnano una povertà in dilagante aumento e ammortizzatori sociali iniqui ed insufficienti per chi ha una storia contributiva e lavorativa intermittente, e oltre tutto non ancora erogati. Nonostante siano uscite le due circolari INPS riferite alla DIS-COLL e alla NASpI, la situazione è ancora completamente bloccata per evidenti ritardi e inadempienze procedurali. In questo contesto, il 6 giugno il Presidente del Consiglio ha con violenza respinto la proposta di introduzione di un reddito garantito, definendolo misura «incostituzionale» e «assistenzialistica». Una misura – occorre ricordarlo – assente solo in Grecia e Italia, che rappresenta per i movimenti sociali e per larghi strati dall’associazionismo di base un orizzonte di lotta irrinunciabile contro il ricatto della precarietà e della povertà.

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