È tempo che le CLAP si occupino più da vicino del lavoro culturale: ambito fra i più inesplorati, frammentati e problematici del lavoro contemporaneo. In esso, contigui alle situazioni più note – quelle della scuola, della ricerca, dell’informazione – troviamo settori per nulla o poco sindacalizzati, rappresentati a volte da sindacati “nominali” e obsoleti, praticamente inattivi nella vertenza, nel contenzioso, nell’inchiesta, nella pressione legislativa; spesso invece animati da importanti e combattive associazioni informali o formali, che però non fanno del lavoro sindacale il loro principale obiettivo. È tempo che le CLAP si occupino di lavoro culturale perché è tempo, nuovamente, di concepire lotte comuni ai lavori culturali, la cui condizione di scacco perpetuo sottostà ai medesimi meccanismi: quelli del rapporto paradosso, del campo di battaglia inestricabile fra il carattere indotto di merce particolare e l’autentico carattere di bene universale che hanno il pensiero, le arti, la formazione, l’informazione.
:: Centro per la Riforma dello Stato
:: Camere del Lavoro Autonomo e Precario
:: Roma, 7 novembre 2017, presso Esc Atelier autogestito (via dei Volsci 159, Roma);
Ore 17 – 21.
Corso di formazione a cura delle CLAP Padova
:: Negli ultimi anni, il mercato del lavoro italiano ed europeo è cambiato radicalmente. Gli interventi legislativi rivolti alla regolazione dei rapporti fra impresa e lavoratori hanno di fatto eroso gran parte dei diritti e delle tutele che nel corso degli anni ‘60 e ‘70 erano state faticosamente costruite attraverso importanti stagioni di lotte e mobilitazione del mondo del lavoro.
La nostra esperienza quotidiana ci insegna che la precarietà non è più una dolorosa e breve transizione riservata ai giovani, ma rappresenta piuttosto la caratteristica principale di tutte le figure del mercato del lavoro contemporaneo. Una condizione che, nella sua brutalità, non è confinata alla sola sfera lavorativa, ma pregiudica la possibilità stessa di costruire delle condizioni di vita dignitose.
In un articolo del 21 settembre scorso, scritto a commento della fuga di piloti che ha costretto Ryanair a lasciare a terra migliaia di passeggeri, sostenevamo che la fase di debolezza dell’azienda avrebbe potuto aprire un nuovo spazio di vertenza anche per steward e hostess. Quella che allora sembrava soltanto una possibilità, sta diventando rapidamente un’opzione concreta.
Sapere, per saper lottare. Lottare, per sapere.
|| I recenti interventi normativi e la retorica politico-mediatica che li ha supportati ci consegnano uno scenario nefasto: per un verso la distruzione del diritto del lavoro così come l’abbiamo conosciuto negli ultimi decenni; per l’altro, un attacco robusto ai diritti sindacali, in primo luogo quello di Sciopero. Il tutto segnato da una disaffezione profonda delle giovani generazioni nei confronti del sindacato; d’altronde tradite da chi, pur di mantenere intatte postazioni di potere, ha preferito tutelare pochi (una parte del lavoro dipendente, i pensionati, ecc.) e abbandonare tutti gli altri (il cosiddetto lavoro «atipico», a tempo, parasubordinato, autonomo, ecc.). Organizzare il lavoro, oggi, è sempre più difficile, anche perché troppe sono le figure che vivono sotto il ricatto della precarietà. Lo spettro della disoccupazione spinge ad accettare condizioni, contrattuali e salariali, sempre peggiori; e di certo non favorisce la solidarietà.