Roma 20.06.2014 – Comunicato stampa
Sono passati due mesi da quando le lavoratrici e i lavoratori Ce.Fi., Centro fisioterapico (in convenzione) di Ciampino, hanno portato in piazza per la prima volta la loro drammatica situazione: un anno (2013) di lavoro svolto e non pagato; il rischio di perdere il lavoro. Ma per loro ancora nulla è cambiato. Senza soldi, senza lavoro, senza prospettive, dipendenti e collaboratori (con partita Iva) pretendono ora risposte certe dalle istituzioni.
Partono stamani, nel Lazio, i colloqui con i primi 200 iscritti al programma “Garanzia Giovani”. Parte stamani la campagna di comunicazione e di inchiesta organizzata e promossa da precari, neet e studenti di Roma che vogliono dire la verità e svelare l’imbroglio. 1,5 miliardi di euro vengono stanziati dall’Unione Europea a sostegno delle imprese e delle politiche attive in Italia; nulla viene fatto per rendere universale il welfare e introdurre un reddito di base e incondizionato, l’unica alternativa al lavoro gratuito, quello sottopagato e senza diritti. Anche se decine di migliaia sono state le iscrizioni al programma di “Garanzia Giovani”, altrettante saranno le aspettative deluse: tirocini e formazione non risolveranno di certo il problema della disoccupazione giovanile, semmai integreranno la sottoccupazione e le misure di workfare che governo Renzi e Parlamento si apprestano a varare (Jobs Act, Disegno di legge delega).
Respingiamo l’imbroglio, vogliamo subito un reddito, per non accettare il ricatto del lavoro purché sia!
Oggi al Centro per l’Impiego, domani in assemblea, alle ore 17 presso la facoltà di Scienze politiche di Roma Tre, per rilanciare la mobilitazione contro il Jobs Act, verso Torino (11 luglio) e l’autunno. Mercoledì alle 19:30 presso Puzzle (via di Monte Meta 21) e giovedì alle 18 presso Alexis/Neet Bloc (via Ostiense 124) due appuntamenti per approfondire criticamente il DL Poletti e il Disegno di legge delega su lavoro e welfare (Jobs Act), il programma “Garanzia Giovani”, per decostruire le retoriche sulla disoccupazione giovanile e i neet, per ribadire con forza che il reddito di base è la soluzione.
#GarantiamociUnFuturo
Nella notte tra il 29 e il 30 maggio le CLAP (Camere del Lavoro Autonomo e Precario) hanno sostenuto con USB lo sciopero dei lavoratori della logistica di Santa Palomba, periferia sud di Roma. È qui che si trova il deposito del “freddo” (frutta e verdura, pesce e surgelati) che rifornisce i supermercati della catena Simply-Sma.
Nella lotta, nel picchetto durato l’intera notte, abbiamo appreso quanto già era emerso negli scioperi degli scorsi mesi, in Veneto come in Emilia Romagna: subappalti a cooperative che, pur cambiando nome con frequenza, celano gli stessi padroni e gli stessi interessi; sfruttamento smisurato dei lavoratori fatto di orari massacranti, lavoro in nero, obbligo a firmare dimissioni in bianco, ricorso a finte assunzioni attraverso la formula del socio-lavoratore.
Nel caso di Santa Palomba, la lotta è partita dai camionisti, italiani e migranti, dipendenti della coop “le Crociate”. Questi ultimi sono costretti a turni di lavoro che raggiungono le 16 ore giornaliere e i mezzi messi loro a disposizione sono spesso contrassegnati da fanali rotti, gomme lisce, guasti allo sterzo.
Alle 2 di notte (del 30 maggio) i camionisti hanno deciso di non far uscire i camion e di dichiarare sciopero, denunciando i finti contratti part time, la scarsa sicurezza dei mezzi, la diffusa pratica padronale di mettere i lavoratori più insubordinati, che non abbassano la testa, «a riposo». I facchini, tutti migranti, dipendenti di un’altra cooperativa, la “Sam”, si sono dimostrati subito solidali con lo sciopero dei loro colleghi, incrociando anch’essi le braccia nonostante le minacce dei caporali accorsi sul posto.
