Focus

Molestie e violenza di genere sul lavoro: costruiamo nuove forme di sindacalismo

8 December 2018 |  Clap Padova

All’inizio dell’anno l’ISTAT ha pubblicato il report “Le molestie e i ricatti sessuali sul lavoro”, basato su un’indagine relativa al biennio 2015/2016.  Le stime parlano di 8 milioni 816mila donne fra i 14 e i 65 anni (43,6%) che nel corso della vita hanno subito qualche forma di molestia sessuale. Sono invece 3 milioni 118mila le donne (15,4%) che le hanno subite negli ultimi tre anni. >> Read more

«T’immagini, se fosse sempre Domenica»

14 September 2018 |  Francesco Raparelli  Tiziano Trobia

Nel dibattito che si è scatenato a seguito della proposta di legge del governo giallo-verde sulle chiusure domenicali ci sembra opportuno fare chiarezza. Ecco le risposte alle 5 obiezioni più frequenti. [Foto di copertina di Tim Mossholder]

Una premessa è doverosa: ci sembra evidente che la chiusura dei centri commerciali la domenica non risolva di colpo i problemi che affliggono il lavoro nel commercio, e il lavoro in generale. I temi restano sempre gli stessi e sono: la precarietà, il ricatto che questa porta con sé, i bassi salari, il mancato rispetto dei diritti contrattuali. La ricetta per affrontarli: l’esplosione e lo sviluppo duraturo di conflitti e battaglie sindacali, dentro e fuori i posti di lavoro. Una volta chiarito questo punto, per noi abbastanza ovvio, vediamo perché – spoiler allert – la proposta è a nostro avviso tutt’altro che sbagliata. Su alcune questioni dovremo procedere per semplificazioni, altrimenti non basterebbero 6-7 pagine, speriamo però di farci comprendere senza equivoci.

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Il re è nudo

13 September 2018 |  Francesco Raparelli  Tiziano Trobia

È un decennio che Confindustria, governi e stampa attribuiscono le colpe del declino alle giovani generazioni: poco formate, mammone, per nulla intraprendenti. Ma i dati parlano chiaro: responsabili del fallimento italico sono le imprese. [Foto di copertina Pixabay]

È doveroso chiarire: l’unico che ha detto la verità, in questi anni, è stato Maurizio Sacconi. Alle studentesse e agli studenti dell’Onda, che per un biennio e in completa solitudine hanno provato a resistere all’offensiva neoliberale scatenata dalla crisi finanziaria, indicò senza giri di parole: «abituatevi a fare lavori umili e manuali». Un modo elegante per affermare, con largo anticipo, che «la pacchia è finita». Dall’eleganza del craxiano non pentito alla strafottenza dei tecnici cari alla sinistra; da «bamboccioni» a «choosey». La volgarità di Poletti, poi, ha toccato l’apice: in riferimento alla fuga giovanile dall’Italia, l’ex ministro non si è trattenuto… «meglio non averli tra i coglioni».

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Siamo uomini o caporali? Il nuovo art. 603 bis c.p.

9 August 2018 |  Avvocato Alessandro Brunetti

Con i drammatici fatti del foggiano degli scorsi giorni, e la potente mobilitazione organizzata dall’USB, torna all’attenzione pubblica la Legge 199/2016. Vi riproponiamo dunque un approfondimento dell’Avvocato Alessandro Brunetti, proprio a quella norma dedicato e che pubblicammo per la prima volta agli inizi del 2017

:: A distanza di cinque anni dall’ultima novella, si è intervenuto ancora una volta sull’articolo 603-bis del codice penale, contenente il reato di Intermediazione illecita e Sfruttamento del lavoro. L’azione di governo era evidentemente rivolta a un ambito immaginato come specifico e marginale, una sorta di mercato differenziale, dedicato alle forme più estreme e violente di spoliazione e profitto. Ciò senza accorgersi che tutti gli interventi normativi sul lavoro posti in essere (quantomeno) dal “pacchetto” Treu a oggi, hanno prodotto smottamenti tali da allargare a dismisura gli effetti giuridici della fattispecie, ben oltre le intenzioni degli estensori.

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Dal Decreto dignità ai riders: promesse roboanti, norme spuntate

4 July 2018 |  Clap Roma

Dopo la catastrofe del Jobs Act, gli interventi sul lavoro del governo giallo-verde vengono definiti di “sinistra”. Ma sotto il “buon senso”, si nascondono pochezza e insidie. Bene chiarire, subito.

Due premesse fondamentali. La prima: il Decreto dignità non cancella la chiusura dei porti né renderà inoffensiva la flat tax. Che in Italia ci siano due governi, evidentemente in competizione, ci è chiaro; che il governo dei 5S riesca a sopravvivere a quello di Salvini, tutto da dimostrare; che la Lega stia trainando la diarchia, al momento, è più che una certezza. Seconda premessa: le reazioni del PD al Decreto dignità, tutte rigorosamente dalla parte delle imprese e dei poteri forti, spiegano – se ancora ce ne fosse bisogno – lo spostamento a destra della società italiana; con esso, il mostro populista che ci tocca in sorte. Più il PD parla, più lo scenario weimariano impazza, più Salvini ride.

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Riders | La posta in gioco al tavolo con il ministro

29 June 2018 |  Avvocato Alessandro Brunetti

Dopo gli incontri del ministro Di Maio con i riders e le imprese della Gig Economy, sui media è trapelato il testo del “Decreto dignità” annunciato e poi congelato dal ministro. Nella sostanza, il decreto adeguerebbe la definizione di lavoro subordinato rendendola applicabile anche all’attività dei riders. Oltre ai ciclofattorini, che uscirebbero dalla sfera priva di tutele del lavoro autonomo, la misura investirebbe una fetta di falso lavoro autonomo (c.d. parasubordinato) ben più ampia.

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