Giornate importanti per i riders in mobilitazione. Giovedì 31 maggio, a Bologna è stata sottoscritta la Carta dei diritti dei lavoratori digitali, mentre lunedì 4 giugno il nuovo Ministro del Lavoro Di Maio ha incontrato una delegazione di riders per avviare il confronto e insistendo sull’introduzione prossima del salario minimo orario. Anche la Regione Lazio, poi, sta mettendo in campo un intervento normativo a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori delle piattaforme. Si tratta, a tutti gli effetti, di un salto di qualità, esito delle lotte straordinarie di questi mesi! Il protagonismo dei riders e l’attenzione politica nei loro riguardi possono essere occasione – e in parte lo sono già – per fare luce sulla piaga assai più ampia del lavoro sottopagato e senza diritti. Molto, ovviamente, dipenderà dalla continuità del conflitto e dei processi di organizzazione. Così come sarà decisivo conquistare diritti esigibili, perché sottoscritti da tutte le parti (Deliveroo e Foodora, per esempio, non hanno sottoscritto la Carta di Bologna), e universali, contro ogni perimetro corporativo.
Un commento a caldo del Maggio delle CLAP ::
Un Maggio intenso, quello, appena trascorso, delle Camere del Lavoro Autonomo e Precario. Dall’assemblea nazionale delle iscritte e degli iscritti di sabato 19, presso Esc, al Festival che si è svolto lo scorso fine settimana presso il Casale Garibaldi. Nel mezzo, martedì 22, la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori del McDonald’s di piazza Pio XI. Momenti di discussione, momenti di lotta; tutti momenti decisivi per far crescere e consolidare un esperimento sindacale di nuova natura, che rimette al centro della scena il lavoro vivo e la sua lotta contro lo sfruttamento, l’impoverimento, la perdita di dignità.
:: Sono mesi, ormai, che ci viene raccontata la stessa storia: l’Italia è fuori dal guado, la crisi è finita. Se guardiamo gli ultimi dati Eurostat, però, apprendiamo che il nostro paese è penultimo per numero di occupati, il gender pay gap (disparità di salario tra donne e uomini) supera il 20%, il 10% della popolazione più ricca possiede il 24,4% dei redditi. Ancora: in Italia ci sono 4,5 milioni di poveri assoluti (che non accedono ai consumi di prima necessità), 8,5 milioni di poveri relativi (che non superano la soglia dei 780 euro al mese). Ma l’ISTAT dice che l’occupazione è cresciuta. Peccato che il 90% delle nuove assunzioni sono a tempo determinato, e spesso si tratta di poche ore di lavoro in un mese.
Primo Maggio 2018. In Italia c’è vita fuori dal rito del Concertone di San Giovanni e dei comizi dei confederali, oltre le dichiarazioni vuote e sempre uguali della politica. Segnali importanti di organizzazione e di lotta sono arrivati da molte città, dove si è rinnovato il messaggio della May Day Parade, radicandolo in conflitti inediti del lavoro precario, mettendo in mostra fenomeni pregevoli di sindacalismo sociale.
A Bologna, giornata di Sciopero sociale delle lavoratrici e dei lavoratori delle piattaforme: riders di Foodora, Deliveroo, Glovo, e di molte altre piattaforme hanno deciso di fare logout per un giorno, mentre attraversavano le strade della città. “Non per noi ma per tutti”, lo slogan d’apertura del corteo, che ha visto la partecipazione di migliaia di giovani precarie e precari, che hanno capito chiaramente quale è la posta in palio: si toglie a qualcuno per poter (poi) togliere a tutti, mentre i profitti continuano a crescere.