Focus

Non bruciate il sogno delle Officine Zero

25 November 2015

di Roberto Ciccarelli ***

Quinto Stato. A Roma l’ex fabbrica di manutenzione dei treni notte va all’asta. Parte la campagna di sostegno a Officine Zero (Oz), un’esperienza di riconversione produttiva basata sul riuso e il riciclo, il coworking e il mutualismo tra operai, freelance, movimenti sociali e cittadini.

DSCF3453Cento passi, o poco più, dividono l’astronave della stazione Tiburtina dalleOfficine Zero (Oz), l’ex fabbrica di manutenzione dei treni Notte in via Partini a Roma. Mille passi, e un ponte sospeso sui binari, e si cambia d’epoca.Da un lato, la bomba urbanistica della stazione più disabitata d’Europa, attorno alla quale cresce un palazzone immenso: la nuova sede della Banca Nazionale del Lavoro che porterà all’imbocco della Tiburtina, direzione San Basilio e Rebibbia, migliaia di persone e macchine. Dall’altro lato, c’è via di Portonaccio, un’arteria multiforme che inizia stretta come un budello a ridosso della ferrovia. A cinquecento metri, poco dopo i grigi depositi dell’Atac, sulla destra c’è un corridoio ornato di graffiti che porta ai cancelli del nuovo mondo di Oz. Le officine ex Rsi, occupate il 20 febbraio 2012 dagli operai in cassa integrazione, dal primo giugno 2013 hanno visto nascere un’innovativa esperienza di economia collaborativa che oggi, due anni dopo, intreccia un progetto di riuso e riciclo con il coworking e il co-housing.

Il futuro del mutualismo

Diciasettemila metri quadri di capannoni, laboratori, mense e un parco dove operai e freelance, studenti e reti sociali condividono un sogno ispirato al mutualismo e alla collaborazione. Trasformare i laboratori di tappezzerie, falegnameria o verniciatura che un tempo servivano alla manutenzione dei treni in spazi per la riparazione e produzione di arredi o di elettrodomestici.La palazzina che ospitava gli uffici dell’azienda viene usata come coworking da giornalisti, grafici, video-maker o fotografi. In quella che ospitava l’abitazione del custode ci sono gli studenti di Mushrooms che hanno ultimato l’auto-recupero, sfuggendo al caro-affitti nella città universitaria più cara del paese. La mensa aziendale oggi alimenta i coworkers e gli artigiani che frequentano i capannoni e le officine nel grande parco.Questo spazio reinventato dall’intelligenza collettiva di cittadini, precari e lavoratori accoglie anche le riunioni delle Camere del lavoro precario e autonomo (Clap) una singolare esperienza di auto-organizzazione sindacale delle partite Iva a Roma.Tra vagoni sospesi, binari, carrucole e scale, il futuro emerge tra un non-ancora e un non più. Come in un’epifania oggi spuntano i tratti di un’economia auto-gestita su basi solidali da lavoratori e cittadini senza distinzioni.

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Stand up, you’re not alone

13 October 2015

the challenge of the Councils of Freelance and Precarious Workers

Clapby Francesco Raparelli*

 

Dal 2 al 4 ottobre scorsi, CLAP ha partecipato al I Transnational Strike Meeting che si è svolto a Poznan. Tanto nei workshop che nelle assemblee plenarie il confronto si è soffermato sul problema/rompicapo della sindacalizzazione del lavoro vivo contemporaneo. CLAP ha dato il suo contributo, raccontando l’esperienza fatta in questi 2 anni di attività. Molti degli intervenuti – dall’Europa dell’Est, dalla Germania, dalla Regno Unito – hanno espresso interesse per CLAP e le lotte che sta sostenendo al fianco di precari e autonomi. Per questo, pubblicando l’articolo che segue, scritto da Francesco Raparelli per la rivista “Inchiesta” e tradotto da Eva Gilmore, abbiamo deciso di avviare una sezione multilinguistica, utile a rafforzare la connessione e condivisione europea degli strumenti e dei conflitti. 

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Sergio Bologna: «Ecco come i freelance si auto-organizzano nella Sharing economy»

6 October 2015

Lo storico del movimento operaio Sergio Bologna racconta i movimenti dei freelance e il loro lavoro nell’economia della condivisione nel pamphlet “The New Workforce”(Asterios)

Freelance

di Roberto Ciccarelli*

 

«È un grave errore con­si­de­rare le pro­ble­ma­ti­che dei self employed come sepa­rate e incom­pa­ti­bili con quelle di tutte le altre figure della new eco­nomy dell’era digi­tale. Il tema della new work­force, della work­force of the future [Forza lavoro del futuro, ndr] è cen­trale: sia che lo si tratti dal punto di vista socio­lo­gico, poli­tico, giu­ri­dico, cul­tu­rale o antro­po­lo­gico, è desti­nato a cre­scere d’importanza» scrive Ser­gio Bolo­gna nel pam­phlet: La New Work­force. Il movi­mento dei free­lance (Aste­rios, pp.50, euro 7), un agile libro che può essere con­si­de­rato come la guida alla tra­sfor­ma­zione del lavoro indi­pen­dente negli Stati Uniti e in Europa, Ita­lia compresa.

