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È TEMPO DI OSARE, È TEMPO DI SCIOPERO SOCIALE

14 September 2015

Sciopero socialeRimettere in cammino la sfida dello Sciopero sociale: questa la discussione che si è svolta lo scorso 5 luglio presso l’iFest; questo lo sviluppo messo in campo ad Acrobax, lo scorso giovedì 10 settembre. Un’assemblea partecipata e ricca, dedicata quasi per intero alla definizione dell’agenda politica, locale ed europea. Un momento di convergenza importante per prendere le misure e rilanciare la sperimentazione pratica sul terreno programmatico già delineato lo scorso anno: salario, reddito e welfare, fisco, governo della mobilità. A maggior ragione dopo il completamento del Jobs Act, con l’approvazione degli ultimi decreti attuativi, l’introduzione del piano Scuola, l’emergenza migranti. E mentre il governo Renzi, con la prossima legge di stabilità, si appresta a imporre nuovi e pesantissimi tagli al welfare, in particolare alla Sanità.

Restituiamo in modo sintetico le proposte condivise durante la discussione:

* 17 ottobre: giornata mondiale contro la povertà, mobilitazione europea contro l’austerità, giornata nazionale di mobilitazione per il reddito e il welfare universali. Come affermato già il 5 luglio, e dopo le verifiche fatte nei mesi estivi, il 17 ottobre ci pare una grande occasione per estendere e rafforzare la battaglia per il reddito garantito. Pretesa da sempre propria dei movimenti radicali, oggi posta all’attenzione della scena pubblica anche dal cattolicesimo di base e da Libera, dalla FIOM e dalla Coalizione sociale, dalle proposte di legge di diverse forze politiche. Pretesa, non ci stanchiamo di ripetere, decisiva per rompere il ricatto della disoccupazione giovanile di massa, della precarietà, della sotto-occupazione. Pretesa, chiaramente, che non possiamo disgiungere da quella del salario minimo europeo e del permesso minimo di soggiorno, soprattutto in questo momento epocale in cui il fenomeno migratorio pone l’urgenza di ridefinire anche il sistema di accoglienza. Senza dubbi, riteniamo oggi più che mai necessaria una mobilitazione che vada oltre i perimetri di ciascuno, con uno sguardo alle mareas spagnole in difesa delwelfare. Ancor di più perché proprio ora Renzi, dopo aver tacciato la proposta del reddito garantito di incostituzionalità e assistenzialismo, sta progettando misure caritatevoli per la famiglie che vivono in condizioni di povertà assoluta (Reddito di Inclusione Sociale). Fondamentale la giornata del 17 ottobre, che dovrà essere, a nostro avviso, corteo nazionale a Roma. Altrettanto fondamentale costruire una campagna comunicativa e di conflitto degli strikers, verso e oltre il 17 ottobre, che sappia attraversare con forza il piano territoriale, dimensione cruciale per l’organizzazione delle coalizioni sociali.

* Prima del 17 ottobre, tra il 2 e il 4 di ottobre, saremo in tante e tanti a Poznan, per il Transnational Social Strike Meeting. Un salto di scala necessario, per nulla scontato, che da Poznan prende le mosse. Si tratterà in prima battuta di approfondire gli aspetti programmatici, mappare e condividere pratiche e dispositivi organizzativi. Ma sarà anche fondamentale ipotizzare prime forme di comunicazione degli scioperi locali che segneranno l’autunno europeo e sperimentazioni di nuove forme di sciopero sul piano transnazionale.

* Dopo Poznan e dopo il 17 ottobre, lo Strike Meeting tornerà locale, con una due giorni di confronto serrato sugli strumenti comuni. La vera sfida avviata lo scorso anno con i Laboratori per lo Sciopero sociale va ripresa e approfondita. Alla forza degli eventi di lotta occorre accompagnare dispositivi organizzativi e discorsivi che sappiano, in modo situato e continuativo, connettere le figure del lavoro autonomo e migrante, dipendente e precario, gli studenti e i disoccupati. Lo Strike Meeting si svolgerà il 24 e 25 ottobre in una città ancora da individuare e di cui daremo presto comunicazione.

* Il 17 ottobre è una tappa, importante se inserita all’interno di un processo che riproponga e rinnovi l’esperimento dello Sciopero sociale. Tutte e tutti sono consapevoli, però, che questo secondo esperimento deve superare i perimetri soggettivi del 14 novembre dello scorso anno. Lo scontro sulla Scuola, già da solo, impone un’estensione delle relazioni sociali e sindacali. Così il campo della Coalizione sociale, il rinnovo contrattuale dei meccanici e della funzione pubblica. Auspichiamo dunque ‒ e lavoreremo in questo senso ‒ un’ampia convergenza su uno Sciopero sociale e generale che blocchi veramente il paese, con pratiche innovative e includenti. Uno Sciopero che sappia rimettere al centro il protagonismo dei e delle precarie, operai, migranti, capace nell’immediato di combattere la legge di stabilità che proprio nella seconda metà di novembre verrà approvata, imponendo una spending review recessiva a sostegno della riforma fiscale, regressiva, di Renzi.

A partire da questa prima traccia di agenda, con il desiderio che venga sconvolta da lotte inedite e impreviste, lo Sciopero sociale si rimette in cammino. È tempo di osare, è tempo di rovesciare rassegnazione e guerra tra poveri in conflitto costituente, per rompere la gabbia neoliberale.

Roma 10.09.2015

Coalizione dello Sciopero sociale