Sono giorni che il premier Renzi e il ministro del Lavoro Poletti si autoproclamano difensori dei precari, di chi, come noi, è privo di diritti. Lo fanno sostenendo il Jobs Act e la necessità di rendere più flessibile il mercato del lavoro attraverso l’eliminazione dello Statuto dei lavoratori.
Lo gridiamo da subito con forza: NON IN NOSTRO NOME!
È un ventennio, infatti, che si approfondisce la flessibilità promettendo, in cambio, l’aumento dell’occupazione: in modo inequivocabile, i fatti dimostrano che tutto ciò non è vero, a maggiore flessibilità non corrisponde maggiore occupazione, anzi. Altrettanto, sappiamo che eliminando le tutele esistenti, lo Statuto dei lavoratori in primis, non si estendono le tutele a chi non ne ha. Semplicemente, tutti avranno meno tutele.
Ripartono gli sportelli delle CLAP, Camere del Lavoro Autonomo e Precario. A partire da lunedì 29 settembre e poi, la settimana successiva, il 6-7 ottobre, ogni lunedì, dalle ore 17:30 alle 20, presso Officine Zero (via Partini 20, traversa via di Portonaccio, Casal Bertone) e il martedì, dalle ore 19 alle 21, presso Esc (via dei Volsci 159, San Lorenzo) e presso Puzzle (via Monte Meta 21, Tufello).
Cosa trovate negli sportelli?
* Avvocato del lavoro e assistenza legale: per consulenza e vertenze;
* Il primo e il terzo lunedì del mese, commercialista: consulenza fiscale per lavoratori autonomi, associazioni, cooperative;
* Su appuntamento: consulenza nella gestione dei propri debiti (con Equitalia, banche, ecc.); avvocato penalista (mobbing, violenze subite sul posto di lavoro, ecc.);
Per informazioni maggiori o per richiedere appuntamenti specifici, i contatti sono:
329 7624550 (il telefono è sempre attivo durante gli orari di sportello e, dal mercoledì al venerdì, la mattina, dalle 11 alle 13:30)
vedi anche: cosa sono le CLAP?
«un torto fatto a uno di noi è un torto per tutti»
Partiamo da un dato: nei tre giorni dello Strike Meeting, oltre 500 tra lavoratrici e lavoratori, precari, studentesse/studenti, attiviste/i sindacali, dei centri sociali e dei comitati che difendono i beni comuni, provenienti da tutta Italia e non solo, si sono incontrati e hanno discusso per ore, mettendo a confronto forme organizzative, pretese programmatiche, pratiche di lotta. Un dato per nulla scontato, che non si limita a registrare la forza quantitativa dell’evento, ma segnala, semmai, la qualità di un processo politico dove alla competizione tra gruppi si sostituisce la composizione virtuosa delle differenze. Da qui dunque occorre prendere le mosse per passare in rassegna i punti salienti del dibattito.
Questa mattina le CLAP, Camere del Lavoro Autonomo e Precario, hanno sostenuto la mobilitazione di giornalisti precari e freelance contro l’accordo truffa sull’equo compenso siglato da Fieg e Fnsi. La manifestazione si è svolta proprio sotto le finestre della Federazione nazionale stampa italiana, quello che di fatto è il sindacato unico dei giornalisti, e indicato come principale responsabile della svendita dei diritti di freelance e precari in primo luogo. Abbiamo partecipato non solo perché diversi di noi sono freelance e giornalisti precari, ma soprattutto perché crediamo sia arrivata l’ora di dar vita ad una ampia coalizione di lavoratori autonomi e non solo, in grado di rivendicare diritti e reddito per tutti. Come diciamo sempre riprendendo un vecchio slogan del sindacalismo americano: “un torto fatto ad uno, è un torto fatto a tutti”.
Le lavoratrici e i lavoratori Ce.Fi., Centro fisioterapico (in convenzione) di Ciampino, hanno rotto il silenzio e sono tornate/i in piazza. Dopo il presidio sotto la Regione Lazio del 14 aprile scorso, la mobilitazione ha raggiunto stamani il Comune di Ciampino. Un presidio comunicativo e determinato, al quale, oltre alle lavoratrici e i lavoratori, hanno partecipato (ex) pazienti e cittadine/i.
Ancora una mobilitazione per conquistare i diritti fin qui negati: alla retribuzione (per il lavoro svolto, da dipendenti e collaboratori, nell’anno 2013 e non ancora pagato), al lavoro e, più in generale, a un servizio sanitario pubblico, accessibile, di qualità.
Roma 20.06.2014 – Comunicato stampa
Sono passati due mesi da quando le lavoratrici e i lavoratori Ce.Fi., Centro fisioterapico (in convenzione) di Ciampino, hanno portato in piazza per la prima volta la loro drammatica situazione: un anno (2013) di lavoro svolto e non pagato; il rischio di perdere il lavoro. Ma per loro ancora nulla è cambiato. Senza soldi, senza lavoro, senza prospettive, dipendenti e collaboratori (con partita Iva) pretendono ora risposte certe dalle istituzioni.