I lavoratori hanno chiesto condizioni dignitose di lavoro: riduzione dell’orario, certezza del salario, contratto, e la fine dello stato di illegalità e ricattabilità cui sono continuamente sottoposti. Ad esser chiamati in causa, non solo le cooperative, ma la stessa Simply-Sma che subappalta loro il lavoro.
::::
Roma 30.05.2014
::::
CLAP (Camere del Lavoro Autonomo e Precario)
L’assemblea che si svolta ieri presso la facoltà di Scienze politiche della Sapienza è stata un’assemblea importante, per qualità degli interventi e per partecipazione.. Tante e tanti le studentesse e gli studenti, i precari, lavoratrici e lavoratori, disoccupati. Ampia la convergenza delle reti territoriali, del sindacalismo conflittuale, dei collettivi studenteschi, ma anche dei giuslavoristi più coraggiosi, che non intendono rimanere in silenzio di fronte alla mattanza. Un’assemblea che è andata dritta al punto: il DL Poletti è l’ultimo atto, forse il più violento, di un processo di devastazione dei diritti del lavoro, avviato da Treu nel 1997, radicalizzato da Biagi-Maroni nel 2003, accelerato a dismisura dalla crisi esplosa nel 2008. Sacconi, Fornero, e adesso Poletti-Renzi, gli ultimi protagonisti della furia neoliberale che ha come obiettivo principale, oltre all’erosione dei diritti e della possibilità di organizzazione sindacale conflittuale, la compressione al minimo dei salari e, più in generale, del reddito sociale.
:: Venerdì 2 maggio, il Governo presenta 8 emendamenti al DL Poletti in Commissione Lavoro del Senato. Tutti peggiorativi del già pessimo DL, e favorevoli alle pressioni di Ncd e Scelta Civica. Nessun tetto del 20% per i contratti a termine, se il limite viene sforato, basta la sanzione. Anche il tetto (superato il quale veniva imposta la stabilizzazione) per gli apprendisti è di fatto eliminato, vale solo per le aziende con più di 50 dipendenti (quante se ne contano in Italia?). Re-introdotta la formazione mista pubblico-privato: vedi, nessuna formazione.
:: Il 6 maggio il DL raggiunge il Senato, con buona probabilità verrà posta la fiducia. Poi la terza lettura alla Camera. Il 6 maggio CLAP sarà sotto Palazzo Madama, con il sindacalismo conflittuale, gli studenti, i precari, per dire NO con forza ad un Decreto Legge che istituzionalizza la precarietà, massacrando diritti e comprimendo al minimo i salari. Mentre nulla si fa per universalizzare il welfare, introdurre il reddito di base, ridurre le aliquote per le partite Iva.
:: Altrettanto, CLAP accoglie molto positivamente l’appello (a seguire) delle studentesse e gli studenti della Sapienza che, per l’8 maggio, promuovono un’assemblea su DL Poletti e Jobs Act. Ora più che mai c’è bisogno di coalizione.
:: CLAP – Camere del Lavoro Autonomo e Precario
Roma 14.04.2013 – Comunicato stampa
:: Lavoratrici e lavoratori Ce.Fi.: mobilitazione riuscita e tavolo con Regione promettente, un primo passo per riconquistare i diritti violati
Mattinata importante quella appena trascorsa: la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori del Ce.Fi. (Centro fisioterapico di Ciampino) ha raggiunto la sede della Giunta regionale. Non era scontato, viste le difficoltà a tenere assieme figure del lavoro divise dalle forme contrattuali. Lavoratori dipendenti, ma soprattutto partite Iva, operatori sanitari che per 12 mesi hanno lavorato senza stipendi e compensi pur di garantire le cure riabilitative e fisoterapiche ai pazienti, ai tanti bambini disabili. Mentre il Ce.Fi. affonda, vittima di tagli e malagestione, lavoratrici e lavoratori hanno deciso di alzare la voce e di chiedere ciò che gli spetta: le retribuzioni passate; una prospettiva lavorativa futura.
