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Roma 23.03. Lavoratrici e lavoratori dei centri SPRAR della Coop. “Eta Beta”, sostenuti da CLAP, dagli operatori della Coop. “Un Sorriso” e da ALA (Assemblea Lavoratori dell’Accoglienza) occupano il Dipartimento Politiche Sociali. E strappano l’incontro con il Direttore Stefano Giulioli. A seguire il comunicato stampa a commento della giornata di mobilitazione.
Una prima importante iniziativa di lotta, quella che stamane ha visto protagonisti le lavoratrici e i lavoratori della Coop. “Eta Beta”. Dopo 5 mesi senza stipendio, hanno deciso di raggiungere la sede del Servizio Centrale SPRAR, occupandola temporaneamente e ottenendo un incontro con i responsabili. CLAP ha sostenuto e sostiene la lotta, così come in questi mesi è già avvenuto con gli operatori sociali della Coop. “Un Sorriso”. La patologia del sistema romano dell’accoglienza è sistemica, e la corruzione cade come una scure sulle spalle di lavoratrici e lavoratori, oltre che su quelle degli ospiti. Tutto ciò è inaccettabile, il lavoro si paga, i diritti devono essere rispettati!
A seguire il comunicato delle lavoratrici e dei lavoratori della Coop. “Eta Beta”
Roma 15.03.2016 – Comunicato stampa
Le lavoratrici e i lavoratori della Cooperativa Sociale “Eta Beta”, non percependo gli emolumenti da 5 mesi, si sono presentati autonomamente presso la sede dello SPRAR centrale, in viale delle Quattro Fontane 116, a Roma.
Una mobilitazione importante, un altro passo per il riconoscimento dei nostri diritti. Non eravamo soli, stamani, al nostro fianco operatrici e operatori di ALA (Assemblea Lavoratori Accoglienza), delle Coop. “Eta Beta” e “Domus Caritatis”, Coop. quest’ultima che, al pari della Coop. “Un Sorriso”, è stata commissariata al seguito dell’inchiesta “Mafia Capitale”. E poi i lavoratori dei Canili, gli studenti, delegati della FIOM e dei sindacati di base, più in generale il Laboratorio romano dello Sciopero sociale. Ma soprattutto i migranti della comunità bengalese e tanti ospiti dei centri d’accoglienza.
Una mobilitazione che ha saputo saldare le richieste di chi, come noi, non percepisce le retribuzioni da mesi, e che, al seguito del commissariamento, rischia di perdere il lavoro, con quelle di chi non vuole rinunciare al proprio progetto migratorio, qualunque esso sia, e viene ostacolato continuamente nell’accesso ai diritti di accoglienza e soggiorno. A Roma come a Berlino, a Varsavia come a Parigi, oggi è stata ed è giornata europea di mobilitazione contro la precarietà del lavoro e contro quella, drammatica, imposta dalle frontiere e dai muri.