Partono stamani, nel Lazio, i colloqui con i primi 200 iscritti al programma “Garanzia Giovani”. Parte stamani la campagna di comunicazione e di inchiesta organizzata e promossa da precari, neet e studenti di Roma che vogliono dire la verità e svelare l’imbroglio. 1,5 miliardi di euro vengono stanziati dall’Unione Europea a sostegno delle imprese e delle politiche attive in Italia; nulla viene fatto per rendere universale il welfare e introdurre un reddito di base e incondizionato, l’unica alternativa al lavoro gratuito, quello sottopagato e senza diritti. Anche se decine di migliaia sono state le iscrizioni al programma di “Garanzia Giovani”, altrettante saranno le aspettative deluse: tirocini e formazione non risolveranno di certo il problema della disoccupazione giovanile, semmai integreranno la sottoccupazione e le misure di workfare che governo Renzi e Parlamento si apprestano a varare (Jobs Act, Disegno di legge delega).
Respingiamo l’imbroglio, vogliamo subito un reddito, per non accettare il ricatto del lavoro purché sia!
Oggi al Centro per l’Impiego, domani in assemblea, alle ore 17 presso la facoltà di Scienze politiche di Roma Tre, per rilanciare la mobilitazione contro il Jobs Act, verso Torino (11 luglio) e l’autunno. Mercoledì alle 19:30 presso Puzzle (via di Monte Meta 21) e giovedì alle 18 presso Alexis/Neet Bloc (via Ostiense 124) due appuntamenti per approfondire criticamente il DL Poletti e il Disegno di legge delega su lavoro e welfare (Jobs Act), il programma “Garanzia Giovani”, per decostruire le retoriche sulla disoccupazione giovanile e i neet, per ribadire con forza che il reddito di base è la soluzione.
#GarantiamociUnFuturo
Nella notte tra il 29 e il 30 maggio le CLAP (Camere del Lavoro Autonomo e Precario) hanno sostenuto con USB lo sciopero dei lavoratori della logistica di Santa Palomba, periferia sud di Roma. È qui che si trova il deposito del “freddo” (frutta e verdura, pesce e surgelati) che rifornisce i supermercati della catena Simply-Sma.
Nella lotta, nel picchetto durato l’intera notte, abbiamo appreso quanto già era emerso negli scioperi degli scorsi mesi, in Veneto come in Emilia Romagna: subappalti a cooperative che, pur cambiando nome con frequenza, celano gli stessi padroni e gli stessi interessi; sfruttamento smisurato dei lavoratori fatto di orari massacranti, lavoro in nero, obbligo a firmare dimissioni in bianco, ricorso a finte assunzioni attraverso la formula del socio-lavoratore.
Nel caso di Santa Palomba, la lotta è partita dai camionisti, italiani e migranti, dipendenti della coop “le Crociate”. Questi ultimi sono costretti a turni di lavoro che raggiungono le 16 ore giornaliere e i mezzi messi loro a disposizione sono spesso contrassegnati da fanali rotti, gomme lisce, guasti allo sterzo.
Alle 2 di notte (del 30 maggio) i camionisti hanno deciso di non far uscire i camion e di dichiarare sciopero, denunciando i finti contratti part time, la scarsa sicurezza dei mezzi, la diffusa pratica padronale di mettere i lavoratori più insubordinati, che non abbassano la testa, «a riposo». I facchini, tutti migranti, dipendenti di un’altra cooperativa, la “Sam”, si sono dimostrati subito solidali con lo sciopero dei loro colleghi, incrociando anch’essi le braccia nonostante le minacce dei caporali accorsi sul posto.
I lavoratori hanno chiesto condizioni dignitose di lavoro: riduzione dell’orario, certezza del salario, contratto, e la fine dello stato di illegalità e ricattabilità cui sono continuamente sottoposti. Ad esser chiamati in causa, non solo le cooperative, ma la stessa Simply-Sma che subappalta loro il lavoro.
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Roma 30.05.2014
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CLAP (Camere del Lavoro Autonomo e Precario)
L’assemblea che si svolta ieri presso la facoltà di Scienze politiche della Sapienza è stata un’assemblea importante, per qualità degli interventi e per partecipazione.. Tante e tanti le studentesse e gli studenti, i precari, lavoratrici e lavoratori, disoccupati. Ampia la convergenza delle reti territoriali, del sindacalismo conflittuale, dei collettivi studenteschi, ma anche dei giuslavoristi più coraggiosi, che non intendono rimanere in silenzio di fronte alla mattanza. Un’assemblea che è andata dritta al punto: il DL Poletti è l’ultimo atto, forse il più violento, di un processo di devastazione dei diritti del lavoro, avviato da Treu nel 1997, radicalizzato da Biagi-Maroni nel 2003, accelerato a dismisura dalla crisi esplosa nel 2008. Sacconi, Fornero, e adesso Poletti-Renzi, gli ultimi protagonisti della furia neoliberale che ha come obiettivo principale, oltre all’erosione dei diritti e della possibilità di organizzazione sindacale conflittuale, la compressione al minimo dei salari e, più in generale, del reddito sociale.