La Cassazione con la sentenza n. 25201 del 7 dicembre 2016 ha accolto il ricorso proposto dalla società Riva del sole Spa contro la decisione della Corte di Appello di Firenze, che aveva dichiarato illegittimo il licenziamento intimato nei confronti di un dipendente della società in quanto “motivato soltanto dalla riduzione dei costi e, quindi, dal mero incremento del profitto”. Ribaltando la pronuncia di secondo grado, la Suprema Corte afferma che la soppressione di un’individuata posizione lavorativa potrà essere giustificata anche solo dalla ricerca di un incremento della redditività dell’impresa. Nel testo che segue le CLAP analizzano tale sentenza, rilevandone le criticità e avvertendone la pericolosità dei suoi contenuti, anche sotto il profilo costituzionale.
26 novembre 2016: Roma è tornata a essere bella. Donne di tre generazioni differenti hanno aperto e attraversato una manifestazione oceanica, moltitudinaria, di oltre duecentomila corpi sessuati che hanno rotto e diradato la nebbia della prima mattina, il grigio, l’asfissia e l’immobilismo che ormai sembravano regola, battito monotono e irreversibile, del quotidiano. Il sole splende di nuovo, le strade pulsano di vita, desiderio, gioia, quei corpi si intrecciano, confondono, compongono: è marea.
Il 21-23 ottobre CLAP ha preso parte al meeting della Transnational Social Strike Platform che si è svolto a Parigi. A seguire la traduzione italiana (a cura di s|connessioni precarie) del documento finale; che racconta la discussione, i soggetti presenti, le sfide organizzative, le prossime tappe.
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INPS, ISTAT, Caritas. I rapporti (di cui consigliamo la lettura) sullo stato del mercato del lavoro in Italia, sulla condizione economica dei giovani, sulla disoccupazione escono oramai con cadenza giornaliera e tutti con la stessa diagnosi: il mercato del lavoro è stato dopato dal Jobs Act e l’effetto stupefacente si è rapidamente esaurito. Fine della favola, ora è il momento delle crisi di astinenza e i sintomi sono diversi.
Che dovessero essere proprio le campagne pubblicitarie e comunicative inventate dal governo a gettare luce sui disastri del nostro paese è al contempo grottesco e illuminante. Un tempo la propaganda veniva utilizzata per nascondere e camuffare fallimenti, dati economicamente preoccupanti, malefatte e storture di cui il governo poteva essere accusato: oggi accade esattamente il contrario! [Foto di copertina di Ketut Subiyanto]
Gli analisti lo aspettavano da tempo e finalmente è arrivato, il perfect storm. A guardarlo un po’ da vicino è uno spettacolo sconvolgente ma affascinante, perché con un colpo d’occhio ti permette di vedere l’essenza della logistica, la sua vera natura, capisci perché la chiamano the physical Internet, ti rendi conto di cos’è la globalizzazione. E’ accaduto nello shipping specializzato nel traffico container: la settima compagnia marittima mondiale, la coreana Hanjin, ha fatto bancarotta.
Assistiamo a una crescita dilagante e apparentemente inarrestabile delle prestazioni di lavoro accessorio. Si inizia a parlare di “generazione voucher”. Dopo aver abrogato i contratti a progetto si torna alle collaborazioni coordinate e continuative, sicuramente meno protette dall’abrogazione del progetto attuato dal governo con il D.Lgs. n. 81/2015, ma comunque sottoposte al rischio giudiziale dell’accertamento della natura subordinata, grazie a una giurisprudenza ventennale che ha continuativamente sanzionato tali contratti dove ricorrevano gli indici della subordinazione.
Appello per il meeting dello sciopero sociale transnazionale. Parigi, 21-23 Ottobre 2016
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Quello che sta accadendo in Francia oltrepassa i confini francesi. Mentre la riforma del lavoro conferma che la precarizzazione è un affare almeno europeo, la lotta contro la loi travail e il suo mondo ha realizzato ciò a cui da molti punti d’Europa aspiriamo: uno sciopero sociale di massa. Ora più che mai, la sfida è quella di espandere questa sollevazione su una scala transnazionale.
Sarà sicuramente colpa nostra, saremo osservatori poco attenti dei fatti nostrani e avremo la colpa di concentrarci sulle inezie più che sulle cose che contano: continuiamo infatti a vedere e dipingere un paese da «gufi», mentre tutto sembrerebbe essere molto diverso. [Foto di copertina di Vittorio Giannitelli]