Lo sto­rico del movi­mento ope­raio, già autore della tesi sul «lavoro auto­nomo di seconda gene­ra­zione», oggi con­ti­nua a esplo­rare il con­ti­nente emerso del quinto to, cioè di coloro «che lavo­rano per conto pro­prio, che non hanno un sala­rio per­ché non dipen­dono da imprese pri­vate o ammi­ni­stra­zioni pub­bli­che, lavo­rano da sole senza col­la­bo­ra­tori sala­riati». Per molto tempo, la mag­gio­ranza dei lavo­ra­tori indi­pen­denti negli stati capi­ta­li­sti è stata costi­tuita da tre cate­go­rie di per­sone: «i con­ta­dini pic­coli pro­prie­tari di un ter­reno o col­ti­va­tori diretti e i pic­coli com­mer­cianti che ten­gono un nego­zio» scrive Bolo­gna.

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L’affondo

19 August 2015

Riduzione del salario, fisco, carità: l’agenda neoliberale del governo Renzi

di Francesco Raparelli

Leggi anche Andatevene! di F. Raparelli

L'affondoIl rapporto 2015 dell’Ocsel, l’osservatorio sulla contrattazione di secondo livello della CISL, ha censito 4.100 accordi siglati tra il 2009 e il 2014. Tanti. La lezione è semplice: non è vero che con la crisi si è fermata la contrattazione; è vero che si contratta diversamente. La contrattazione di secondo livello, neanche a dirlo, ha come obiettivo principale il contenimento o la riduzione del salario. Nel 2009, infatti, la contrattazione sugli aumenti salariali ricorreva nel 53% degli accordi, nel 2014 nel 13%. La CISL, lo stesso sindacato che paga ai suoi funzionari compensi superiori ai 300 mila euro l’anno (circa 25 mila euro al mese, poco meno di 1.000 euro al giorno), si compiace per il lavoro fatto. La CISL, esperimento riuscito di sindacato neoliberale, dalla parte dei più forti.

Tra i target autunnali delle imprese, conseguentemente di Renzi, c’è proprio la contrattazione. Ridurre al minimo quella nazionale, liberandola dai contenuti redistributivi; estendere al massimo quella aziendale. Spostando interamente – salvo i minimi (?) – la contrattazione salariale sul piano aziendale, il salario si trasforma in variabile dipendente dai risultati. Di più, si scambia salario con welfare aziendale: meno soldi ma il nido per i bimbi, tanto quello pubblico, distrutto dalla spending review, non sarà mai disponibile. Tutto torna.

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Lo Sciopero sociale è di nuovo in cammino

8 July 2015

Per il salario minimo europeo, il reddito di base, il welfare universale

foto-assemblea-nazionaleL’assemblea della “Coalizione dello Sciopero sociale” della scorsa domenica si è svolta in un clima di sospensione. Sospesa l’Europa neoliberale, in attesa dei risultati del referendum greco. La vittoria del “No”, epocale, ancora non chiarisce gli esiti del braccio di ferro tra il governo Tsipras e i creditori, e il destino dell’Europa rimane incerto. Con sicurezza possiamo dire che una breccia democratica si è aperta nella «gabbia d’acciaio» della tecnocrazia finanziaria, continentale e globale.

È all’interno di questo clima – nella consapevolezza che viviamo tempi di smottamenti radicali – che si è dipanata l’assemblea. Momento di passaggio utile per riprendere i fili del percorso avviato con lo Strike Meeting del settembre 2014, che ha definito una discontinuità potente con lo Sciopero sociale del 14 novembre e che, a partire dall’inedito esperimento autunnale, ha provato ad articolare nuovi dispositivi di sindacalizzazione diffusa. Senza nascondersi lacune ed elementi di blocco, la discussione si è concentrata sul desiderio di dare consistenza organizzativa alla coalizione messa in campo. Convinti che nessuno, in questa fase, è autosufficiente, e che la pluralità di coalizioni in campo nella scena italiana ed Europea non può che esser accolta, e attraversata, come fenomeno ricco e stimolante.

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1.07 | A.L.A. ricevuta dall’assessorato alle Politiche sociali

1 July 2015

assessorato politiche sociali-2

Importante la mattinata (1.07) appena trascorsa: lo Speakers’ Corner delle Lavoratrici e dei Lavoratori dell’accoglienza ha centrato l’obiettivo, per partecipazione, radicalità del discorso, capacità di strappare il tavolo/negoziato con l’assessorato alle Politiche sociali. Ora si tratta di perseverare e dare continuità alla lotta, fino a quando non saranno stati conquistati i salari dovuti per il lavoro svolto, i diritti per un lavoro qualificato e impegnativo come quello dell’accoglienza, sfruttato senza sosta dalle Cooperative e privo di tutele. CLAP ha sostenuto e sostiene A.L.A., solidale con la sua lotta, al fianco di chi pretende di farla finita con precarietà, sotto-solari, mancati pagamenti (o ritardi infiniti negli stessi): NON si lavora gratis, NON si lavora senza diritti!  

 

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Comunicato stampa

A.L.A. – Assemblea delle Lavoratrici e dei Lavoratori dell’Accoglienza

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