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Assemblea con la Regione Lazio: interlocuzione positiva, ora subito il Tavolo consiliare permanente sul reddito diretto e indiretto

21 July 2020

Roma 21 luglio 2020 | A seguire, il breve report dell’assemblea telematica dello scorso 16 luglio, organizzata dalla campagna Non c’è più tempo. Una importante occasione di confronto tra i precari della spettacolo e della ricerca, del sociale, dello sport, la piccola editoria indipendente, e la Regione Lazio, nelle figure dell’Assessore al Lavoro Di Berardino e le Consigliere Bonafoni (Lista Civica per Zingaretti) e Lombardi (M5S).

L’impegno a costituire un Tavolo consiliare e la progettazione condivisa di atti e bandi regionali che mettano in campo misure rivolte ai segmenti sociali in maggiore sofferenza e maggiormente soggetti alla brutalità della crisi sanitaria – che è sempre più una crisi sociale e del lavoro, come forse mai si è manifestata in questi ultimi decenni: questo, il primo importante risultato dell’assemblea telematica dello scorso 16 luglio. Segmenti sociali – bene ribadire – che sono rimasti ai margini o totalmente esclusi dai due Decreti “Cura Italia” e “Rilancio”, a cui già la Regione Lazio ha tentato di fornire risposte attraverso interventi complementari, ma non risolutivi, negli scorsi mesi.

Ma il Tavolo consiliare di prossima costituzione, almeno nei positivi intenti messi in chiaro dalle interlocutrici istituzionali, le consigliere Marta Bonafoni della Lista Civica per Zingaretti Presidente e Roberta Lombardi del Movimento 5 stelle, non dovrebbe fermarsi alla co-progettazione delle misure regionali, stimolata anche dal gettito di risorse della nuova programmazione (FSE), che risultano ingenti e dall’utilizzo maggiormente flessibile. Dovrebbe, ci auguriamo già dai primi giorni di settembre, mettersi in ascolto e iniziare a immaginare una misura più strutturale di reddito, unica risposta concreta in grado di ricomporre le richieste delle molteplici figure del lavoro che, nell’assemblea, si sono manifestate attraverso la narrazione della propria condizione.

Un’assemblea ricca, plurale, costruita e introdotta dalla campagna Non c’è più tempo, articolazione regionale della campagna nazionale per il reddito di quarantena, a cui ha portato il suo saluto l’Assessore Di Berardino (assessore regionale al lavoro, alla formazione, ai nuovi diritti), che nel suo intervento ha sottolineato come ragionare su lavoro, reddito e welfare in modo strutturato sia fondamentale per superare il carattere emergenziale delle misure nazionali e regionali messe in campo e per tutelare chi non lo è, ed in realtà non lo è mai stato, e che ha visto la propria condizione peggiorata, enfatizzata, cronicizzata.

L’assemblea del 16 luglio ha dato voce e protagonismo alle numerose vertenze che si sono organizzate in questi mesi: lavoratori dello spettacolo, operatori sociali ed educativi, operatori delle politiche attive, movimenti per il diritto all’abitare, lavoratori della cultura e della piccola editoria, mediatrici culturali, operatori sportivi, ricercatori, per citarne solamente alcune. Vertenze che, nelle istanze che hanno manifestato, hanno tenuto insieme il diritto all’esistenza, soprattutto in questa fase di emergenza, e il diritto a scegliere una vita degna.

Ci sembra un risultato importante quello che abbiamo ottenuto, innanzitutto, frutto di una coralità di lotte fortemente ancorate alle condizioni di migliaia di soggettività in questa regione e nel Paese su cui la crisi sanitaria, economica, sociale e del lavoro rischia di abbattersi in autunno in modo ancora più feroce.

Un primo risultato, che sarà anche compito nostro tenere vivo e monitorare costantemente, fino all’ottenimento del risultato: l’istituzione nella Regione Lazio di una misura di reddito universale e individuale, che non tamponi solamente l’emergenza, ma che sia strutturale, in grado di forzare le logiche discriminatorie e di corto respiro che si basano sulla residenza formale e di lungo periodo e sulla cittadinanza, sul nucleo familiare, su un sistema di condizionalità che, in un’epoca di domanda di lavoro fiacca, induce ad accettare lavori ricattati, sfruttati, poveri, precari, sempre meno dignitosi.

Un reddito universale, come allargamento ed estensione del reddito di cittadinanza attualmente esistente, che, nelle more e nelle competenze che sono proprie della Regione, sia anche occasione per ripensare il sistema di welfare, verso misure complementari di sostegno alla mobilità, alla fruizione di attività e servizi di carattere culturale, ricreativo e sportivo, di sostegno al pagamento delle forniture di pubblici servizi, all’affitto, alle forme di accesso al digitale o al diritto allo studio. Misure di reddito indiretto che passino attraverso la valorizzazione di istituzioni mutualistiche della cura e del comune, veri presidi territoriali di democrazia e partecipazione, che in questi mesi stanno sostenendo le persone in condizioni di maggiore vulnerabilità.

Attraverso l’assemblea del 16 luglio, ultimo passo prima della pausa estiva di un lungo percorso, pubblico, largo e inclusivo, abbiamo chiesto alla Regione di compiere uno scatto in avanti, di coraggio, strutturando forme ed articolazione di luoghi, strumenti e tempi di immaginazione e progettazione condivisa.

Mettiamoci in cammino.

Non c’è più tempo