Il Ce.Fi., centro di riabilitazione ambulatoriale e domiciliare, accreditato presso la Regione Lazio e attivo da circa 30 anni sul territorio di Ciampino, sta per chiudere i battenti. I ritardi nei pagamenti da parte della Regione, i continui tagli al budget, assieme ad una cattiva gestione, lo hanno condotto sull’orlo del fallimento.
Quaranta lavoratrici e lavoratori ‒ terapisti, amministrativi, medici ‒ da oltre un anno prestano la loro opera senza percepire stipendio e compensi, affinché non venga interrotto il percorso di riabilitazione dei tanti pazienti, adulti e bambini, che al centro si sono affidati per il recupero della loro disabilità. Con la chiusura del centro, non solo le lavoratrici e i lavoratori saranno disoccupati, ma rimarranno senza terapia i pazienti che si vedranno costretti a mettersi in lista d’attesa in altri centri, e, soprattutto, spariranno 143 posti di riabilitazione.
Oggi un corteo numeroso e combattivo ha sfilato da San Paolo alla finestre della Regione Lazio, per pretendere che i fondi europei destinati al Lazio siano oggetto di una discussione pubblica e realmente partecipata. Per ribadire che è affare di precari, disoccupati, lavoratori, studenti decidere come queste risorse verranno spese.
In piazza oggi l’Unione sindacale di base, che aveva convocato anche lo sciopero di diverse categorie, i movimenti per il diritto all’abitare, le Camere del lavoro autonomo e precario, comitati territoriali come Cinecittà bene comune e diverse altre realtà sociali di base. Mentre una delegazione incontrava l’amministrazione regionale, i movimenti per il diritto all’abitare hanno occupato simbolicamente il monumento alla speculazione che è il famigerato “bidet” di proprietà del palazzinaro Caltagirone. Dall’occupazione è stata rilanciata la manifestazione nazionale del prossimo 12 aprile a Roma contro il jobs act e il piano casa del governo Renzi.
Da anni ci ripetono che non ci sono risorse per affrontare i problemi reali. Non ci sono fondi per salvare i posti di lavoro, per rilanciare i servizi, per curare l’ambiente, per pagare le pensioni, per il reddito minimo, per le case popolari, per la scuola pubblica, per gli asili nido, per la cultura, per la ricerca.
Ma per il periodo 2014-2020 la Regione Lazio ed il Comune di Roma disporranno rispettivamente di 1,077 mld e 3 mld di Fondi Europei ai quali andranno aggiunte le centinaia di milioni destinati per le aree metropolitane e tutti quelli che sono stati incapaci di spendere nel periodo appena concluso e che ancora sono disponibili. Questi Fondi devono essere messi a disposizione delle tante necessità collettive che caratterizzano i nostri territori poiché è inaccettabile che ancora una volta possano essere dilapidati in clientele o regalie alle imprese che non producono occupazione.
presso Esc, atelier autogestito (via dei Volsci 159)
CLAP (Camere del Lavoro Autonomo e Precario)
presenta il dibattito dal titolo:
Roma: mercato del lavoro e
prototipi di auto-organizzazione
Intervengono:
Enzo Carbone (sociologo); USB/Commercio; Cobas del Turismo; lavoratrici e lavoratori di National Services (Università “Sapienza”)
Quali sono le peculiarità del mercato del lavoro romano? Quale la concentrazione di lavoro precario, intermittente e autonomo di nuovissima generazione? Ancora: quali forme di auto-organizzazione o di sindacalismo conflittuale cominciano a conquistare la scena? Quale federazione possibile tra gli esperimenti più innovativi?
Per tentare di rispondere a queste domande, CLAP propone un pomeriggio di discussione pubblica nel quale connettere formazione e inchiesta, ricognizione analitica e auto-narrazione delle lotte contro la precarietà, il ricatto, lo sfruttamento.
Sarà anche giornata/serata utile per conoscere meglio CLAP, le attività dei suoi sportelli di assistenza legale e fiscale e, con il tesseramento, poterle sostenere.
«un torto fatto a uno di noi è un torto per tutti»
****
Dalle 22 Dj-set con Better Noise
Info: www.clap-info.net
Diretta streaming radiofonica: radiosonar.net