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#StopFnsi: precari e freelance in piazza contro l’iniquo compenso

9 July 2014
#StopFnsiStamattina un partecipato presidio di precari e freelance ha manifestato sotto le finestre dell’Fnsi. Con loro anche le Camere del Lavoro Autonomo e Precario. Dopo l’occupazione simbolica degli uffici e un infruttuoso incontro, un’assemblea a chiesto a gran voce le dimissioni del segretario Siddi ed espresso la volontà di continuare la battaglia contro lo sfruttamento e per i diritti.

Questa mattina le CLAP, Camere del Lavoro Autonomo e Precario, hanno sostenuto la mobilitazione di giornalisti precari e freelance contro l’accordo truffa sull’equo compenso siglato da Fieg e Fnsi. La manifestazione si è svolta proprio sotto le finestre della Federazione nazionale stampa italiana, quello che di fatto è il sindacato unico dei giornalisti, e indicato come principale responsabile della svendita dei diritti di freelance e precari in primo luogo. Abbiamo partecipato non solo perché diversi di noi sono freelance e giornalisti precari, ma soprattutto perché crediamo sia arrivata l’ora di dar vita ad una ampia coalizione di lavoratori autonomi e non solo, in grado di rivendicare diritti e reddito per tutti. Come diciamo sempre riprendendo un vecchio slogan del sindacalismo americano: “un torto fatto ad uno, è un torto fatto a tutti”.

Alla manifestazione hanno partecipato un centinaio di persone, con la presenza di delegazione anche da altre città. Giornalisti hanno raccontato cosa vuol dire lavorare per pochi euro a pezzo, in una condizione di precarietà assoluta e di difficoltà materiale a mettere insieme uno stipendio dignitoso. Cosa vuole dire lavorare senza mai percepire un compenso adeguato al lavoro svolto. Da questa difficoltà era nata alcuni anni fa la campagna per l’equo compenso, trasformata poi in legge nel 2012. Quella che era sembrata una vittoria per i precari e le precarie si è trasformata, grazie al vergognoso accordo siglato dall’Fnsi, in un elemento di ulteriore impoverimento abbassando i compensi per articoli e servizi secondo i tariffari “regolari”. Un processo di impoverimento e precarizzazione che investe il mondo del giornalismo quanto tutto il resto del mondo del lavoro, in cui i diritti di pochi garantiti vengono contrapposti all’esercito di chi non avrà mai un contratto e garanzie per il futuro.

Una delegazione di manifestanti, tessere dell’Fnsi in mano, è salita nella sede per richiedere un incontro. Dopo alcuni minuti di tensione e parapiglia, si è tenuto un breve dialogo del tutto infruttuoso. Una successiva assemblea tra i partecipanti ha stabilito di continuare il percorso di mobilitazione nelle prossime settimane. Si diffonde sempre di più l’idea che l’Fnsi non sia “riformabilie” e da qui la necessità di dar vita ad un nuovo sindacato.

 

Il comunicato scritto al termine della manifestazione: “Siddi dimissioni”

Dimissioni immediate del segretario della Federazione nazionale della stampa, Franco Siddi e di tutti i componenti della giunta esecutiva Fnsi. Lo chiedono i giornalisti e le giornaliste riunitidavanti alla sede della Federazione durante la manifestazione #StopFnsi‬ contro l’accordo sul lavoro autonomo – ribattezzat o“iniquo compenso” – e il contratto truffa sottoscritti senza alcuna consultazione.

Accordi che legalizzano lo sfruttamento e retribuzione da fame deigiornalisti autonomi e sanciscono per contratto l’esercizio dilettantistico della professione, infliggendo un colpo mortale alla dignità dei lavoratori e alla libertà di stampa.

Durante il sit in, una delegazione dei giornalisti, tessere alla mano, ha fatto irruzione nella sede del sindacato, chiedendo spiegazioni alla giunta riunita. Esprimiamo rammarico per gli attacchi personali che il segretario Siddi continua a rivolgere nei confronti di alcuni colleghi che esprimono dissenso verso le sue scelte.

Ci impegniamo a lottare perché i 120 milioni fondi che il Governo ha annunciato di voler stanziare per le assunzioni nei giornali non siano destinati ai contratti di apprendistato che pongono un limite di età che pregiudica un’intera generazione di precari.